giovedì 29 maggio 2014

parole per l'anima #22


Uno dei "miracoli" cui amo assistere nel mio lavoro è ciò che io chiamo la "ri-attribuzione di significato". 
Amo poter essere la testimone di un processo a volte lento, altre volte immediato e inaspettato, che porta le persone a cogliere se stesse sotto una luce nuova, a vedere la loro vita con occhi diversi da quelli con cui l'avevano guardata fino a poco prima. 
In psicosintesi questo processo si definisce in tre tappe: 
Conosci
Possiedi
Trasforma . 
Si tratta di avere il coraggio di guardarsi dentro, affrontare le proprie ombre, osservare le proprie paure, svelare quei segreti che sembrano inconfessabili perché siamo noi i primi a giudicarci. 
Si tratta di un lavoro sapiente: ordinare ciò che prima era caos e donargli una nuova forma. 
Significa accettare che tutto fa parte di noi e che lo possiamo includere nella nostra vita, piuttosto che difendercene. 
E' donare nuovo valore alla bambina che siamo state, facendo chiarezza nella propria storia e facendo pace con le proprie radici (vedi anche qui). 
Finalmente essere ciò che siamo. 
Facendoci dono di una vita più piena. 











buon week end 
virginia

(fonte immagini: Pinterest) 

lunedì 26 maggio 2014

Verità o menzogna?




Conoscete l'Antologia di Spoon River?
Si tratta di una magnifica opera poetica di Edgar Lee Masters, 244 epitaffi che raccontano sotto forma di monologo, le vite condensate degli “abitanti” del cimitero del paesino americano.
Un susseguirsi di vissuti e pensieri, a volte sfacciati, altre volte intimi e delicati, che testimoniano l'esperienza di un'umanità elevata e infima allo stesso tempo: tutti i volti della vita.

Quello che mi ha sempre affascinato è il confronto fra i personaggi: soprattutto quando si tratta delle coppie di marito e moglie.
Nell'opera il lettore può conoscere super partes la verità, semplicemente comparando le versioni che narrano lo stesso evento o entrando nell'intimo del protagonista che magari in punto di morte ha voluto affidare alla sua lapide l'ultima possibilità di rivalsa.

Quando nel mio lavoro qualcuno mi racconta un episodio, uno stralcio di vita o un ricordo, ma anche quando commenta un comportamento di qualcun altro, non posso fare a meno di tenere a mente che si tratta di un punto di vista, che ogni situazione viene da noi vissuta in base ai propri filtri, alle nostre credenze e anche in base alle resistenze a non voler vedere alcuni aspetti che ad occhi altrui possono risultare palesi.
In psicosintesi si usa dire che il terapeuta ha la funzione di Io ausiliario, una parte obiettiva che aiuta la persona a uscire da un copione conosciuto per cominciare a vedere, ma soprattutto a vivere, la realtà che lo circonda sperimentando nuove parti di sé.

Ho scelto due coppie, i coniugi Purkapile e i Sibley, i cui vissuti girano intorno al tema del tradimento.

Roscoe Purkapile
Mi amava. Oh, come mi amava!
Non ebbi via di scampo,
dal primo giorno che mi vide.
Ma poi quando fummo sposati pensai
che poteva anche morire e lasciarmi libero,
o magari divorziare.
Ma poche muoiono, nessuna rinuncia.
Allora scappai via e me la spassai per un anno.
Ma lei non si lamentò mai.
Diceva che tutto si sarebbe risolto
che sarei tornato. E tornai.
Le raccontai che mentre facevo un giro in barca
ero stato catturato dalle parti di Van Buren Street
dai pirati del lago Michigan,
e tenuto in catene, così non avevo potuto scriverle.
Lei pianse e mi baciò, e disse che era crudele,
vergognoso, disumano!
Allora mi convinsi che il nostro matrimonio
era una grazia del cielo
e non poteva essere sciolto,
se non dalla morte.
Avevo ragione.
La signora Purkapile
Scappò e restò via per un anno.
Al ritorno mi raccontò quella storia idiota
che l’avevano preso i pirati del lago Michigan
e tenuto in catene, così non aveva potuto scrivermi.
Finsi di credergli, ma sapevo benissimo
cosa faceva, e che si vedeva con la modista,
la signora Williams, di tanto in tanto,
quando andava in città per acquisti, lei diceva.
Ma una promessa è una promessa
e il matrimonio è il matrimonio,
e per rispetto a me stessa
rifiutai di farmi attirare in un divorzio,
per gli intrighi di un marito che era solo stufo
del giuramento e dei doveri coniugali.
____________________

Signora Sibley

Il segreto delle stelle:la gravitazione
Il segreto della terra :giacimenti di pietre
Il segreto del suolo:il seme
Il segreto del seme: il germe
Il segreto dell'uomo :seminare
Il segreto della donna :il suolo
Il mio segreto: sotto un tumulo che voi non scoprirete mai!

