Periodi di partenze, di arrivi e di ritorni.
In ogni caso – soprattutto nel nostro caso – mai senza una valigia (o più) a riempire l'idea di non lasciare nulla al caso.
Vi siete mai interrogate su che cos'è che caratterizza il vostro bagaglio?
Quali oggetti, quali abiti, quali accessori, oggetti e parti di voi decollano verso lidi lontani?
Il contenuto della valigia dipende dal tipo di viaggio che andrete a fare oppure possedete una costante lista di cose che non vi abbandona mai, indipendentemente dalla meta?
Portereste con voi il baule immenso delle bisnonne, adornato di cappelliere, che tutto conteneva, oppure siete fedeli al vostro minimale zaino da avventura?
Con gli anni è cambiato il vostro modo di preparare la partenza, ma soprattutto, quel vuoto di una scatoletta su ruote da riempire, ha avuto sempre gli stessi oggetti stipati oppure questi sono mutati con voi?
Una mia amica si porta sempre con sé un borsone vuoto, da riempire di cultura e sapori della sua destinazione ed è proprio quel vuoto iniziale che dà un senso a parte del viaggio: è un'esperienza unica anche il trovare testimonianze di altri mondi, da riportare nel proprio, grazie a una frusciante stoffa, un colore intenso, un profumo leggero o un'immagine che abbellirà un angolo dimenticato.
Un'altra non parte mai senza qualcosa che invece le ricordi la sua dimora... nonostante il desiderio di partire, un oggetto che sa di casa, la fa sentire più al sicuro.
Una terza, anche se si sta accingendo ad andare nella giungla, non può fare a meno di trovare un angolino per un abito da sera, perché non si sa mai...
E poi quanti modi di preparare e organizzare gli stessi spazi! Gettare tutto alla rinfusa, in un arcobaleno di oggetti e tessuti, che per chiuderlo occorre sedercisi sopra, o meticolosamente incasellare, tipo il famoso gioco di tetris, ogni più piccolo dettaglio, per ottimizzare il tutto al centimetro quadrato... tu a quale tipo appartieni?
Negli aereoporti mi incuriosisce sbirciare nelle valigie che subiscono controlli, e restano come a bocca aperta, sui banconi davanti alla polizia di frontiera, a rivelare i loro tesori, ma resto anche affascinata dalle immagini rubate a un metal detector, che tutto osserva secondo una visione sua, che interpreta gli oggetti come su una pellicola a rovescio.
Quanto parlano di noi i nostri equipaggiamenti da viaggio!
Una volta, tanti anni fa, mi è successa una cosa bruttissima: mi hanno rubato tutti i bagagli nella bauliera della macchina. Da quel giorno mi sono riproposta di non portarmi dietro tutta la casa (si, ammetto che ero sul modello “baule della bisnonna” anche per un week end) e ho scoperto con piacere che si può davvero viaggiare più libere e senza pesi inutili!
L'intuizione per questo post è arrivata perché mi sono lasciata trasportare dalla scia di libere associazioni, nate dall'ascolto dell'ultima canzone di Luciano Ligabue.
Mi ha fatto riflettere sul fatto che, proprio come accade a volte quando ci allontaniamo dalla nostra casa e ci portiamo appresso cose inutili che rimangono impacchettate fino al nostro ritorno, così durante la nostra vita, immagazziniamo in un bagaglio virtuale che ci portiamo dietro, mille esperienze, emozioni, storie, pensieri cristallizzati... che non sempre però hanno ragion d'essere o di rimanere.
Spesso siamo così attaccate a certi ricordi, o certi oggetti (o anche persone!) che però rischiano di rappresentare inutili pesi che ci zavorrano e ci impediscono di volare.
Così come ogni viaggio rappresenta la possibilità di lasciare a casa alcuni aspetti di noi e provare a viverne altri, così ogni fase della vita, ogni nuovo incontro o esperienza, può essere l'occasione per aprire quella valigia piena di passato e magari accorgersi che ci sono solo quelle quattro farfalle...
Infondo, sono daccordo con Marcel Proust : “L'unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi”.
Vi auguro un affascinante processo di liberazione da vecchi stereotipi e un avventuroso viaggio di scoperta di nuovi mondi.
virginia
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