mercoledì 29 agosto 2012

Power of love


C'è una cara amica che non è stata bene.

Ci sono molte amiche che le hanno fatto sentire con le parole che sgorgano direttamente dal cuore che le sono vicine e che credono in lei, nella sua pronta guarigione, nella sua meravigliosa voglia di vivere che traspare con impeto dalle onde dei suoi profondi occhi di mare.

Leggendo le parole scritte, le sue e le loro – intensi e toccanti messaggi di speranza – mi sono ritrovata a respirare in maniera più ampia, a sentirmi in pace, a essere grata per le persone che mi e che la circondano. Mi sono commossa.

Ho avuto la fortuna di essere ancora una volta testimone di quanta energia ci sia nell'amore, nella vicinanza emotiva dell'energia femminile, che culla e consola, che rinfranca, che lenisce le ferite col balsamo della presenza, quella che non ha bisogno di ripetersi o confermarsi ogni giorno, che non importa se ti conosci da una vita o da qualche mese: semplicemente ci sei. E ti dà gioia esserci.

E un fluido di armonia scorre invisibile fra te e le altre, impalpabile bisogno di raggiungersi per vie costellate di emozioni dense di significati, tutte canalizzate verso una direzione, verso una donna coraggiosa, determinata, speciale. È intesa, comunanza, unione. Sono le anime che si sfiorano e danzano lievi.

È l'amicizia, quella vera.

Oggi voglio rendere onore alle “mie ragazze”, alla meravigliosa donna che è in ciascuna di loro. E all'amica speciale...forza, siamo tutte con te!

virginia

domenica 26 agosto 2012

False denunce di abuso in ipotesi di separazione conflittuale - Sindrome da accuse sessuali da divorzio


 
Molto spesso i padri rivendicano l'affido condi­viso, il diritto di frequentare i figli con regolarità e la possibilità di svolgere il ruolo genitoriale in mo­do completo ed efficace. Essi av­vertono un profondo disagio nel­l'interpretare la parte derespon­sabilizzata del papà della dome­nica, i cui unici doveri sono quel­li di provvedere al mantenimento dei figli e di farli divertire duran­te le ore che trascorrono insieme. Di contro, si sta assistendo ad un proliferare di denunce nei confronti di padri indegni, riguardanti mal­trattamenti e abusi sessuali sui fi­gli bambini. Accuse infamanti, mol­te delle quali risultano poi essere fal­se. E se alcune di queste sono at­tribuibili alla Sindrome della Madre Malevola, dettate cioè da un biso­gno patologico della ex moglie di punire l'ex marito cercando di alie­nargli i figli, o alla Sindrome di Alie­nazione Genitoriale (PAS), altre in­vece sembrano rispondere ad una vera e propria strategia offensiva usata con superficialità e inco­scienza nelle cause di divorzio. Pur di "vincere" non si tiene infatti con­to dei danni che si possono arrecare ai figli, i quali si sentono in colpa se indotti a testimoniare contro il ge­nitore e sminuiti e umiliati all'idea di avere un padre indegno perché di frequente all'interno di que­sta categoria vengono riuniti fe­nomeni che presentano caratte­ristiche diverse.
La ricerca sulle false denun­ce di abuso si è sviluppata principalmente in tre dire­zioni: alcuni studi si sono con­centrati sull'accuratezza della ri­costruzione dell'abuso da parte del minore, altri hanno preso in considerazione le false denunce e i cosiddetti "falsi ricordi" pro­dotti da adulti in merito a presunti abusi subiti in età infantile, altri ancora hanno indagato le false denunce generate nel contesto del­le controversie legali legate alla separazione. È quest'ul,timo l'am­bito nel quale viene evidenziata la loro maggiore incidenza: un ge­nitore risentito, nei confronti dell’altro partner può, infatti, intenzionalmente architettare una causa di abuso.
 
