giovedì 30 gennaio 2014

Parole per l'anima #5


Quando qualcuno ti dice "sei cambiato" 
vuole dire semplicemente 
che hai finito di vivere la tua vita 
assecondando la sua. 


Arriva un momento, quel momento che attendi da sempre, in cui qualcosa fa “clic” e tutto cambia.
A volte succede spontaneamente, più spesso durante un lavoro su di sé, che porta i nodi al pettine ma permette anche di scioglierli, altre volte accade come reazione a eventi che in maniera improvvisa esigono nuove risposte.
Quando avviene il “clic”, certi nostri comportamenti subiscono repentine mutazioni.




In tutti questi casi, potete immaginare la risposta degli altri? Chi è abituato a conoscerci in una modalità che possiamo definire "standard", pensa che noi siamo fatte così, nel bene e nel male, non contemplando che ci possano essere delle parti rifiutate o rimosse, difficili o impossibili da esercitare (proprio perché ci siamo dette o ci hanno sempre detto che quello è il modo migliore...).
Quando le nuove parti sono positive e facilitano la relazione, anche gli altri partecipano con gioia dell'avvenuta trasformazione, sottolineandone le situazioni migliorate, godendo dei benefici e ringraziando.
Ma quando sono oppositive e rompono uno status quo che era utile sotto diversi punti di vista, ecco che l'ambiente relazionale e familiare può cospirare contro tutto e tutti i colpevoli di questa “ribellione”, finendo per accusare la persona in cambiamento di non essere più quella di una volta - sottintendendo di preferire quella del passato. 
Ma non sanno che una volta che il cambiamento è in atto, non si può più tornare indietro... 







E' meglio essere odiato 
per quello che sei
che essere amato 
per quello che non sei 
                                      (A. Gide)



Buon weekend 
virginia 

(fonte immagini - Pinterest) 



lunedì 27 gennaio 2014

Il tempo dell' anima



Care amiche,
vi voglio raccontare una storia, per capire meglio insieme i fenomeni sottesi alle Costellazioni Familiari (ne avevamo già parlato qui e qui).
Questa è la storia di una bella donna che chiameremo Alessandra, sposata con un uomo che ama e dal quale ha 3 figli.
Alla nascita del terzo figlio, un maschio, Alessandra comincia ad essere insofferente nei confronti di suo marito e si innamora di un altro. Viene da me come costellatrice e facciamo una costellazione. Rappresentiamo la sua famiglia attuale e anche il suo amante. Ma da alcuni segnali corporei ( manifestazioni esterne del suo inconscio) noto che c è un lutto, una persona morta. Le chiedo se abbia mai avuto aborti e mi risponde negativamente e poi le dico francamente che il suo corpo e la sua costellazione mi danno dei segnali di un morto.
Alessandra si mette a piangere e mi racconta che lei, terzogenita, è nata dopo due anni da suo fratello Alessandro, morto a sei mesi di morte bianca di cui porta il nome a ricordo. 
Rappresentiamo quindi la sua famiglia d' origine e nella rappresentazione tutta la famiglia , specie la madre, sono sdraiati accanto ad Alessandro. 
La nascita di Alessandra e il suo nome non sono altro che un ricordare quel bambino morto. Noi nelle costellazioni chiamiamo questo fenomeno “irretimento”, gli psicologi lo chiamano “tempo intra psichico”, a me piace definirlo il “tempo dell'anima”.
Cosa era accaduto? Quella famiglia e Alessandra stessa erano ancora fermi a quarant'anni fa. Era stato talmente troppo il dolore per la morte di quel bambino che tutto quello che era accaduto negli anni successivi aveva perso colore, era sbiadito rispetto a questo evento tragico. Eppure erano trascorsi quarant'anni, ma quel lutto non era stato mai elaborato realmente. 
La nascita del terzogenito di Alessandra , un maschio dopo due femmine, fa ripiombare Alessandra nella colpa inconscia di essere nata e rimasta viva dopo Alessandro e nella paura di sua madre , ossia nella possibilità che anche suo figlio maschio muoia; questo può averla portata ad attuare dei comportamenti esteriori (come la crisi matrimoniale), segnale di disagio interiore. 
Abbiamo celebrato quindi la morte di Alessandro a livello simbolico e lo abbiamo lasciato andare riassegnandogli un suo posto e ricordandoci che ora siamo nel 2014.