Amos Sibley

Né il carattere, né la forza né la pazienza
erano mie doti, ciò che il villaggio credeva che avessi
perché sopportavo mia moglie e continuavo a predicare,
a fare il lavoro che Dio aveva scelto per me.
Io detestavo quella bisbetica, quella sgualdrina.
Conoscevo i suoi adulteri, uno per uno.
Ma tuttavia, se avessi divorziato da quella
dovevo abbandonare il ministero sacerdotale.
Perciò per compiere il lavoro del Signore e per coglierne i frutti,
io l'ho sopportata!
Così ho mentito a me stesso!
Così ho mentito a Spoon River!
E poi mi davo da fare con le conferenze, mi sono
candidato per le elezioni.
Ho fatto il propagandista di libri, con un solo pensiero in mente:
se faccio i soldi, allora sì che divorzio da quella.


Vi lascio nella riflessione, augurandovi che la verità e la scelta possano essere presenti e incarnate nella vostra vita, piuttosto che sbandierate dopo la vostra morte.

Buona settimana
virginia

giovedì 22 maggio 2014

parole per l'anima #21


non importa quale sia la situazione... 
chiudi i tuoi occhi e pensa a tutte le cose 
delle quali puoi essere grata 
nella tua vita in questo momento

La gratitudine, dice Assagioli, è la risposta del cuore sensibile all'apparire del bene
Si tratta di riconoscere il valore che la vita ci offre, di avere occhi aperti al significato di ciò che si ha. 
La gratitudine apre un processo circolare di flusso d'amore che parte da noi e ritorna arricchito dal contatto con chi ci circonda.
Fra i suggerimenti dei cartoncini delle parole evocatrici della psicosintesi, ho trovato queste frasi su cui riflettere a proposito degli effetti prodotti dalla gratitudine: 

- rende sensibili ai valori superiori della vita
- purifica l'ambiente e migliora i risultati
- nobilita istantaneamente chi la esprime
- diffonde l'armonia nella coscienza 
- irradia di luce qualsiasi pensiero, sentimento e azione
- trasforma in fiamme le scintille del bene 
- rafforza ogni legame migliorandolo
- accende il fuoco nel cuore in cui vibra
- ci fa consapevoli della grandiosità della nostra missione
- permea lo spirito della qualità a cui aspiriamo 














la gratitudine cambia tutto 


Che aspettate a creare il vostro mandala della gratitudine? 

buon week end
virginia 

(fonte immagini: Pinterest - le trovi qui

lunedì 19 maggio 2014

Giù la maschera



Se vogliamo provare la gioia di essere amati
dobbiamo sottoporci alla mortificante tortura
di farci conoscere
(Tim Kreider)


Oggi voglio scrivere partendo da questa frase che ho trovato nell'oroscopo di Rob Brezny sulla rivista “Internazionale” (non lo conosci? Clicca qui per trovare ogni settimana uno stimolo interessante che ti aiuti a riflettere su ciò che ti accade, senza fare troppe previsioni...)
Il titolo che ho usato è lo stesso che Paul Ekman ha dato al suo testo che raccoglie anni di studio sulle emozioni umane.
Noi siamo abituati ad attribuire un significato emotivo a specifici movimenti facciali, e come ci spiega Ekman, diciamo universalmente che ad esempio gli angoli della bocca all'insù esprimono felicità mentre all'ingiù indicano tristezza.
Questo in termini evolutivi è servito a saper entrare meglio in contatto con gli altri riuscendo empaticamente a cogliere i segnali per una migliore comunicazione.
Sta di fatto però, che nel tempo ci siamo specializzati anche a camuffare queste emozioni per non permettere agli altri di cogliere ciò che ci accade dentro.
E questo non succede solo per le espressioni facciali, superficie increspata del corpo che risponde: è vero anche e soprattutto riguardo alla nostra più profonda interiorità, ai vissuti più reconditi, alle fragilità e incertezze che tendiamo a mantenere segrete alla luce del sole, per mostrare un'immagine al mondo più edificante e appetibile o per difendersi strenuamente dopo troppe ferite dovute all'essersi svelati con le persone sbagliate.
È su queste basi che nasce la convinzione che farci conoscere sia una “mortificante tortura”, un mettersi a nudo troppo rischioso.
Invece rappresenta l'unica via per riuscire a entrare davvero in una relazione profonda e autentica.
Questa settimana ho poco tempo per scrivere, così vi suggerisco due scritti di qualche anno fa che fanno proprio al caso nostro per approfondire questo tema.
Li trovate qui e qui

