mercoledì 27 giugno 2012

Holiday to do list (memorandum di benessere per una vacanza)



Fra poco è luglio, complice il caldo che non ci lascia tregua, il nostro pensiero è tutto votato alle prossime vacanze, che occupano la maggior parte delle conversazioni di chi si incontra per strada e riecheggiano nelle case dove ancora non è stata decisa una meta...

Oggi vorrei provare a stilare una lista di cose da ricordare, non tanto di affari pratici per poter sbrigare al meglio i preparativi o gestire in modo ottimale il soggiorno, ma alcune gocce refrigeranti di consapevolezza, che aiutino a fare attenzione a ciò che accade dentro, perché la pausa di rigenerazione abbia effetti duraturi nel tempo.
  1. qualsiasi sia la meta, cercate di sentirvi “fra parentesi”. Almeno per quei giorni non pensate al lavoro, ai problemi, evitate telefonate non necessarie: ce la possono fare tranquillamente senza di voi, anche se credete il contrario.
  2. Concedetevi tempo. Evitate di scandire le giornate con gli stessi ritmi (fagocitanti) di sempre. Provate a dire no agli appuntamenti prestabiliti, alle attività frenetiche dei villaggi dove ogni ora è scandita da qualcosa da fare, ai percorsi definiti al dettaglio, al prendere tutto con smania di fare.
    Dite si, alla calma, al silenzio, al riposo.
  3. Provate ad assumere un atteggiamento di scoperta: sia che entriate in contatto con un'altra cultura o che andiate al solito stabilimento balneare di una vita, cercate elementi di novità che arricchiscano il vostro patrimonio di conoscenze o il vostro repertorio di emozioni. Mangiate cibi sconosciuti, parlate con persone diverse, fate cose che a casa di solito non fate. No alle abitudini.
  4. Entrate in contatto profondo con la natura. Camminate sulla sabbia facendo attenzione al contatto dei piedi con la terra e l'acqua, ritrovate il ritmo del vostro respiro sintonizzandolo con le onde che si infrangono sulla riva, lasciatevi attraversare dall'aria pura di montagna mentre osservate le vette limpide e maestose, oppure godete semplicemente di un giardino, oasi verde fra i grattacieli di una grande città.
  5. Nel caso di una vacanza in città d'arte, entrate in connessione con le opere che guardate, provate a gustarne i particolari, ascoltare ciò che provocano in voi, chiedetevi perché un colore, un particolare architettonico o un soggetto di un quadro colpisce così il vostro animo...
  6. Fate delle foto che non si limitino a immortalare volti, ma riescano a fermare un momento, rappresentino qualcosa di significativo che quando verrà poi rivisto in seguito riesca a trasmettere un senso di compiuto appagamento. Se ci sono paesaggi che vi evocano emozioni e sensazioni di benessere, catturateli nell'obiettivo e poi, una volta a casa, collocateli qua e là come piccoli spunti di gioia quotidiana.
  7. Scegliete un libro (o più) da portare con voi. Chiedetevi che cosa il vostro animo ha voglia di scoprire in questa pausa dal tran tran e poi vagate per una libreria o in biblioteca in cerca di un titolo che catturi la vostra attenzione.
  8. Dedicatevi al vostro partner e insieme donate nuova energia alla coppia. Anche qui sentitevi fra parentesi, sperimentate, dialogate, chiedete, proponete, giocate, fate l'amore, siate complici, siate donne diverse da quelle che siete ogni giorno, mostrategli lati inusuali e chiedetegli di fare altrettanto.
    Dedicatevi ai bambini. Anche se lo fate ogni giorno, provate a sperimentare cose nuove anche con loro, assecondate un loro desiderio che non deve essere materiale, ma relazionale. Tornate un po' bambine anche voi e concedetevi di giocare, scoprire, raccontare... il vostro bambino ne sarà felice. Se non avete bambini, osservateli e provate a ritrovare dentro di voi qualche qualità della vostra bambina interiore, che può essere un'ottima risorsa in alcune situazioni.
  9. Nel caso rimaniate a casa, potete fare lo stesso molte delle cose elencate ai punti precedenti, in più, approfittate per fare tutto ciò che vi fa stare bene ma che non avete mai il tempo di fare durante l'anno. Ad es. cucinate con passione, cominciate un nuovo hobby o bricolage, approfondite un argomento che vi interessa, ecc...
  10. Alla fine della vacanza decidete alcune “parole chiave” da portare con voi al ritorno. Devono essere aspetti importanti, qualcosa che avete provato o imparato, una qualità che volete portare nel vostro quotidiano, per donargli spazio e coltivarla nel tempo. Una parola-seme, un concentrato della vacanza in poche lettere. Averla presente vi aiuterà a prolungare gli effetti di questi giorni di leggera beatitudine da recuperare per rinfrancarvi durante l'inverno che verrà.
Vi lascio con una perla di saggezza di Lao Tzu, da scrivere a caratteri cubitali nella vostra mente “chiunque pratichi la non-azione è occupato a non essere occupato”.