Un cambiamento esterno, specie se improvviso e tragico, fa fermare il nostro tempo interiore.
L'anima non lo accetta, il tempo si ferma sebbene il calendario vada avanti.

Ho visto in anni di costellazioni che questo avviene molto spesso. 
Cosa fa la costellazione? 
Semplicemente fa prendere consapevolezza all'anima di quell'evento e vedendolo lo porta a compimento.
Chiude un ciclo che la nostra anima teneva aperto , permettendoci di vivere nel qui ed ora e così la vita può continuare.

Vi abbraccio tutte e attente all'orologio e ai calendari!
Con amore
Evi  

giovedì 23 gennaio 2014

Parole per l'anima #4



Oggi dedichiamo ancora la nostra attenzione al processo di cambiamento e trasformazione, cercando di dare un po' di spazio alla dimensione del "rischio". 

Rischio e' una parola che apre a incertezza e qualche paura. 
Non suscita simpatia perché la viviamo come nemica dello status quo nel quale spesso ci rifugiamo e del quale abbiamo bisogno per sentirci al sicuro, riparate da tutto ciò che non conosciamo e non controlliamo.



Però, come ci dice la frase che ho scelto per voi, "la vita comincia alla fine della tua zona di comfort" 
Dove per comfort si intende proprio tutto quello che ci fa in qualche modo "sedere", quello che funziona perché incline all'abitudine o funziona per automatismi, costrutti appresi, che non esce mai dagli schemi... 
Il nostro cervello funziona per automatismi, noi apprendiamo grazie alla ripetizione in modo da non doverci sforzare ogni volta per risparmiare energia preziosa... Ma a volte questa modalità e' nemica della crescita e del cambiamento necessario per evolvere.






Rischiare non significa diventare avventati e incauti: può voler dire provare ogni tanto a fare qualcosa di diverso, che apra a nuove possibilità, che ci faccia mettere alla prova sperimentando nuovi comportamenti, nuove emozioni, nuove risorse sconosciute anche a noi stesse. 
Possono essere i 10 minuti suggeriti da Chiara Gamberale (trovi qui più informazioni) oppure semplicemente cambiare strada per raggiungere una metà abituale, facendo attenzione alle conseguenze "interiori" di quell'azione esteriore (cosa ho visto? Cosa ho provato? Come ha cambiato la mia giornata? Fosse anche solo l'aver riflettuto su queste domande per qualche minuto...)
Al solito vi lascio alle immagini e agli effetti di questa frase nella vostra vita






Buon week end 
virginia 


(fonte immagini - Pinterest) 


lunedì 20 gennaio 2014

La paura: amica o nemica?



La paura è un'emozione primaria e primordiale.
Nasce per difenderci, per fare in modo che non ci imbattiamo in qualcosa di pericoloso che può portare conseguenze nefaste: essere prudenti in alcune situazioni risparmia inutili sofferenze.
Ma cosa fare se la paura diventa una modalità pervasiva per entrare in contatto col mondo? Quante paure paralizzanti attanagliano le persone, trasformandosi in quei fastidiosi sintomi d'ansia, panico e insicurezza!
Si può temere di esporsi con gli altri, di svelarsi, di essere rifiutati o giudicati.
Si può temere di essere feriti, di essere traditi, di essere oberati dalle responsabilità, di dire la propria opinione... insomma, spesso tutto questo si risolve in un'angosciante paura di vivere.
Proprio come nella reazione fisiologica che porta un blocco nel corpo – una specie di congelamento improvviso – la reazione emotiva alla paura può portare a una paralisi delle relazioni, degli agiti nel mondo, perché tutto viene vissuto come rischioso.
Così si pensa che sia meglio restare fermi nella in-azione che porre in essere comportamenti insicuri.
A volte è proprio il corpo che parla. Di fronte ad eventi interpretati come minacciosi, mette in scena sintomi fisici che necessariamente portano all'evitamento.
Quando eri piccola magari ricordi il famoso mal di pancia per non andare a scuola.
Adesso che sei grande può succedere qualche altro segnale, ma resta il fatto che, limitandosi a curare il mal di pancia, non si risolve il problema che l'ha portato e il motivo per cui c'è un disagio nell'andare a scuola.
Per questo è importante andare dietro alle paure.
Scoprire cosa ci vogliono comunicare, da dove sono nate, da cosa tentano di proteggerci in maniera esasperata.

