lunedì 26 marzo 2012

Ricomincio da me...


Sulla scia dell'atmosfera di rinnovamento portata dalla brezza primaverile voglio scrivere oggi della necessità, a volte,  di mettere un punto a qualcosa e ricominciare.
Punto e a capo.
Ho letto sulla prima pagina dell'ultimo libro di Baricco (Mr. Gwyn – vi avevo detto che era sul comodino in attesa e finalmente ieri, in una giornata di relax, me lo sono letto tutto d'un fiato) questa citazione: “Tout commence par une interruption” Paul Valèry.
È vero, spesso qualcosa comincia perché qualcos'altro si è interrotto.
La parola fine è un interruzione potente.
Se subita può essere sconcertante e travolgente.
Se agita può essere sofferta e liberatoria al tempo stesso.
In ogni caso ci obbliga a riprogrammare moltissimi aspetti della nostra vita.
La parola fine porta con sé i germogli di una trasformazione.
Possiamo decidere se piantarli in una terra fertile o lasciarli inaridire sul cemento, ma in ogni caso non saremo più quelle di prima.
La parola fine porta nel suo bagaglio anche la parola coraggio: di vedere con occhi diversi una situazione che ci pareva idilliaca, di ascoltare voci che ci contraddicevano, di vivere fino in fondo un dolore per poi rinascere a nuova vita.
I punti e a capo della vita possono essere di diverse fogge e pesi.
Ci sono quelli difficili e strazianti, ma possono essercene anche di più leggeri e benefici.
Ponetevi una domanda: c'è qualcosa nella vostra vita quotidiana che necessità di un cambiamento? Una cosa che ha fatto il suo tempo, tipo un'abitudine, un modo di essere, un modo di vestire, una stanza da rimodernare, un'amicizia da rivalutare...
Una volta che avete trovato la risposta, provate a riflettere su che cosa vi trasmette questa realtà, quali influenze positive ha sulla vostra vita e quali invece negative... oppure semplicemente prendete atto che non ha nessun peso.
Chiedetevi se potreste farne a meno.
Attente alla improvvisa e incontrollabile tendenza a mantenere lo status quo (altrimenti detta “paura” ;-) ) che vi porta a trovare mille scuse per giustificarne la permanenza.
Cominciate a immaginare come potreste riempire quello spazio energetico adesso occupato in quella vecchia maniera: come altro potreste comportarvi? Come potreste diversamente vestirvi? Quali colori potreste usare per migliorare l'abitabilità di quella stanza? Cosa desiderereste dal rapporto con quell'amica/o?
Provate a dare vita a queste idee nella vostra mente creativa e sentite come vi farebbe stare questo nuovo modo di essere. Se così facendo vi nasce un sorriso spontaneo, vi sentite più cariche e sopraggiungono nuovi dettagli e desideri... ecco che avete toccato con mano il momento giusto.
È il momento per potare rami secchi e dar spazio al nuovo che preme per essere coltivato e nutrito.
Nel caso siate state obbligate a riorganizzarvi la vita, vostro malgrado, ricordate che neppure le piante sono felici quando qualcuno arriva con le cesoie: non sanno che da lì a poco, potranno fiorire più e meglio di prima.
Essere recise è una violenza, ma rinascere, dopo lo shock iniziale, diventa poi una scelta.   
Ricordate che potete ricominciare da voi, ogni giorno, in ogni dettaglio.
Decidere di mettere un punto, anche alla sofferenza.

Buona settimana,
virginia

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