Ricordatevi che anche l'ozio può essere un'attività cosapevole... ;-)

Buona vacanza!

virginia

lunedì 25 giugno 2012

Il lieto fine è possibile


Qualche giorno fa Evi ci aveva raccontato una storia, per rendere testimonianza del coraggio di una donna come tutte noi, ma che ha vissuto un dolore immenso, profondo e lacerante (la trovi qui). Angela ce l'ha fatta a rialzarsi e con coraggio ha affrontato i suoi mostri, dentro e fuori da sé.
Questa donna, sorella d'anima di ciascuna, ci ha inviato le sue parole che narrano con meravigliosa grazia una sofferenza indicibile, e non possono evitare di penetrare nelle viscere ed evocare vissuti difficili da esprimere, che ci rendono fragili e vulnerabili ma al tempo stesso ci spingono a una profonda gratitudine verso di lei, per averla voluta condividere con noi. Grazie “Angela”, ti siamo vicine in questa Rinascita.
Un giorno molto lontano amavo ascoltare le favole, sentire la voce del raccontastorie di principesse nascoste nelle torri e poi salvate dal principe o di zucche trasformate in carrozze..
Una sera mi hanno strappato da questo mondo magico per portarmi in uno scenario dove l'orco era il protagonista principale e il principe non sarebbe mai arrivato.. Il cattivo si era insediato nella mia famiglia sotto falso aspetto di amico fidato e premuroso che avendo due figli maschi sentiva di voler cosi' tanto bene a questa bambina sempre allegra che chiese il permesso di porterle dare la buonanotte di leggerle le favole... le favole si... ma solo lui le conosceva e poi... solo io.. io che rimanevo ferma e immobile mentre la sua bocca andava tra le mie tenere gambine.. io che zitta sentivo le sue mani sul mio corpo..io che non capivo che diavolo di favola era..
Poi con il passare degli anni quella fiaba era diventata un libro di fiabe..
di fiabe macabre e devastanti.. io che avevo congelato la mia innocenza in un cassetto del mio cervello e ne avevo perso la chiave ho imparato a vivere giorno dopo giorno ... senza raccontare niente a nessuno.. senza un pianto..
senza nulla .. Ricordo ancora quando un giorno mia madre poiche' pioveva chiese al buon amico di accompagnarmi a casa in macchina perche' lei che era in bici aveva paura che io mi bagnassi .. ma lei non sapeva..non poteva sapere .. il mio inferno..l'urlo dell'anima che diceva no!!!! ti prego... voglio bagnarmi ..
voglio sentire la pioggia bagnarmi il viso..voglio sentirmi viva... non uccidermi...non straziare la mia carne... mi sono trovata in macchina ..e mentre lui guidava le sue mani hanno cominciatoa toccarmi ..e io come una piovra ero appiccicata alla portiera .. e lui rideva..il maiale rideva felice di essere il mio signore padrone..
Ma la vita procede veloce e il tempo ti fa crescere.. e quando ha capito che potevo essere pericolosa mi ha lasciata in pace.. ma ormai tutto era perso..
l'innocenza.. la purezza... tutto svanito.. Ha lasciato spazio solo a sentimenti di vendetta verso il sesso maschile..
Troppo lunga la storia ma gli uomini nella mia vita spesso li ho usati..
annientati.. mi sono fatta amare e poi li distruggevo lasciandoli nel loro dolore.. si sono sempre stata brava a farmi amare perche' sapevo come farli cadere ai miei piedi... perche' conoscevo l'arma per annientarli... ho anche amato ma poi si spegneva l'amore.. quando mi sento in trappola devo fuggire ..
devo volare.. devo respirare liberta'.. devo essere io la mia padrona...
A 33 anni mi hanno detto di non progettare il futuro. di vivere alla giornata...a 33 anni avevo gia' un divorzio alle spalle e una convivenza appena finita e ..3 figli... a 33 anni non potevo pensare di mollare tutto..a 33 anni io dovevo lottare per loro per me per i miei.. Io solo questo so fare,,lottare per qualche cosa.. il mio amico tumore ha patteggiato con me.. io gli do in affitto il mio cervello e lui sta li ogni tanto da una festa e quindi mi porta in ospedale ma poi tutto rientra.. a 35 anni mentre sola andavo a ballare incontro un ragazzo che diventera poi mio marito.. a 39 anni ... la tragedia ... la morte della mia anima... scopro casualmente che mia figlia la secondogenita e' stata abusata e violentata dal mio orco.. dal mio stesso carnefice.. Un urlo partito dallo stomaco che mi ha attraversato ogni singola cellula.. pure il mio tumore s'e' spaventato.. a allora ho alzato la testa..
basta silenzi..basta basta basta..
Con grande forza ho preso questa bambina ormai cresciuta e assieme abbiamo denunciato.. Si ! Abbiamo portato tutto alla luce del sole... rispolverato le ragnatele della memoria.. abbiamo pianto abbiamo sopportato domande cattive e insidiose. ci siamo sottoposte a confronti demolitori ma sempre a testa alta..
perche' le donne non devono piu' subire..perche non ci deve essere piu' omerta'' perche' la nostra forza siamo noi...
Abbiamo sopportatato per 5 lunghi anni tra rinvii e burocrazie lente poi.. poi la luce e' tornata.. poi la giustizia e' stata fatta.. poi e' arrivata la parola magica.... CONDANNATO!!!!!
Ecco .. ho aperto il libro delle fiabe.. mi sono seduta sul letto ... ho ascoltato il cantastorie...e ho pianto..perche' ora sia io che mia figlia possiamo guardare con serenita' al futuro e possiamo chiudere con un sorriso il libro e dire... e vissero felici e contenti
"angela"






