lunedì 31 ottobre 2016

Pillole di autostima



Lavorando nella stanza di terapia con molte donne – ma spesso anche con uomini – nell'ambito delle relazioni affettive, prima o poi ci confrontiamo con il tema dell'autostima.

Soprattutto quando una relazione è tossica, quando c'è o c'è stata una dipendenza, è inevitabile interrogarsi sui perché quella persona ha accettato un tipo di rapporto non appagante o addirittura nocivo e doloroso.
Indagando a fondo emergono forti insicurezze riguardo il proprio valore, ovvero convinzioni limitanti su se stessi che portano a dubitare di meritarsi qualcosa di meglio o di diverso.
Se poi aggiungiamo che spesso il partner soverchiante non fa altro che rincarare la dose e aumentare le svalutazioni per riuscire ad avere l'altro sotto il suo controllo, capite che la situazione può solo peggiorare di giorno in giorno.

Il manipolatore però si insinua in un terreno che è già pronto per la sua semina infestante.
L'autostima delle donne e degli uomini che cadono nella “trappola” è già minata alla radice, quindi quando si sentono dire “sei tu che mi fai comportare così” non possono che crederci.
Sono loro che in lacrime mi dicono “forse se cambio, se lo/la so prendere diversamente, se capisco di più il suo punto di vista, alla fine le cose andranno bene” e nei casi estremi il motivo per il quale arrivano in terapia è proprio quello di cercare soluzioni per migliorare le cose, piuttosto che strategie per liberarsi di lui/lei.

In realtà l'unica via percorribile è quella di ritrovare se stessi, di lavorare per l'accettazione di sé e l'autoaffermazione, unico antidoto al desiderio di essere come l'altro vuole che siate.
Non si tratta di una ricetta standardizzata né di un bottone che si accende o spegne, bensì di una riflessione profonda che parte dalla necessità di liberarsi delle false immagini di sé con le quali vi siete identificati (ne abbiamo parlato anche qui).

Occorre dunque lavorare contemporaneamente su tre livelli: corporeo emotivo e cognitivo.
Intrecciare le scoperte in maniera sapiente in base alla propria storia e nel rispetto della personalità di ciascuno.
Dato che come al solito si tratta di un percorso unico e “artigianale” voglio però darvi qui alcuni piccoli esercizi che spero possano servire da spunto di riflessione per iniziare o anche rinforzare la vostra autostima.

Livello corporeo:
su questo piano conosciamo i nostri difetti a menadito, siamo pronti (più facilmente pronte!) a distruggerci con un solo sguardo, elencando tutto quello che manca e che ci impedisce di essere soddisfatti.
Potete provare per un momento a cambiare punto di vista?
Potete concentrarvi su quello che c'è invece che su quello che manca?
Esiste una parte del vostro corpo che vi piace o che considerate in modo benevolo?
Quando la trovate provate a vivere una giornata concentrandovi solo su quell'aspetto positivo, come se da quel punto di forza si potesse sprigionare tutta la vostra bellezza.

Livello cognitivo:
spesso su questo piano occorre scovare le convinzioni erronee che vi condizionano.
Può trattarsi di “etichette” che vi sono state date fin dall'infanzia ad es. “hai un caratteraccio, nessuno ti vorrà mai!” o “sei troppo sensibile, alle donne piacciono gli uomini duri!” ma anche opinioni che avete su voi stessi, dedotte da eventi che vi hanno colpito nella vostra vita (es. se in casa vostra l'affettività non era espressa potreste aver imparato a non manifestare le vostre emozioni, celate sotto la frase “non sono una persona che fa smancerie”).
Una volta individuate occorre che vi accorgiate dove e come vi impediscono di essere pienamente voi stessi e provare a vedere cosa succede nel momento in cui provate a dare spazio nella vostra vita a quell'aspetto condannato.

Livello emotivo:
per potenziare questo piano, è necessario nutrirsi di tutto quello che vi fa stare bene e incrementa il senso di voi stessi.
Alcuni spunti possono essere questi:
  • scrivere 5 attività (leggere, scrivere, ballare, massaggiare, fare bagni rilassanti, lavorare, mangiare buoni cibi, oziare, meditare, odorare buoni profumi, fare l'amore, conversare, camminare, ecc...) che vi piace praticare e perché.
  • Scrivere piccoli o grandi traguardi raggiunti fino a oggi e di cui vi sentite soddisfatti.
  • Scrivere luoghi e/o persone che vi piace frequentare e che vi fanno stare in pace e perché.
Potete trovare altre idee e riflessioni nel libro di Paola Leonardi “Il coraggio di essere noi stesse. L'autostima al femminile e non solo” Baldini Castoldi Edizioni.

Buona settimana
virginia