Nel repertorio dei fiori di Bach ci sono molti fiori che aiutano a superare le paure, ma vanno scelti non tanto in base al tipo di paura, quanto rispetto a come vive il problema la persona pavida.
Mimulus è il rimedio per chi ha paura di qualcosa di noto e definito, ma anche per chi, per temperamento è timido, chiuso e introverso.
Rock Rose è il fiore che scioglie la tensione derivante dal panico, una paura totalizzante e intensa, senza un oggetto preciso. 
Aspen si usa quando vi sono paure sconosciute, quando la persona, anche per temperamento, è molto sensibile agli ambienti e a certe atmosfere, quando c'è un senso di presagio, un'inquietudine interiore che non trova motivazioni esterne.
Cherry Plum è il rimedio per chi ha paura di perdere il controllo, legato però a reazioni che si teme di non poter canalizzare in maniera costruttiva, (mentre nel caso di personalità che vogliono avere tutto sotto controllo e quindi si presentano come persone rigide e intransigenti è meglio il fiore Rock water).
Quando invece le paure sono tutte incentrate sulle persone più vicine (es. genitori iper apprensivi) il rimedio ideale è Red Chestnut.
Larch è il fiore per chi teme sempre di non essere all'altezza e non ha fiducia nelle proprie capacità. Mentre Cerato è il fiore di chi ha paura di non fare mai la cosa giusta, per questo finisce per chiedere agli altri disperdendo un sacco di energie.
Heater è il fiore per chi ha paura di restare da solo, quindi assilla gli altri con la sua presenza, il suo atteggiamento richiedente o le sue malattie immaginarie. 

A volte i rimedi floreali aiutano a scandagliare l'interiorità e permettono di vivere con più serenità la vita quotidiana. 
Auguro a tutte voi di affrontare e superare le vostre paure, che una volta scoperte, possono schiudere preziose risorse. 

buona settimana
virginia 

giovedì 16 gennaio 2014

Parole per l'anima #3


Eccoci alla terza puntata delle parole e immagini che fanno bene alla nostra interiorità e possono influenzare in maniera benefica anche la nostra vita. 
Questa settimana ci concentriamo sulla scelta e il primo passo necessario per modificare la realtà: eliminare il superfluo e ciò che non corrisponde ai vostri bisogni. 
Se volete un aiuto dai fiori di Bach, vi consiglio di leggere anche questo post.  









Buon week end a tutte
virginia 

(fonte immagini: Pinterest)

lunedì 13 gennaio 2014

E' possibile dare un senso alla sofferenza?


(Non può piovere per sempre)


Quando una persona varca la soglia del mio studio, può portare un sintomo - punta dell'iceberg di un disagio che va imparato a cogliere in tutta la sua completezza e globalità - oppure porta la confusione, il caos interiore, come un gomitolo di vita così ingarbugliato nel quale è difficile muoversi ancora e non creare ulteriori nodi che stringono... o intrappolano.
In entrambi i casi, il percorso è quello di sciogliere... i ghiacci dell'iceberg o i nodi del gomitolo, per recuperare calore, ordine, armonia e ritrovare la propria vitalità, il benessere nascosto, negato, a volte sconosciuto, ma presente, in attesa di essere svelato, per ciascuno in modo diverso.

Chi inizia un percorso, che sia di crescita, di evoluzione o un'analisi, lo fa perché da solo fa fatica ad avere una visione di insieme degli eventi della propria vita, che sono stati “troppo” o “troppo poco” oppure diversi da come avrebbe voluto e desiderato...
Esiste nel corso dell'esistenza di ciascuno, un alternanza di vissuti che riescono a essere tollerati, eventi belli o brutti ai quali bene o male, in molti riescono a farvi fronte e uscire indenni, verso nuovi obiettivi.
Altre volte questa capacità viene meno, ci sono momenti, differenti per ciascuno, in cui qualcosa si rompe, si strappa... oppure si era rotto tanto tempo fa ma fino ad oggi nessuno se ne era accorto, perché si erano strutturate delle modalità di comportamento che avevano occultato la ferita, ma non l'avevano guarita.