mercoledì 20 giugno 2012

Il bello del camminare insieme



"L’amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L’amore può condurci all’inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. E’ necessario accettarlo, perchè esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur avendo i rami dell’albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e coglierli. E’ necessario ricercare l’amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perchè, nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore, anche l’amore muove per venirci incontro. E ci salva".

Sulla sponda del fiume Pedra mi son seduta e ho pianto (Paulo Coelho)


Dovremo tenere bene a mente queste parole tutte quelle volte che pensiamo solo di aver sbagliato, deluso, amato troppo e ricevuto troppo poco.
La vita è un gioco di relazioni, di persone che si intrecciano sul nostro cammino e che ci regalano qualche cosa. E così pure noi regaliamo qualche cosa a loro.
Abbiamo così bisogno della presenza di altre persone vicino a noi che a volte diamo pure per scontato che ci sarà qualcuno.
L'amore e l'amare sono nella nostra natura: nasciamo da un atto d'amore e veniamo alla luce capaci non solo di ricevere amore ma anche di donarlo e di far sentir bene chi si prende cura di noi.
Credo che dovremo imparare a ringraziare un po' di più le persone che ci sono vicine e dovremo imparare a farlo anche quando un amore o un'amicizia finiscono perchè se oggi siamo ciò che siamo è anche grazie al pezzo di strada che abbiamo condiviso con loro.

erika

lunedì 18 giugno 2012

Strategie di ricerca di autenticità



Sulla scia dell'ultimo post (se lo hai perso lo trovi qui) mi pareva interessante proporvi un lavoretto appassionante e creativo, per cercare, trovare o recuperare tutti gli aspetti di voi che possono rappresentare i frammenti della vostra autenticità, polvere di stelle che rischia spesso di celarsi e perdersi nelle pieghe del vivere quotidiano, rischiando di confondersi con la polvere grigia di cenerentola.

Vi invito a redigere il vostro Scrapbook, ovvero il libro dei ritagli, mania americana per rendere indimenticabili alcuni eventi privati, che è stata anche presa a prestito dalla moda per individuare stili e tendenze e poter creare così una collezione su un tema-filo conduttore di una stagione.

Oggi per voi il tema sarà la vostra vita e ciò che la guida.

Trovate esempi e informazioni su questo hobby qui e qui, ma non importa che abbiate tutto l'occorrente che viene richiesto in questi siti... basta la vostra esuberante creatività e il collegamento con l'energia che vi appartiene.

