Lavorando nella stanza di terapia con
molte donne – ma spesso anche con uomini – nell'ambito delle
relazioni affettive, prima o poi ci confrontiamo con il tema
dell'autostima.
Soprattutto quando una relazione è
tossica, quando c'è o c'è stata una dipendenza, è inevitabile
interrogarsi sui perché quella persona ha accettato un tipo di
rapporto non appagante o addirittura nocivo e doloroso.
Indagando a fondo emergono forti
insicurezze riguardo il proprio valore, ovvero convinzioni limitanti
su se stessi che portano a dubitare di meritarsi qualcosa di meglio o
di diverso.
Se poi aggiungiamo che spesso il partner
soverchiante non fa altro che rincarare la dose e aumentare le
svalutazioni per riuscire ad avere l'altro sotto il suo controllo,
capite che la situazione può solo peggiorare di giorno in giorno.
Il manipolatore però si insinua in un
terreno che è già pronto per la sua semina infestante.
L'autostima delle donne e degli uomini
che cadono nella “trappola” è già minata alla radice, quindi
quando si sentono dire “sei tu che mi fai comportare così” non
possono che crederci.
Sono loro che in lacrime mi dicono “forse
se cambio, se lo/la so prendere diversamente, se capisco di più il
suo punto di vista, alla fine le cose andranno bene” e nei casi
estremi il motivo per il quale arrivano in terapia è proprio quello
di cercare soluzioni per migliorare le cose, piuttosto che strategie
per liberarsi di lui/lei.
In realtà l'unica via percorribile è
quella di ritrovare se stessi, di lavorare per l'accettazione di sé
e l'autoaffermazione, unico antidoto al desiderio di essere come
l'altro vuole che siate.
Non si tratta di una ricetta
standardizzata né di un bottone che si accende o spegne, bensì di
una riflessione profonda che parte dalla necessità di liberarsi
delle false immagini di sé con le quali vi siete identificati (ne
abbiamo parlato anche qui).
Occorre dunque lavorare
contemporaneamente su tre livelli: corporeo emotivo e cognitivo.
Intrecciare le scoperte in maniera
sapiente in base alla propria storia e nel rispetto della personalità
di ciascuno.
Dato che come al solito si tratta di un
percorso unico e “artigianale” voglio però darvi qui alcuni
piccoli esercizi che spero possano servire da spunto di riflessione
per iniziare o anche rinforzare la vostra autostima.
Livello corporeo:
su questo piano conosciamo i nostri
difetti a menadito, siamo pronti (più facilmente pronte!) a
distruggerci con un solo sguardo, elencando tutto quello che manca e
che ci impedisce di essere soddisfatti.
Potete provare per un momento a cambiare
punto di vista?
Potete concentrarvi su quello che c'è
invece che su quello che manca?
Esiste una parte del vostro corpo che vi
piace o che considerate in modo benevolo?
Quando la trovate provate a vivere una
giornata concentrandovi solo su quell'aspetto positivo, come se da
quel punto di forza si potesse sprigionare tutta la vostra bellezza.
Livello cognitivo:
spesso su questo piano occorre scovare le
convinzioni erronee che vi condizionano.
Può trattarsi di “etichette” che vi
sono state date fin dall'infanzia ad es. “hai un caratteraccio,
nessuno ti vorrà mai!” o “sei troppo sensibile, alle donne
piacciono gli uomini duri!” ma anche opinioni che avete su voi
stessi, dedotte da eventi che vi hanno colpito nella vostra vita (es.
se in casa vostra l'affettività non era espressa potreste aver
imparato a non manifestare le vostre emozioni, celate sotto la frase
“non sono una persona che fa smancerie”).
Una volta individuate occorre che vi
accorgiate dove e come vi impediscono di essere pienamente voi stessi
e provare a vedere cosa succede nel momento in cui provate a dare
spazio nella vostra vita a quell'aspetto condannato.
Livello emotivo:
per potenziare questo piano, è
necessario nutrirsi di tutto quello che vi fa stare bene e incrementa
il senso di voi stessi.
Alcuni spunti possono essere questi:
- scrivere 5 attività (leggere, scrivere, ballare, massaggiare, fare bagni rilassanti, lavorare, mangiare buoni cibi, oziare, meditare, odorare buoni profumi, fare l'amore, conversare, camminare, ecc...) che vi piace praticare e perché.
- Scrivere piccoli o grandi traguardi raggiunti fino a oggi e di cui vi sentite soddisfatti.
- Scrivere luoghi e/o persone che vi piace frequentare e che vi fanno stare in pace e perché.
Potete trovare altre idee e riflessioni nel libro di Paola Leonardi “Il coraggio di essere noi stesse. L'autostima al femminile e non solo” Baldini Castoldi Edizioni.
Buona settimana
virginia
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