buona settimana
virginia 

venerdì 16 maggio 2014

parole per l'anima #20


uno dei momenti più felici nella vita
è quando trovi il coraggio di 
lasciare andare ciò che non puoi cambiare

Ieri sera c'è stata la serata di costellazioni familiari del progetto Wonder Woman e ancora una volta ho assistito al miracolo dell'energia del gruppo che permette di sciogliere antichi nodi irrisolti, vissuti congelati e pensieri limitanti. 
Si è parlato del potere del corpo di segnalare ciò che non va ancora prima delle parole, e ho osservato quel piccolo ma potente segnale che noto ogni giorno nella mia stanza di terapia quando qualcuno si libera di un peso che portava su di sé da troppo tempo: il sospiro liberatorio. 
Mi è stato chiesto: perché ci ricordiamo di più dei ricordi negativi della nostra vita piuttosto che di quelli positivi? 
Perché il ricordo negativo così come il trauma è stato qualcosa di troppo grande per essere elaborato quando è accaduto, è stato qualcosa di inaccettato e il ritornarci continuamente diventa un modo per volerlo cambiare, per dargli una giustificazione, trovare un rimedio. 
In realtà, così come dice la frase di apertura di questo post, la chiave di svolta sta proprio nell'accettazione che le situazioni e le persone non si possono cambiare, che non ci si può sostituire alla responsabilità altrui, pur se mosse dall'amore, per dimostrare che una vita più piena e gioiosa è possibile. 
Quando arriva quel coraggio di lasciare andare, inspiegabilmente ci si sente più leggeri, risvegliati, con una nuova energia, liberi di vivere finalmente la propria vita. 
Benvenuti ai sospiri di sollievo. 
E alle nuove boccate di aria fresca. 













E' finita la sensazione di pesantezza
la sto lasciando andare



buon week end 
virginia 

(fonte immagini: Pinterest)






lunedì 12 maggio 2014

Alle mamme, tutte.




Ci sono tanti tipi di mamme. E si può essere madre in modi diversi.
Le donne sono mamme molte volte, e spesso non solo dei propri figli.
Così, prendendo spunto dalla foto qui sotto, ho creato questa storia*.