In molti post vi ho raccontato che noi non siamo affatto tutte d'un pezzo, che dentro di noi coabitano molte parti che insieme ci rendono uniche e irripetibili. Ecco, è l'ora di tirarle fuori, di mettere su carta quegli aspetti che vi caratterizzano e raccontano di voi, del vostro mondo e dei vostri desideri.

  1. Potete usare un vero e proprio book cartonato, un album della misura che vi piace o anche un quaderno, l'importante è che ci sia spazio per molte emozioni.
  2. Scegliete per prima cosa delle foto dove vi piacete, vi sentite belle e raggianti, in linea con la vostra energia primordiale (possono appartenere a varie fasi della vostra vita)
  3. Entrate in sintonia con gli stati d'animo che quelle foto vi trasmettono, e posatele sulla pagina bianca, cercando poi fra ritagli di giornale, altre foto di paesaggi o colorando coi pennarelli, di ricostruire quell'atmosfera.
  4. Lasciate dello spazio per trascrivere vissuti o decorare con parole o frasi “chiave” che potete trovare anche sulle riviste (es. gioia, libertà, innocenza...)
  5. Dopo le prime pagine costruite intorno alle foto, cominciate a fare attenzione a tutto ciò che vi ispira nella vostra vita e costruite delle pagine seguendo quegli stimoli. Es. una foto del mare, o di alcuni tipi di fiori, o dei cibi, o il titolo di un libro, un personaggio ecc...

Questo è un modo divertente e evocatore di materiale che una volta uscito, esige di essere espresso in qualche modo nella vostra esistenza. Vi può ispirare in diverse occasioni.

Appassionatevi alla vostra vita, è il miglior modo per restare in contatto con l'anima.

Buona settimana a tutte!

virginia

mercoledì 13 giugno 2012

Storia di Angela, Storia di Abuso.



Questa è Angela . Il suo nome è inventato, ma per me lei è Angela. La incontro in una giornata che sa di pioggia che non vuole bagnare, come i suoi occhi, che sanno di lacrime che non vogliono uscire (1) .

È una bella quarantenne con occhi neri e capelli neri,esageratamente neri. Il tono della sua voce è deciso, forte e monocorde, il suo eloquio risulta forbito e la sua narrazione precisa.

Mi sembra di avere davanti un imprenditore che mi spiega i fatti che lo hanno portato a me per un recupero di un credito.

Invece Angela mi racconta la storia della sua vita , una vita di Abuso.

Mi dice queste parole "Ho subito violenza dall età di otto anni fino ai tredici da un amico di famiglia, abuso che non ho mai rivelato a nessuno , poi mi sono sposata in giovane età in quanto era rimasta incinta di mio figlio, il maggiore di altre due , mi sono separata e ora mi sono risposata. Anche mia figlia ha subito violenza dall 'età di otto anni dallo stesso uomo che aveva abusato me, quando l ' ho lasciata dai nonni mentre ero al lavoro.Non appena l 'ho scoperto, perché mia figlia non me lo avrebbe mai detto,ho denunciato quell'uomo e tra due giorni ci sarà il verdetto. Le chiedo di farmi una costellazione familiare per capire "

Guardo questa donna, osservo questa madre e vedo una bambina.Una bambina senza bambina.

Vorrei intimamente fuggire da quella bambina senza bambina dai capelli troppo neri ...mi fa troppo male vedere e ascoltare quella bambina senza bambina diventata donna senza donna che ha a sua volta generato una bambina senza bambina e chiedo aiuto all'universo perchè ci protegga,ma non so se basti...

E poi faccio parlare il mio cuore con il suo e tutto fluisce.

Lascio che la forza dell'amore ci avvolga e ci parli, ci faccia riconoscere ciò che è ed andare avanti nella strada della consapevolezza, mettendo la bambina senza bambina al posto della bambina e invitandola a riprendersi il suo posto di bambina, il suo spazio, quello violato...

Alla fine della costellazione Le chiedo di riprendersi la sua forza, la forza delle donne, che quell ' uomo le aveva rubato per due volte. Sì perché quell 'uomo voleva portarle via la forza della vita e dell' amore e prova ne sia il fatto che ha abusato anche di sua figlia.

La legge umana questa volta non é stata cieca: quell' uomo è stato condannato grazie al coraggio di una madre che ha denunciato, che ha parlato.

Il silenzio complice della colpa della donna di essere donna, di secoli di abusi perpetrati nella quotidiana normalità, di archetipi virginali e religiosi è stato a sua volta violato dall'amore di Angela per sua figlia.

