Ispirata dall'argomento di cui abbiamo parlato lunedì (qui) come non approfittarne per condividere con voi le più belle citazioni tratte da "Saving Mr. Banks" e dal più intramontabile "Mary Poppins" di Walt Disney?
vento dell'est, la nebbia è là.
qualcosa di strano fra poco accadrà.
troppo difficile capire cos'è ma penso che un'ospite arrivi per me.
(versione italiana come appare nel film, non traduzione letterale)
In ogni lavoro da svolgere
si può trovare una parte
di divertimento
"Sarà abbastanza in grado di spiegare tutto questo?"
"Prima di tutto voglio che sia chiara una cosa.
Non devo spiegare niente."
Pensi davvero Mr. Disney che Mary Poppins
sia venuta per salvare i bambini?
Ogni cosa può succedere
se lasci che accada
Buon week end
(e non perdetevi lunedi la seconda versione della sindrome di Mary Poppins!)
Dopo un mese di assenza
ricominciano i nostri appuntamenti settimanali, con qualche sorpresa
in arrivo prossimamente! (a proposito, avete già visitato il nuovo profilo
instagram?)
Durante
queste vacanze ho visto un film che mi era sfuggito lo scorso
inverno: Saving
Mr. Banks
ovvero la storia delle vicissitudini di Walt Disney per convincere
l'autrice del best sellers Mary
Poppins
(Pamela Lindon Travers) a cedergli i diritti d'autore per farne la
trasposizione cinematografica: un braccio di ferro durato ben
vent'anni.
Al di là della probabile
versione romanzata della pellicola, resta il fatto che il libro della
Lindon Travers è stato ispirato da personaggi reali della sua vita
di bambina: il padre bancario (nel romanzo Mr. Banks) e la zia Ellie
(diventata poi Mary Poppins).
Il film fa capire come le
reticenze della scrittrice a cedere i diritti celassero il timore che
i suoi personaggi non venissero rappresentati fedelmente o
figurassero sotto una cattiva luce, in special modo Mr. Banks, alter
ego di suo padre, morto prematuramente quando lei aveva circa 11
anni.
Tutto il film gira intorno
al bisogno di quella bambina di “salvare” l'immagine di un padre
sparito troppo in fretta dalla sua vita, lasciando un lutto troppo
grande da elaborare da sola, soprattutto perché vissuto
nell'idealizzazione e nella spasmodica ricerca di trovare
giustificazioni a comportamenti sopra le righe o addirittura
dolorosi.
Quello di oggi è il primo
articolo di due, che a mio avviso, possono spiegare certi
comportamenti che spesso riscontro nella terapia con alcune donne e
che possono essere analizzati proprio a partire da questo personaggio
ormai entrato a far parte dell'inconscio collettivo – almeno di
quello occidentale – Mary Poppins, appunto.
Il complesso vero e proprio
prende le mosse dalla protagonista del romanzo, mentre in quella che
oggi ho chiamato la “versione 1” di questo fenomeno (che in
questo caso sarebbe più opportuno definire sindrome di Pamela
Travers) analizzeremo insieme proprio a partire dal film, un
complesso insieme di dinamiche interiori che possono ostacolare una
donna nella ricerca di un compagno, proprio come è successo alla
scrittrice, che come deduciamo dal film – ha trascorso la maggior
parte della sua vita da sola, a cercare di salvare l'immagine del suo
“primo amore”.
Nel romanzo, la Travers ha
potuto trasformare e far volgere al meglio la triste realtà della
sua infanzia: un padre alcolizzato che lavorava in banca ma era
totalmente inaffidabile e una madre depressa, isolata e con poche
risorse per i suoi figli.
Il bello della scrittura è
che l'autore può creare una realtà alternativa, costruire scenari
possibili e migliori: ecco che allora la signora Banks diventa una
suffragetta impegnata nella lotta ai diritti femminili, con poco
tempo da dedicare ai bambini, mentre il signor Banks è un bancario
rigido e con un senso del dovere spiccato che ben poco sa giocare e
dialogare con i suoi figli.
La costante, anche nel
libro, è che i bambini sono poco seguiti – ma col finale a
sorpresa tutto si capovolge – però il motivo “salva” questi
genitori che sono importanti, impegnati, sono modelli comunque
edificanti da seguire, tutto il contrario di quelli veri.
La figura paterna per ogni
bambina è l'imprinting delle relazioni d'amore del futuro.
