martedì 22 marzo 2011

E' tutta colpa del principe azzurro?



I risvegli dal torpore dell'inconsapevolezza possono essere dovuti a molti fattori e incastri magici della vita: nelle fiabe c'è sempre un aitante principe che con un leggiadro bacio permette alla principessa di svegliarsi e cominciare una nuova vita insieme.
A me è successo con un libro...tanti anni fa: mi sono imbattuta in lui, gironzolando col naso in aria e in attesa di ispirazione, fra i milioni di storie in attesa di un lettore.
Sono state pagine magiche, che sono riuscite a coniugare il mio mai sopito bisogno di favole e la necessità concreta di uscire dalle sabbie mobili di una relazione inappagante e dannosa.
Quando siamo giovani è inevitabile credere al principe azzurro, è così bello crogiolarsi nell'idea di una persona che sembra fatta apposta per noi, capace di soddisfare ogni desiderio, la cui sola presenza basta a renderci felici, insomma, un uomo perfetto!
Poi arrivano le delusioni, le aspettative disattese, la caduta delle illusioni e il crollo delle proiezioni, insomma un disastro! Questo accade perché si cresce, si cambia e ci si trasforma, ma non è semplice farlo insieme, soprattutto quando siamo giovani e inesperti. Molte di noi si attaccano comunque a queste relazioni, con le unghie e con i denti, perché la speranza che tutto torni come prima, o addirittura possa volgere al meglio (perché la dimostrazione d'amore permetterà il miracolo!) è più forte della disillusione.
Tutto questo ce lo racconta con professionale leggerezza, Marcia Grad, ne “La principessa che credeva nelle favole. Come liberarsi del proprio principe azzurro” Ed. Piemme (1998).
Non è un libro per bambine e nemmeno per giovani ragazze: ritengo sia un libro per donne che hanno almeno una volta sperimentato cosa significhi non riuscire a liberarsi di un amore che fa male, (perché in realtà non di amore si tratta, ma questo lo scopriranno poi).
Nasconde, fra le semplici avventure della piccola principessa Victoria, dei profondi insegnamenti, delle domande alle quali urge dare risposta, episodi nei quali è inevitabile rivedersi come in un filmato che riguarda qualcun'altro, ma ci aiuta a essere obiettive.
Chiunque ha avuto un suo “codice regale” cui doversi adeguare per essere amata, accettata, integrata... piccole o grandi ferite alla propria identità, sacrificata in onore del “così deve essere, così ci si comporta, così fanno le brave bambine, le brave donne, le brave mogli...”
Molte hanno dovuto sacrificare la loro parte “Vicky”, quella un po' sopra le righe e ingombrante, spaventosa e fuori controllo per gli altri, ma vera e autentica per se stesse, in contatto profondo con la propria natura selvaggia e felice, che balla, si diverte, se ne infischia delle regole precostituite che ti fanno morire dentro.
Inevitabile cercare un principe sul nostro cammino: ma occorre essere caute e attente, perché l'azzurro del suo abito può rischiare di diventare più oscuro e trasformarsi nel sanguinario e temuto Barbablù.
A tutte auguro di incontrare un “Doc” - il gufo saggio – che ti spinge a guardarti dentro, a porti domande, ad accettare di non trovare risposte pronte e sicure e a metterti così in viaggio...
Tutte le donne a cui l'ho consigliato hanno trovato questo piccolo libro “illuminante”, a patto di leggerlo al momento giusto, quando si ha bisogno di surgere distillati di consapevolezze come acqua fresca nell'aridità di un rapporto che non dà più alcun nutrimento vitale.
Io suggerisco sempre di sottolineare frasi, passaggi o parole che colpiscono qualcosa dentro di noi durante la loro lettura, perché lì sta la prima spaccatura dalla quale possono nascere nuovi germogli di ripresa e di scoperta.
La scoperta che in realtà, il principe azzurro di cui dobbiamo liberarci non significa la privazione di un uomo nella nostra vita, quanto piuttosto l'immagine idealizzata e distorta che abbiamo di lui. Inutile credere di avere accanto un principe quando in realtà si tratta di un tiranno.
il vero amore significa libertà e crescita, e non senso di possesso e restrizioni; vuol dire pace e non agitazione, sicurezza invece di paura. È comprensione, lealtà, incoraggiamento, impegno, sintonia e rispetto. [...] Il vero amore comporta la capacità di essere o meno d'accordo come amici e compagni, invece che come avversari e concorrenti, perché è un sentimento che non ha nulla a che spartire con i conflitti e la supremazia. E non è mai fonte di umiliazioni, crudele, pericoloso o violento: fa in modo che la casa sia un castello e non una prigione”. (pagg.266-267)
Il vero principe è colui che ti ama senza pretendere che tu cambi, è colui che ti sa appagare profondamente senza che noi pretendiamo che “faccia”, perché semplicemente lui “è”.
il vero amore è portatore di sincerità e complicità.
Per poter ottenere questo, occorre però intraprendere un percorso di riconoscimento e accettazione in primo luogo dei nostri limiti, delle paure e delle errate convinzioni, insomma, di noi, come principesse “perfettamente imperfette” .
Ci sono molti principi in giro per il mondo che vi aspettano, “perfetti nella loro imperfezione”.
Io ho trovato il mio.
Adesso tocca a voi.

Buon viaggio piccole principesse...(e se udite in lontananza la musica di un banjo, pensatemi: siete sulla buona strada!)
virginia 

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