Grazie ad Angela, a sua figlia e alla forza dell ' amore e della vita.

Evi

(1) Angela ha dato il suo consenso alla pubblicazione di queste righe, come testimonianza che dal dolore e l'ingiustizia se ne può uscire, con coraggio.

lunedì 11 giugno 2012

Donne dal sapore inconfondibile

pics from littlesnobthing


Una domenica in campagna.

Una coperta a scacchi sotto un acero, davanti a un'aia di quelle di una volta, libri e parole fra amici.

Questo il contesto che mi ha dato spunto per il post di oggi.

Alle cinque, merenda a base di cocomero fresco e un'amica che dice “quest'anguria sa di qualcos'altro, quei sapori come da casolin” e ci spiega come nei negozietti microscopici dei paesini di campagna capiti che i prodotti freschi ed esposti all'atmosfera degli spazi angusti – dove tutto è stipato per ottimizzarli – ci sia una contaminazione di sapori, per cui ad esempio il prosciutto potrebbe prendere un ricordo di sapone e l'anguria un'aria velata del formaggio e via così...

Sul momento noi non ce ne eravamo accorti, ma facendoci attenzione l'abbiamo percepito.

Così la mia mente non ha potuto fare a meno di rielaborare questo concetto in chiave esistenziale e rilevare come a volte capiti anche alle persone di farsi contaminare da soggetti con sapori più forti e decisi dei propri – come processo naturale del convivere o perché ci lasciamo sopraffare o perché cerchiamo di imitarli, pensando che siano migliori o più “gustosi”.

Mi è uscito fuori un ricordo di quando ero piccola e si andava al mare, incontrando bambini di altre regioni che parlavano in maniera diversa e curiosa, mettendo magari un articolo davanti ai nomi o usando espressioni dialettali che subito si inserivano a pieno titolo nel nostro nuovo vocabolario post-vacanziero. Era da una parte un modo per sentirsi più vicini, per essere accettati e integrarsi in un mese fra parentesi, lontano dagli amici di sempre e dall'altro, al ritorno, ci sembrava di essere stati a contatto con persone particolari, ci sentivamo diversi e unici in un contesto dove tutti continuavano ad usare le stesse cadenze e parole, rendendoci un po' speciali e al centro dell'attenzione.

A volte capita anche fra amiche: la vicinanza emotiva e di esperienze fa sentire simili, quando siamo giovani poi si tende anche ad assomigliarsi, a voler quasi essere l'altra e integrarne le qualità che amiamo...

Lo stesso può accadere nella coppia, quando, dopo tanto vivere insieme, si finisce per amare quelle piccole manie dell'altro, che diventano un po' anche nostre, si impara a respirarci nel profondo e assimilare particolari e dettagli.

Questi processi possono essere spontanei e naturali, ma ci sono casi in cui si tratta di vere imposizioni, proprie o altrui.

Quante leggere e tenui angurie hanno dovuto assorbire loro malgrado il sapore tenace di altri mondi, accettando che il loro non andava bene, sforzandosi di diventare addirittura qualcos'altro e rinnegando la loro natura? Non c'è niente di più triste di un'anguria che sa di formaggio... perché essa perde la sua identità, ciò che la caratterizza e la fa essere quella che è, semplicemente, senza artifici.
Dobbiamo imparare che non è possibile essere amati da tutti. Questa è un'ipotesi puramente idealistica, difficilmente attuabile nella società umana. Possiamo essere la prugna più succulenta del mondo, dolce, succosa, matura; ed essere pronti offrirla a un altro, chiunque egli sia. Ma al tempo stesso dobbiamo ricordare che non a tutti piacciono le prugne. Dobbiamo capire che, se siamo la prugna più succosa e matura del mondo e qualcuno che amiamo non apprezza le prugne, possiamo sempre scegliere di diventare una banana. Certo, saremo sempre una banana, ma niente ci impedisce di continuare ad essere la miglior prugna del mondo. Dobbiamo tener presente che, se decidiamo di essere una banana di seconda scelta, corriamo il rischio che la persona amata ci consideri a sua volta di seconda scelta, e che, decisa ad avere solamente il meglio, decida di scartarci piantandoci in asso. Ci resta la possibilità di lottare tutta la vita per diventare la miglior banana – cosa impossibile se siamo una prugna- oppure possiamo continuare a sforzarci di essere la miglior prugna. (Leo Buscaglia - "Love")


quindi, che siate prugne, banane o angurie, non rinunciate mai al vostro sapore unico e inconfondibile, perché è ciò che vi rende autentiche e inimitabili e vi permetterà di liberarvi del cuoco da strapazzo che tenta di cammuffare il vostro gusto e di trovare sul vostro cammino lo chef che lo esalterà, rendendolo straordinario.