Ci sono libri e libri
dedicati a questo delicato rapporto di equilibri precari, di solito
sbilanciati e fragili, che vedono le figlie dedicare gran parte della
loro vita a risarcire le ferite di questo tenero amore precoce.
Occorre qui semplificare al
massimo, ma – premesso che non esiste il genitore perfetto – il
padre delle passate generazioni viene spesso definito “il grande
assente”.
I motivi dell'assenza
possono essere dei più svariati: il troppo lavoro, l'indisponibilità
emotiva, l'avere un temperamento introverso, fino alla morte precoce
come è il caso del film.
Quando si parla di queste
mancanze ci si immagina sempre la carenza d'amore o peggio dei
maltrattamenti, o l'indifferenza... mentre in realtà, sempre più
spesso, (come vediamo nelle toccanti scene della Pamela bambina), si
tratta di dover faticosamente gestire aspetti contraddittori del
proprio genitore.
Il signor Travers era un
papà dolce e appassionato, dedito alle sue figlie, ma allo stesso
tempo un uomo fragile, amante dell'alcol, incapace di gestire un
lavoro che gli dava responsabilità più grandi di lui.
E le bambine hanno respirato
e vissuto entrambi questi modi di essere.
Il problema è che quando
siamo piccoli non siamo in grado di vedere l'uomo dietro il papà.
La bambina vorrebbe il papà
perfetto, quello che stravede per lei, la ama e allo stesso tempo è
rassicurante, presente, affidabile.
Quando molti di questi
bisogni vengono appagati, risulta difficile poi farli convivere con
altri di tutt'altra natura che mettono in difficoltà, provocano
vergogna o rabbia.
La “soluzione” inconscia
che spesso ne emerge è quella di rifiutare ciò che è incoerente e
accettare elevandolo quello che più rassicura.
Quindi, soprattutto quando
c'è una vera e propria perdita con la morte, il papà diventa un
eroe e un mito da salvaguardare a tutti i costi.
Come
Pamela Travers, ci sono donne che cercano tutta la vita di tenere
alto il ricordo del loro padre, sforzandosi con tutte loro stesse di
ricordare solo i momenti felici.
Questo però significa
vivere comunque sotto l'incantesimo del complesso paterno, che può
manifestarsi in vari modi come il mettere a confronto ogni uomo con
il papà-eroe (dal quale qualunque essere umano uscirà sconfitto) o
addirittura scegliere uomini incostanti, incoerenti, inaffidabili
(che quindi già in partenza non mineranno il trono all'unico che
merita di sederlo).
Questi comportamenti
inconsci – oltre che ostacolare la vita affettiva della donna che
li pone in essere, sono in realtà tutti finalizzati a mantenere
intatto il rapporto d'amore originario e perduto.
Il bisogno di Pamela è un
bisogno universale.
Ogni bambino – e
ricordiamoci che ciascuno porta sempre con sé il proprio bambino
interiore – ha la necessità di dare un significato alla propria
storia, di attribuire motivi ai comportamenti dei propri genitori,
soprattutto quando certi modi di essere, certi eventi o
inadeguatezze, hanno fatto sì che si allontanassero molto dalle
aspettative dei loro figli.
(Abbiamo già parlato dell'importanza delle radici qui)
Come suggerisce Walt Disney
nel film, in realtà Mary Poppins non arriva per salvare i bambini
bensì per salvare il loro padre.
Nella storia reale, la zia
Ellis, giunge nelle sperdute campagne dove la famiglia Travers vive ,
portando con sé una nuova energia, oggetti stravaganti, modi di fare
sopra le righe che mettono allegria.
Arriva purtroppo nel momento
più triste: gli ultimi giorni di vita di suo fratello.
Nonostante tutto non può
cambiare il corso delle cose.
Mary Poppins però lo ha
potuto fare.
È grazie a lei che il
signor Banks impara a far volare l'aquilone e a dedicare più tempo
alla famiglia.
Una volta ottenuto questo
risultato, può ripartire.
Nella realtà non accade
sempre il lieto fine.
Per fare in modo che le cose
si sistemino, occorre impegnarsi a vedere e ad accettare anche il
lato ombra del proprio padre, togliendolo dal piedistallo che
impedisce di poter vedere l'uomo che potrebbe essere destinato a te.
Così, al posto di Mary
Poppins, riparte la vita di ciascuna quando finalmente si può
smettere si impiegare molte energie a salvaguardare la vita altrui,
diventando padrone della propria.
Smettere di vedere le cose
con gli occhi della bambina e diventare finalmente una donna.