La portata del fenomeno ha condotto alcuni ricercatori a dare una definizione specifica, ossia "Sindrome da accuse sessuali da divorzio" (Sexual Allegations Divorce, SAIO Syndrome) (Bh e Ross, 1987); come hanno sottolineato gli autori che ne hanno delineato i tratti distintivi.
A monte delle accuse è presente una storia familiare disfunzionale, con conflitti irrisolti legati la separazione e a situazioni ambigue; la madre, che generalmente è il genitore accusante, presenta di solito una personalità isterica o border line, o comunque arrabbiata e decisa a farsi "giustizia".
In merito alla frequenza del fenomeno, i dati forniti dalla letteratura sono piuttosto eterogenei uno studio condotto da Thoen e Tjaden (1990) e quello svoltc Mclntosh e Prinz (1993) ha evidenziato che le accuse all'interno di controversie legate all'affidamento dei figli sultavano presenti nel 2% dei casi, mentre una ricerca più recente di La Fortune e Carpenter mostra che il fenomeno si verifica con una media del 30%.
I soggetti, che possono o meno essere affetti da un disturbo di personalità, risultano:
-soggetti ossessionati dall' odio e dall'ostilità nei confronti dell'ex partner e che fanno di tutto per ar­recargli danno; in questi casi il bambino viene strumentalizzato e diventa una pedina nella batta­glia contro l'ex compagno (il con­cetto elaborato dallo psichiatra americano Richard Gardner (1987) di "Sindrome da Aliena­zione Parentale" (PAS, Parental Alienation Syndrome) trova spesso applicazione in situazioni di questo tipo, così come quello di "Sindrome della Madre Malevola" )
- soggetti ossessionati dall'idea che il figlio sia stato o possa essere oggetto di abuso sessuale. Geni­tori come questi possono arriva­re a interrogare costantemente il bambino, ad esaminare i suoi genitali al ritorno dalle visite pres­so l'altro genitore, a sottoporlo ' di continuo a visite mediche, fino a quando qualche professionistan non giunga a confermare il so­spettato abuso. In casi come que­sti, possono essere presenti anche più resoconti infondati di abuso;
- soggetti che reagiscono in mo­do abbastanza appropriato di fronte ad una situazione ambi­gua rivolgendosi ad un esperto, ad esempio un terapeuta, che tut­tavia, in maniera avventata, co­munica al genitore che il bambi­no è stato sessualmente abusa­to. Quando uno specialista espri­me un parere sulla base della sua autorevolezza professionale, è le­cito che un genitore sensibile ne risulti facilmente convinto.
Generalmente il genitore che muove l'accusa, nel caso di un abuso realmente acca­duto, come evidenzia Gardner, tende a manifestare sentimenti autentici di confusione, smarri­mento e imbarazzo, cercando di mantenere il segreto intorno al­l'accaduto; viceversa, nei casi in cui la denuncia sia costruita, il ge­nitore accusante esprime il biso­gno di raccontare i dettagli della vi­cenda a tutti senza alcun senti­mento di vergogna, si mostra fer­mamente convinto dell'abuso fin dall'inizio ed è restio ad accettare l'eventualità di spiegazioni alter­native, tanto che, se l'esperto con­sultato per primo esclude l’ abu­so, il genitore accusante continua a cercare altri professionisti che confermino i suoi sospetti e ri­chiede che le indagini proseguano, senza preoccuparsi delle conse­guenze che queste possono pro­durre nel bambino. Alcuni genitori poi continuano ad essere convinti che il loro bam­bino sia stato abusato anche dopo che il Tribunale ha disposto l'archiviazione della denuncia e che è stata decretata la ripresa dei contatti tra il minore e il ge­nitore accusato.
Rispetto all’età del bambino coinvolto nelle false denunce, le ri­cerche sottolineano come più fre­quentemente si tratti di bambini molto piccoli, spesso al di sotto dei 5 anni, particolarmente vul­nerabili alle manipolazioni di un genitore arrabbiato e assetato di vendetta contro l'ex partner.
Di solito, nel caso delle false de­nunce, i resoconti sono di natura piuttosto vaga e non riferiscono di un preciso comportamento attri­buito all'accusato; difficilmente si prestano ad essere verificati o respinti, perché si basano su af­fermazioni quali" qualcosa è suc­cesso", oppure "c'è qualcosa di sbagliato, me lo sento", e la convinzione di chi accusa è difficilmente intaccabile. Non di rado resoconti presentati dal genitore accusante, che con maggiore' probabilità si riveleranno falsi, È necessario inoltre sottolineare il ruolo spesso ricoperto dai professionisti coinvolti negli episodi di false denunce: uno dei fatti l'origine delle accuse è la conferma prematura di figure professionali in merito alla verità dei sospetti .
Gli errori di valutazione che si commettono riguardo al­le rivelazioni di abuso ses­suale a danno di minori compor­tano delle conseguenze a lungo ter­mine che colpiscono tutte le parti coinvolte nella vicenda: anche se in letteratura l'accento è stato posto soprattutto sulle ripercussioni su­bite dal minore realmente abusa­to che non viene creduto, anche nel caso di una falsa denuncia ri­tenuta fondata, il bambino è de­stinato purtroppo a subire un trau­ma. Il minore non solo rimane in­trappolato nella spirale dell'iter processuale, ma spesso è avviato a percorsi terapeutici specifici per le vittime di abuso che possono ri­sultare confusivi e potenzialmente iatrogeni, senza parlare poi della relazione del bambino con il geni­tore accusato, che il più delle vol­te rischia di rimanere irreparabil­mente danneggiata
Evi

martedì 21 agosto 2012

Limite vs Perfezione



"I dettagli fanno la perfezione
e la perfezione non è un dettaglio"
Leonardo da Vinci


Credo che uno dei "mali di vivere", per dirla citando un noto poeta italiano, che ci troviamo a fronteggiare sia quello di ACCETTARE I LIMITI. Ebbene sì, credo si faccia sempre più fatica ad accettare che la vita non è sempre come l'avremmo voluta; gli altri non sono sempre come ci saremmo aspettati; noi non siamo perfetti come vorremmo; i nostri figli non sono dei geni o degli esemplari per gli altri. Ogni ambito della vita quotidiana a cui sto pensando mentre scrivo mi porta a credere che siamo spinti sempre a voler superare qualchel limite.