Mi sono svegliata una prima volta, alle 2:13 e la casa era immersa nel silenzio.
Ormai non ho più il sonno pesante di una volta, ma mi sembra di essere tornata a trent'anni fa, quando col timore di non sentire il mio piccolino appena nato, non riuscivo mai a riposare, anche se lui dormiva.
Anche la stanchezza è la stessa. Sono stremata.
Vorrei poter sonnecchiare un po' di giorno, ma sono talmente tante le faccende da fare che ormai ci ho rinunciato. Ci sono le pulizie appena alzata, poi preparare la colazione secondo i canoni impartiti dalla signora Merletti con il contorno di pastiglie multicolori prescritte dal dott. Colzoni.
C'è la spesa fulminea della mattina al piccolo supermercato di quartiere, quando posso approfittare della visita della signora Tempesti per assentarmi col corpo da quelle mura, ma temendo ogni imprevisto e restando con la mente dentro casa.
Ieri poi, è stata giornata di controlli, quindi i tempi si sono tutti dilatati e i miei pochi punti fermi saltati come bottoni sotto sforzo.
Nonostante tutto, alle 3:24 quando la sua voce baritonale mi ha chiamata, sono balzata sul letto come una molla, calzate le pantofole e corsa nella sua camera infondo al corridoio, per vedere cosa fosse successo.
Si era tolto il pannolone e come capita sempre più di frequente nell'ultimo mese, aveva finito per innaffiare di giallo paglierino le lenzuola che qualche ora prima avevo già cambiato, perché vi aveva spalmato la minestra che si era rifiutato di mangiare in cucina.
Allora gli avevo cambiato i pantaloni del pigiama, nonostante le sue ritrosie, perché alcuni antichi vezzi si sono trasformati ormai in odiosi capricci: mai un completo spaiato per dormire. Per questo ho deciso, d'accordo con la signora Merletti, di comperare pigiami tutti uguali, e siccome non ce n'erano abbastanza, ho dovuto ripiegare su sfumature di colore così lievi che speravo passassero inosservate e invece sono risultate così evidenti ai suoi occhi di architetto.
Adesso era lì, come sospeso, con un volto di bambino assopito, mi guardava con occhi imploranti, bagnato di pipì fino alle caviglie.
Un innocente bambino di ottantadue anni, il fisico asciutto da ex atleta – che quando si mette in testa di scappare mi fa ancora penare per riacciuffarlo – e qualche rotella fuori posto, che il dott. Colzoni definisce Alzheimer.
In Ucraina quelli come lui si tengono in famiglia, sono le mogli – ma la sua è mancata tanti anni fa – o le figlie che se ne occupano, ma la povera signora Merletti ha così tanto da lavorare nello studio dove ha preso il posto del padre, che hanno dovuto prendere me ventiquattro ore su ventiquattro. Fino a qualche mese fa, nel mio giorno libero era la signora Tempesti che veniva a fare compagnia al signor Mario, con qualche visita della figlia, se non erano tempi di cantiere. 
Io credo che la povera signora Tempesti avesse voluto un tempo prendere il posto della moglie di Merletti, ma poi il signor Mario si è ammalato e così è rimasta questa simpatia, mista a spirito di volontariato che la cara signora già svolge all'ospedale del paese. 
Adesso che l'architetto è peggiorato devo invece chiamare la figlia di una mia amica, che è giovane, ha appena finito la scuola ma mentre aspetta un lavoro come si deve, si improvvisa badante per raggranellare qualche soldo.
La signora Tempesti va bene per qualche chiacchiera, un sorriso e al massimo provare a imboccarlo per mangiare, ma poi, per il lavoro “sporco” ci vogliono quelle come noi.
Non importa se nel nostro paese ci siamo istruite, se sappiamo fare anche altro. Qui bisogna fare questo.
Per lo meno il signor Mario non alza le mani, come il signor Luigi, dove lavora la mia amica.
Io ne ho già prese tante dal mio ex marito, lasciato in Ucraina vent'anni fa, sono qui più per scappare da lui che per cercare un lavoro migliore.
Stanotte, dopo averlo lavato, mentre gli rimettevo il pannolone e gli intimavo bonariamente di non toglierlo, l'architetto mi ha risposto “si, mamma”.
Lì una lacrima mi è scesa, perché insieme a mio marito, ho abbandonato anche mio figlio, cresciuto troppo in fretta, forse con qualche soldino in più che gli ha permesso di studiare, ma senza di me.

buona settimana
virginia 

ps. se ti va di leggere altre mie storie che partono come spunto da fotografie di finestre le trovi tutte qui 

*ogni riferimento a fatto o persona è casuale 

venerdì 9 maggio 2014

parole per l'anima #19

la creatività esige coraggio 

Sulla scia del post di lunedi sulla mostra di Matisse (qui) oggi ho scelto di citarlo in una delle sue affermazioni più famose. 
Intendo la creatività un processo più ampio del dar vita a opere d'arte, perché qualsiasi nostra azione può essere svolta in maniera unica e originale, frutto del bello che abbiamo da esprimere nel mondo, ognuno nel proprio modo. (ne abbiamo parlato anche qui






La propria vita, vissuta in maniera autentica è già un atto creativo. 
Vedere in queste foto Matisse circondato nella sua casa dal suo tratto unico, che dipinge anche dal suo letto, ci fa capire che il coraggio di creare è qualcosa di insito nell'atto creativo. Quando facciamo qualcosa - qualsiasi cosa - che ci appaga, non possiamo esimerci dal farlo, anche se gli altri ci dicono che bisogna essere prudenti, non rischiare, risparmiare energie...  
Fare ciò che ci rappresenta e ci dà gioia ci eleva dal quotidiano: per qualcuna può essere svolgere con amore il proprio lavoro, per altre scrivere per sé o per raccontare la verità, dipingere e sublimare la sofferenza, realizzare un ambiente a misura della propria anima, ma anche aprirsi a nuovi orizzonti, nuovi scenari, per esplorare nuove strade. 
Non importa come, ma create. 














buon week end 
virginia 

(fonte immagini: Pinterest)