“Se
vogliamo provare la gioia di essere amati
dobbiamo
sottoporci alla mortificante tortura
di
farci conoscere”
(Tim Kreider)
Oggi voglio scrivere
partendo da questa frase che ho trovato nell'oroscopo di Rob Brezny
sulla rivista “Internazionale” (non lo conosci? Clicca qui per
trovare ogni settimana uno stimolo interessante che ti aiuti a
riflettere su ciò che ti accade, senza fare troppe previsioni...)
Il titolo che ho usato è lo
stesso che Paul Ekman ha dato al suo testo che raccoglie anni di
studio sulle emozioni umane.
Noi siamo abituati ad
attribuire un significato emotivo a specifici movimenti facciali, e
come ci spiega Ekman, diciamo universalmente che ad esempio gli
angoli della bocca all'insù esprimono felicità mentre all'ingiù
indicano tristezza.
Questo in termini evolutivi
è servito a saper entrare meglio in contatto con gli altri riuscendo
empaticamente a cogliere i segnali per una migliore comunicazione.
Sta di fatto però, che nel
tempo ci siamo specializzati anche a camuffare queste emozioni per
non permettere agli altri di cogliere ciò che ci accade dentro.
E questo non succede solo
per le espressioni facciali, superficie increspata del corpo che
risponde: è vero anche e soprattutto riguardo alla nostra più
profonda interiorità, ai vissuti più reconditi, alle fragilità e
incertezze che tendiamo a mantenere segrete alla luce del sole, per
mostrare un'immagine al mondo più edificante e appetibile o per
difendersi strenuamente dopo troppe ferite dovute all'essersi svelati
con le persone sbagliate.
È su queste basi che nasce
la convinzione che farci conoscere sia una “mortificante tortura”,
un mettersi a nudo troppo rischioso.
Invece rappresenta l'unica
via per riuscire a entrare davvero in una relazione profonda e
autentica.
Questa settimana ho poco
tempo per scrivere, così vi suggerisco due scritti di qualche anno
fa che fanno proprio al caso nostro per approfondire questo tema.
buona settimana
virginia
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