Resta il fatto che quando questo accade, il filo conduttore della propria vita sembra perdere di senso, manca una bussola che indichi il cammino fra tante strade possibili oppure ci si sente nella nebbia più densa, e può essere che anche una qualsiasi strada risulti invisibile...
Quando i nostri passi sono nella sofferenza, nel dolore, nella disperazione, tutto intorno non ha più significato, perché è difficile avere una visione di insieme quando siamo dentro alle situazioni.

Farsi accompagnare in un momento così delicato, può rappresentare la possibilità di riuscire ad attribuire di nuovo un senso a ciò che è accaduto.
Non vuol dire pensare positivo.
Vuol dire fare insieme i passi necessari per rievocare il ricordo, dare spazio alle emozioni, educare i sentimenti ad esprimersi all'altro, immaginare insieme una storia possibile, la stessa e allo stesso tempo “altra” rispetto a quanto evocato, dando spazio ai “come” che costruiscono più che ai “perché” che bloccano.
Hillman, in Storie che curano (1983) afferma che “non è l'uomo che va curato, ma le immagini del suo ricordo, perché il modo in cui ci raccontiamo e immaginiamo la nostra storia, influenza il corso della nostra vita” (p.29)
Ogni persona ha il diritto di recuperare in modo coerente i fili che compongono la propria storia, ha bisogno di lasciare che l'acqua che creava l'iceberg fluisca di nuovo nutrendo le radici della propria esistenza, integrandosi in un disegno più ampio, che va oltre il singolo episodio e dona importanza all'esperienza umana.

(La vita è una sorpresa)


Per questo oggi vi dono una storia, che meglio di tanti concetti esprime ciò che avviene in un percorso di terapia.

Per anni e anni Ghior girò il mondo alla ricerca di qualche risposta ai suoi affannosi "perché?". Da piccolo aveva perso la mamma e il papà e aveva dovuto arrangiarsi per vivere, subendo ogni sorta di privazioni. La vita, tra imprevisti, delusioni e accidenti di ogni tipo, non gli aveva mai sorriso veramente.
Ora, stanco e arrabbiato, stava per abbandonarsi definitivamente allo sconforto, ma, prima di mollare la presa, decise di fare un ultimo viaggio per il mondo e, preparata alla buona una sacca con cibo e vestiti, s'incamminò alla ricerca di risposte.
Dopo molto tempo, una notte molto fredda, arrivò in un piccolo villaggio, poche tende di pastori, qualche fuoco e molte stelle. Entrò in una delle tende e vicino al fuoco vide addormentata una vecchia donna. Stava quasi per svegliarla e chiederle ospitalità, quando una mano gli sfiorò la spalla. Girandosi di scatto, si trovò davanti un giovane: era un guerriero che sottovoce, ma con tono imperioso, gli disse: "Per la notte copriti con questa!", e gli porse una coperta morbidissima, di lana pettinata, ricamata con colori accesi: nemmeno il tempo di ringraziare, ed era già sparito.
La luce tenue dell'alba svegliò Ghior, che ancora sotto la sua coperta, si sentì invadere come una piena dal peso dei suoi perché e dei suoi dubbi antichi. La vecchia donna rientrando nella tenda con una brocca fumante di latte di capra e qualche focaccia gli disse: "Figliolo, smetti di tormentarti per nulla".
"Ma la mia sofferenza e le mie disgrazie sono nulla?" rispose Ghior stupito e rattristato.
"Figliolo - riprese la donna - smetti di tormentarti. Ciò che ti ha tenuto caldo durante la notte è proprio la risposta che cerchi".
Ghior non capiva. Cos'era questa cosa che lo aveva tenuto caldo per tutta la notte...ed era anche la risposta ai suoi perché?
Sfiorando il bordo della coperta, la morbidissima sensazione della lana si trasformò in una illuminazione: "La coperta, la coperta mi ha tenuto caldo, la coperta! Ma...come può essere la risposta ai perché complicati della mia vita?".
Appoggiato il latte e le focacce per terra, la vecchia donna si chinò fino a sedersi al giaciglio di Ghior.
"Guarda figliolo - disse mostrandogli un lato della coperta - cosa vedi?"
"Dei colori bellissimi, e disegni ancor più belli ricamati con perfezione mai vista".
"Ora guarda l'altro lato: cosa vedi?".
"Vedo il tipico aggrovigliarsi dei fili del ricamo, colori sovrapposti, confusione, nodi curati ma sempre nodi, e tagli di filo e colori, intrecci imprevisti, senza senso, disegni incomprensibili e brutti da vedere".
"Ecco figliolo, la vita, la tua vita è esattamente così: tu sei sotto il ricamo della vita, puoi vedere questa coperta solo da sotto; è la condizione umana. Nel frattempo, per te, su di te e dentro di te si ricamano dall'altro lato disegni e sfumature straordinarie e di una bellezza sconvolgente, e per questo ricamo a volte si rende necessario tagliare, fare nodi, correggere.
Da qua sotto è ovvio che senza un po' di fede e fantasia vedi solo tagli, nodi e confusione, ma guarda un po' cosa sta realizzando Dio su di te...un disegno bellissimo!"
(dal sito piccolestorie.it)