Dedico questo post allo chef del mio cuore.

Buona settimana
virginia

lunedì 4 giugno 2012

L'erba voglio...


...non cresce nemmeno nel giardino del re.

Questo è quello che ci dice la tradizione popolare sotto forma di proverbio.

Doveva servire a stare con i piedi per terra, a non volere oltre le proprie possibilità, a non osare desiderare quello che non sarebbe stato possibile ottenere.

È ancora così valido oggi, questo proverbio?

Quella in cui viviamo è una società dove vengono continuamente elicitati nuovi e più ampi bisogni, per portare ciascuno a volere sempre di più e di meglio, di nuovo, trasformando l'impossibile in possibilità.

Se questo da una parte ci fa sentire ogni giorno più ricchi di opportunità, dall'altro può portare ad avere una gran confusione in testa: cosa davvero vogliamo? O meglio, c'è ancora un processo decisionale oppure ci troviamo sulla scia dell'appagamento senza neppure chiedersi se abbiamo bisogno o voglia di quella cosa, di quella persona, di quella situazione?

Mi sono trovata da poco a dover comprare un telefonino nuovo, perché il mio non funzionava più molto bene, e ci ho pensato e ripensato un sacco...finché ho potuto sfruttare al massimo quello vecchio facevo fatica a pensarmi con un altro.

La mia logica era “adesso non ne ho bisogno”.

Trovandomi dentro un mega store di telefonia mi sono accorta che la mia logica è veramente agée , sorpassata. La giovanissima commessa che mi ha edotta su funzioni, giga e cose tipo pixel ecc.. mentre mi spiegava i modelli all'ultima moda, mi guardava con aria interrogativa, rispondendo forse alla mia faccia spaesata e persa.

Eppure sono abbastanza tecnologica, infondo il blog lo gestisco io tutto da sola, non son proprio digiuna di funzionamenti informatici...e alla fine ho optato per un telefono con tante funzioni belline, che mi permette di leggere mail, di cercare un'informazione su internet ma con un costo ridotto (dovrei dire ridottissimo se comparato con quelli della mela famosa!), insomma una sana “via di mezzo”. ;-)

Sono uscita e per un paio di giorni devo dire che mi sono anche divertita a scoprire le cose nuove che potevo fare con quel piccolo aggeggio che si muoveva al solo sfioramento di dita... poi mi sono fermata. O forse è meglio dire annoiata?

Semplicemente sono tornata a usare il telefono per quello che mi è sempre servito: sentire la voce di qualcuno o scrivere short messages per abbreviare i tempi di comunicazione.

Immagino che, a parte chi necessita di certe funzioni per lavoro... il resto è davvero solo bombardamento mediatico legato alla moda del momento.

Perché vi ho raccontato questo?

Perché mi rendo conto del nostro essere dipendenti dalle cose, dagli oggetti, dalle mode che ogni giorno ci rendono più schiavi.

Ogni volta che ci compriamo un oggetto (abito, tecnologia o accessorio) abbiamo un'impennata di novità che ci fa sentire diversi e ci permette di sperimentare qualcosa. Questo però ha la durata come di un giocattolo per i bambini: entusiasmo, godimento, abbandono.

Ci sentiamo “ganzi” come si dice a Firenze, ci viene anche un sorrisetto sulle labbra che ci permette di osare e magari provare ad essere qualcosa di diverso dal solito.

E poi?

E poi, se non siamo ganzi dentro, è inutile riempirsi di cosine ganze fuori.

In realtà, se siamo appagate e soddisfatte, lo si è anche con un telefono che fa ridere perché attaccato insieme con lo scotch, siamo belle anche in pigiama con la faccia stropicciata, dentro una casa che non ha mobili di design ma racconta pezzo dopo pezzo chi siamo...

lo stile non ha nulla a che fare col denaro. Chiunque può cavarsela col denaro. La vera arte è cavarsela con quattro soldi” ha detto Tom Hogan.

Siamo noi a dar valore alle cose, non loro a darlo a noi.

Una volta capito questo, l'erba voglio è perenne, nel giardino della nostra anima.

Buona settimana
virginia