Ma cos'è il limite?

Se si dà un occhio al dizionario emergono molte sfaccettature del limite:

Linea di demarcazione, confine; livello o punto estremo a cui può giungere qualcosa; confine. Credo che fin qui tutto possa andar bene e non ci sia molto da dire. Ma il dizionario aggiunge anche un'altra accezione a questa parola: Manchevolezza, insufficienza. Almeno due le riflessioni si possono fare a proposito

Nel primo caso il limite non è più un semplice linea di demarcazione ma diventa uno spartiacque che ricorda che ciò che non sono/non posso/non valgo/non ho.

Viviamo in una società in cui ci viene chiesto di essere perfetti e capaci di far tutto; in un mondo in cui siamo molto più portati alla competitività piuttosto che alla collaborazione. Il limite diventa pericoloso perchè è espressione delle carenze. Mostrando limiti e difetti si corre il rischio di essere derisi/ non accettati/sostituiti. Ma la stessa cosa si applica anche in senso contrario: se si coglie i limiti altrui ci si può mostrare migliori agli occhi di ... e trarne vantaggio. Il rischio che si corre all'interno di questo gioco è quello di non aver scrupoli nel cercare di raggiungere a tutti i costi l'obiettivo; anche se questo potrebbe implicare il ricorrere a tecniche sleali o mettere a repentaglio la propria vita. In questo primo caso di vive una vita di apparenza alla ricerca e alla rincorsa di una meta ambita che una volta raggiunta non lascia spazio alla quiete e all'assaporare il traguardo ma impone di fare un altro passo e poi un altro e un altro ancora.

Ma il limite può essere anche altro. Come cambia la prospettiva se si permettesse al limite di rappresentare la chiave di lettura per conoscere se stesso e accettarsi per quello che si è. La persona perfetta non esiste. Ciò che esiste è l'unicità di ogni essere umano, e credo che questo valga più della perfezione. Nella misura in cui si accetta la propria imperfezione diventa più semplice anche fare i conti con i limiti che essa comporta. E' imparando ad accettarsi come sì è che si vive serenamente e pienamente. Forse in questo modo si potrà avere anche più disponibilità a capire il limite; alcuni di essi potranno essere affrontati e superati e mentre altri si impararerà ad accettarli. Ciò che dovremo imparare a fare è prenderci a cuore la nostra vita e vivere con responsabilità. Imparare dagli errori e non temere di sbagliare. Anche l'errore potrebbe essere visto sotto altra luce: non come un peccato ma come un atto di coraggio per metter alla prova se stesso nel tentativo di essere una persona migliore.

Erika

giovedì 2 agosto 2012

Lib(e)ri per ferie


Sapete quanto io ami i libri e quanto non mi stancherò mai di suggerirvi letture affascinanti per la vostra anima.

Siamo entrate nel mese di agosto. Per alcune significa vacanza, per altre riposo, per altre ancora lavoro, ma magari con ritmi meno serrati che in altri periodi dell'anno.

In ogni caso voglio indicarvi dei testi da poter sfogliare e assaporare, tuffandovi nelle vite di personaggi che vi facciano provare emozioni, che vi portino altrove, anche se siete sul divano di casa vostra.

Sono gli ultimi che hanno abitato il mio comodino, dalla primavera ad oggi.

Vi prometto che non citerò quelli troppo psico-tecnici (o “mattonazzi” che solo io riesco a leggere prima di dormire, come dice una mia amica!).

Se vi appassionano le storie tutte al femminile:
_Dieci donne. Marcela Serrano
_Donne dagli occhi grandi. Angeles Mastretta
_La donna abitata. Gioconda Belli.
_Passioni di famiglia. Cristina Comencini

Sul tema del rapporto speciale con una madre e sul lutto della sua perdita:

_Fai bei sogni. Massimo Gramellini
(un altro che mi viene in mente adesso, declinato al femminile è Se è una bambina, di Beatrice Masini, di qualche anno fa..)

Sul tema del padre, della responsabilità e delle scelte che cambiano una vita:

_Il senso dell'elefante. Marco Missiroli

Sul tema di cui tutti parlano... (non ho letto le cinquanta sfumature di grigio), ma Sul mio corpo di Sonia Rottichieri.

Sull'importanza della libertà, sull'uso dei libri per raggiungerla, sulla rivoluzione silenziosa ma dirompente come solo le donne sono capaci di fare:
_Leggere Lolita a Teheran. Azar Nafisi
_Io Nojoud, dieci anni, divorziata. Nojoud Ali

Per le future mamme:
_Pensare per due. Massimo Ammanniti.

Per la bambina che c'è in voi:

_Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie. Lewis Carroll (questo me lo sono scaricato sul telefono e i miei occhi lo sorseggiano nelle pause, quando hanno bisogno di sognare)

Buona lettura!
virginia