Auguro a tutti voi di poter fare dei vostri fili ingarbugliati, ordito e trama da tessere di nuovo in maniera creativa, e riuscire a vedere l'opera d'arte che ciascuna vita rappresenta.

Buona settimana
virginia

[fonti immagini: seaseight.blogspot.it e moshimoshimind.dk ]

mercoledì 8 gennaio 2014

Parole per l'anima #2

  


Seconda puntata della rubrica settimanale - se hai perso la prima la trovi qui - 
avete fatto l'esperimento che vi ho suggerito? come è andata?
Questa settimana ho pensato a tutte coloro che sono preda di Barbablù (scopri qui di chi si tratta), quindi un messaggio che ricordi il proprio valore, l'importanza di amare ed essere amate e non usate per nutrire l'autostima altrui. 













"Mai sottovalutare una donna come me"


Buon weekend
virginia 
(fonte immagini - Pinterest)

lunedì 6 gennaio 2014

Fata o strega?

Gabriel Pacheco via Pinterest 


Oggi si festeggia l'Epifania e immagino che anche a voi siano giunte sui cellulari, filastrocche o immagini che riecheggiano la parentela fra le donne e la befana.
Sia io che Evi abbiamo già parlato in precedenza – qui e qui – della parte un po' magica che c'è in ognuna, perché il mondo del femminile legato alle tradizioni popolari e al mistero, ci affascina da sempre.
Oggi però voglio parlare dei due aspetti in cui si declina la “magia” delle donne: la subpersonalità della fata e quella della strega.
(per approfondire il concetto di subpersonalità vedi qui)
Nell'immaginario collettivo entrambe queste figure archetipiche hanno dei poteri magici, ma ciò che le contraddistingue è la bontà o meno dei sentimenti e l'uso di queste magie a fini malefici o benefici.
Nel nostro progetto Wonder Woman uno dei workshop è centrato proprio sul fare conoscenza con ciascuna di queste parti che ci abita.
Si, proprio così.
Ogni donna ha delle qualità, delle risorse che rappresentano i propri poteri magici nel quotidiano, ma non sempre ne è consapevole.
Inoltre, anche se non a tutte farà piacere, ospitiamo nelle nostre modalità di azione nel mondo, sia comportamenti e sentimenti da fatina buona, che agiti ed emozioni da strega cattiva.
Conoscere questi aspetti può permettere di affrontare meglio alcune situazioni in cui ci si sente impotenti, senza possibilità di fuga, aprire soluzioni inaspettate che provengono proprio da quelle facoltà intuitive che sono proprie di entrambi gli aspetti.
La parte fata di solito è sempre la benvenuta, ma accettare la fata e rinnegare la strega, amputa capacità e preziose intuizioni, rende monche, crea una parziale consapevolezza di sé.

"Slow Erase" by Sarah Jarrett via Pinterest

Quali sono a tuo avviso le caratteristiche di una strega?
Rispondi immediatamente, senza troppo riflettere, identificando gli aggettivi che ti vengono in mente. 

Aneleh via Pinterest 

Ingrid via Pinterest 

Di solito si tratta di aspetti negati, che dopo tanto restare nell'ombra, impossibilitati ad agire, diventano dei mostriciattoli, perché nell'immaginario vengono esasperati (es. cattiva, aggressiva, vendicativa, crudele ecc...) in scenari terribili.
Presi uno per uno e attribuita loro una storia, un significato, perdono quella connotazione di eccesso e possono essere integrati.
es. se sei una donna che vive male la sua aggressività e tende a reprimerla, dare voce alla parte strega ti potrà spaventare perché in lei puoi aver ipotecato tutta la carica di rabbia che non ti concedi nella vita quotidiana.
Una volta che si diventa consapevoli di ciò che ci appartiene, può essere possibile permettere a quegli aspetti di esistere fuori dal conflitto, in maniera costruttiva.
Puoi immaginare come interpretare e rendere fruibili questi aggettivi della strega nella tua vita?
Potrebbe essere una nuova scoperta di te, una "epifania" (ovvero una "manifestazione") della tua personalità, più ricca e armoniosa.

