“Nella nostra società campeggia lo slogan: vietato invecchiare.
Perché nelle nostre società in cui le aspettative di vita sono sempre più alte e la natalità sempre più bassa, l'unica possibilità data dalla vecchiaia è di rinnegare se stessa, e allora il vecchio è tollerato se posa da giovane, se sembra giovane, se fa finta di essere giovane.
[…] quel che il tempo aggiunge ai maschi – fascino, prestigio, status – a noi, ancora, sottrae. Il passare del tempo, […] invece di evocare sapienza, esperienza, valore, ci rende invisibili.
Ma la carne è merce deperibile, e nel mercato del desiderio scade presto: ci sarà sempre chi , più giovane di te di un giorno, o di cinque minuti, ne avrà più fresca da esibire.
[…] ormai bisogna andare in Africa o in Oriente, in uno di quei cosiddetti terzi mondi ancora preservati dallo scempio del nostro consumismo per trovare delle donne che parlano del loro corpo con amore e non come manutenzione.”
(I. Caputo “Le donne non invecchiano mai” 2009, pagg. 9-49)
Comincio così, con le parole di una donna che sa esprimere in maniera esemplare nel suo libro, le luci e ombre di un argomento così delicato per il mondo femminile.
Occorre prendere atto che il tempo con noi sembra più tiranno che mai, soprattutto perché siamo, nostro malgrado, immerse in una cultura che esalta a tutti i costi forse l'avvenenza fisica più che la giovinezza e basta.
Mi fa male parlare così, vorrei che le priorità fossero altre, ma poi mi ritrovo anche io, a volte, davanti lo specchio e mi chiedo: che cosa succederà dopo?
Ho i miei difetti, (chi non ne ha?) ma ho deciso già da un po' di tempo che la mia bellezza non può essere solo quello che si vede, ma diventare quello che traspare.
Mi dico che se ho incontrato l'amore, è stato perché ho rinunciato a identificarmi con questo bell'involucro che la natura ha voluto donarmi, per farmi scoprire – non il seno, le gambe o altro – ma piuttosto nelle mie paure, insicurezze, strambe idee e voli pindarici, desiderio d'amore e di poesia.
Perché in ognuna si annidano insicurezze, ma paradossalmente è da lì che possiamo costruire la nostra forza. È lo svelamento dell'anima che costruisce vere relazioni, non l'ostentazione dei corpi.
Ha ragione la Caputo, “ci sarà sempre chi, più giovane di te di un giorno, o di cinque minuti, ne avrà più fresca da esibire”... oggi a te, domani a me.
Vero, ma solo se si è costruito il rapporto, fra noi e il nostro corpo, fra noi e gli altri, sulle sabbie mobili delle lancette incantate del tempo, che esistono solo nelle favole.
Mi trovo spesso a guardare con meraviglia e non con invidia le ragazze adolescenti, così belle nei loro corpi raggianti, che sprizzano vitalità da ogni poro: mi fanno pensare a un'altra me, a una fase della vita in cui semplicemente porti in giro quella bellezza con leggera inconsapevolezza, come se potesse durare per sempre.
Non è il corpo che dobbiamo obbligare a restare immutabile nel tempo, sottoponendolo a torturanti esercizi, impacchi di speranza e applicazioni di gioventù.
È la nostra consapevolezza che deve cambiare, è il nostro sistema di valori, il nostro modo di guardarci e giudicarci implacabilmente.
Non è semplice. Siamo ancora molto vulnerabili, perché l'occhio maschile si posa sempre su un fatuo fiore in boccio e raramente sulla pianta longeva che ha attraversato mille intemperie.
In realtà, è proprio quel prendere coscienza di essere quella pianta, salda, forte, con radici profonde che solcano la terra, e la maestosa chioma protesa verso il cielo, che ci può salvare e farci saltare agli occhi la stupenda Donna che siamo.
Solo se la vediamo noi, potranno vederla anche gli altri, a tutte le età.
Buon Lunedì.
virginia
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