"Le fate ignoranti sono quelle che incontriamo e non riconosciamo ma che ci cambiano la vita.
Non sono quelle delle fiabe, perché loro qualche bugia la dicono.
Sono ignoranti, esplicite, anche pesanti a volte, ma non mentono sui sentimenti.
Le fate ignoranti sono tutti quelli che vivono allo scoperto, che vivono i propri sentimenti e non hanno paura di manifestarli.
Sono le persone che parlano senza peli sulla lingua, che vivono le proprie contraddizioni e che ignorano le strategie.
Spesso passano per "ignoranti", perché sembrano cafone e invadenti per la loro mancanza di buone maniere,ma sono anche molto spesso delle "fate" perché capaci di compiere il "miracolo" di travolgerci, costringendoci a dare una svolta alla nostra vita."
(F.Ozpetek)
Buona settimana
virginia 


"La strega" Vasco Rossi 

giovedì 2 gennaio 2014

Parole per l'anima



Ormai sapete che ho una grande passione per l'universo delle immagini e per l'arte.
Ebbene sì, ultimamente ho scoperto Pinterest!
Ed ecco che girovagando, saltellando qua e là fra le foto, sbirciando nei vari profili di chi con pazienza colleziona bon bon per gli occhi...sono capitata nella sezione “citazioni” e... mi è venuta un'idea.
Una nuova rubrica per iniziare l'anno.

Da oggi il giovedì sarà il giorno per dedicarsi una coccola per l'anima, secondo il principio delle parole evocatrici di Roberto Assagioli.
In Psicosintesi si utilizzano le parole come idee-forza, sfruttando il principio secondo cui l'energia segue il pensiero, poiché ogni idea o immagine tende a produrre lo stato d'animo, lo stato fisico e gli atti corrispondenti.
La nostra mente funziona per immagini, per cui è naturale che ad ogni parola noi associamo un'idea creata come immagine mentale che va a fissarsi sul nostro inconscio plastico.
Se la parola è continuamente sotto i nostri occhi, l'attenzione – anche inconsapevole – rafforza l'immagine ad essa collegata, per cui i suoi effetti si producono senza che ce ne rendiamo conto, nella nostra interiorità, ma soprattutto nella nostra vita concreta.
Uno degli importanti insegnamenti di Roberto Assagioli è proprio quello di aver posto l'accento sulla parte del nostro inconscio tutta ancora da scoprire e creare.
Contrariamente ad altri approcci teorici che vedevano l'inconscio come qualcosa di già scritto e definito – come una pellicola fotografica già impressionata – il padre della Psicosintesi sottolineava invece l'aspetto fondamentale di considerarlo anche come materiale ancora vergine, tutto da scrivere.
Chi conosce il mio studio sa perché è costellato di cartoncini con parole chiave come “coraggio” “fiducia” “serenità” o “gratitudine”: sono solo alcune delle parole evocatrici elencate da Assagioli nell'Atto di Volontà, fra le tecniche della Volontà Sapiente.

Ecco perché da oggi ogni giovedì vi proporrò delle frasi, pillole di ottimismo o di riflessione o semplicemente qualcosa che alleggerisca e strappi un sorriso in una giornata uggiosa.
Vi metterò una o più parole che formano un pensiero e insieme delle immagini che a mio avviso suggeriscono l'atmosfera.
Facciamo insieme un esperimento?
Vi consiglio – se la citazione o la parola fa al caso vostro – di usarla come sfondo del desktop del pc o del telefono oppure di stamparla e metterla in un posto strategico, dove i vostri occhi vi si possano posare spesso, anche involontariamente.
Tenetela lì per almeno una settimana o anche di più... e man mano fate attenzione ai piccoli o grandi cambiamenti che porta.

Oggi cominciamo da dove ho finito l'ultimo post (lo trovi qui).
Ovvero dai sogni.
Immaginare un futuro possibile, coi piedi per terra, ma non troppo.









(fonte immagini: Pinterest)

Buon week end
virginia