venerdì 30 dicembre 2011

Uno ultimo sguardo all'anno che sta per finire



Fra pochi giorni finirà anche questo 2011.
Com’è stato per voi? Per alcune pesante e faticoso, per altre terribile e doloroso, per altre ancora sarà stato enigmatico, oppure rivelatore… ci sarà chi di voi non ne può più e chi invece si augura che possano essere tutti così gli anni a venire… sarà stato l’anno della svolta o della rivolta, quello che aspettavate da tanto e che è difficile lasciare, sarà stato l’anno della consapevolezza di cose importanti, della perdita di una persona cara o di decisioni difficili da prendere, sarà stato uno come tanti, dove non è successo niente di esaltante, oppure quello in cui non ti saresti mai aspettata che…
Io credo che se ci pensi bene, dentro questi giorni che si sono susseguiti uno dopo l’altro ci siano state tutte queste cose insieme, perché la nostra storia è fatta di tanti piccoli tasselli, emozioni in fila indiana o esplose improvvisamente come fuochi d’artificio. Forse anche nell’anno che ci è sembrato peggiore, possiamo trovare un frammento di bellezza e in quello più bello una briciola di infelicità…questa è la vita, la nostra vita
Io sono molto grata a questi giorni trascorsi, perché mi hanno permesso di materializzare quello che meditavo da tempo: uno spazio di riflessioni ad alta voce da condividere con chi come me si interroga sui significati delle cose, delle persone, delle relazioni… Rileggendo qua e là i post pubblicati ho deciso di stilare dei punti fondamentali, che hanno segnato a mio avviso, le tappe di questo blog dalla sua nascita a oggi. Un donneincontatto pocket in dieci punti: 
  1. Interrogati ogni giorno chiedendoti: chi sono? Chi voglio essere? A quale parte di me voglio dare spazio quest’oggi?
  2. Più delle risposte è importante il porsi domande: lascia campo libero alla ricercatrice che c’è in te.
  3. Il tuo corpo non è solo uno strumento da usare, è un tempio da vivere, abitare, onorare. Abbi cura di lui, in tutti i sensi, non solo dell’immagine, ricordandoti sempre che la Bellezza è qualcosa che emana da te, non riflessa negli occhi di un altro.
  4. Cerca di avere un dialogo sincero e costruttivo con gli altri, confrontati senza mentire, esprimi il tuo parere evitando però il conflitto fine a se stesso.
  5. Ritagliati un po’ di tempo per parlare col tuo compagno, dei tuoi, dei suoi e dei vostri bisogni: non ti arrendere di fronte al tempo che incede, gli impegni straripanti, i figli esigenti o la tv alienante.
  6. Leggi più libri che puoi: insegnano, aprono la mente e ti fanno scoprire parti nascoste di te.
  7. Quando proprio non ce la fai più, fermati e respira. Impara una tecnica di rilassamento o ricorri ai fiori di Bach ;-)
  8. Cerca la gioia nelle piccole cose e se ti va, registra su un quadernino tutto ciò che ti rende felice (e poi usalo nei momenti del bisogno)
  9. Ricorda che solo tu puoi cambiare la tua vita, se vuoi. Puoi diventare la meravigliosa creatura che sei destinata ad essere.
  10. Sorridi alla vita, ti ricambierà.
Un grazie a tutte voi che ci avete letto, scritto, dato spunti e suggerimenti, ma anche critiche e commenti…
Continuate a farlo anche nel prossimo anno!
Un abbraccio scintillante come la notte di Capodanno, con l’augurio di esaudire ogni vostro desiderio
virginia

ps. concludo inserendo un video di Natalie Merchant, della canzone Wonder (Meraviglia), semplicemente bellissimo, pieno di donne di tutte le età che celebrano la loro energia. (E alla fine..sorpresa!C'è pure il nostro logo!!)

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale!




Già qualche giorno fa parlavamo di ricette speciali, fatte di ingredienti originale per creare la propria pietanza di nutrimento per l'anima. Così anche oggi, in occasione del Natale, abbiamo voluto trascrivere un'altra ricetta, questa volta trovata fra le pagine di Google...

LA RICETTA DEL BUON UMORE

Prendete un bicchiere di Gioia
Una tazza di Buona Volontà
Cinque cucchiai di Entusiasmo Quattro fette di Semplicità
Uno spicchio di Prudenza
Un pizzico di Risate
Due etti di Fiducia
Una foglia di quella rara pianta chiamata Umiltà
Un’abbondante dose di Amore
Un gambo di Serenità
Condite il tutto con un po’ di Fede
Amalgamate con Tenerezza, Gentilezza e Comprensione
Versate in uno stampo di Pazienza
Lasciate cuocere con i raggi del sole
E servite con gustosissimo Sorriso!

Vi auguriamo che il buon umore non sia solo proprio del  Natale ma che vi accompagni ogni giorno della vostra vita.
Spesso la nostra mente immagazzina le cose brutte e dimentica quelle belle. E' sempre troppo facile, infatti, vedere e ricordare i torti subiti; dovremo imparare ad avere maggior memoria delle cose che ci hanno fatto stare bene e magari chiederci cosa abbiamo fatto noi e cosa ci hanno fatto gli altri per permetterci di avere delle giornate felici, dei giorni sereni, dei momenti indimenticabili.
Buon Natale a tutte voi.
Erika, Evi, Virginia

mercoledì 21 dicembre 2011

Libri sotto l'albero



Mi piace molto regalare libri, soprattutto passare interi pomeriggi dentro le librerie per scegliere il "messaggio" giusto da donare alle amiche presso le quali i libri in questione troveranno dimora... però il tutto presuppone che sia in possesso del sacro tempo da dedicare a questo accorto processo decisionale..
Così mi è venuto in mente di condividere una short list di suggerimenti per chi fosse in preda all'ansia del conto alla rovescia da natale alle porte e nessuna idea in testa...
Ovviamente si tratta di una visione al femminile, ma qualcuno di questi testi può essere anche adattato a un pubblico maschile ;-)
Ultimissimo consiglio: se qualcuno di questi può fare al caso vostro... andate in libreria, cercatelo, guardate la copertina, e leggetene il risvolto, provate a sfogliarlo...immaginate l'effetto che può fare sulla persona che lo riceverà...create una dedica personalizzata e donatelo con amore..

M. Rowlands “Il lupo e il filosofo” – bellissimo e struggente, per l'amica che adora gli animali e ne fa la sua “filosofia di vita”
T. Terzani “Un indovino mi disse – per l'amica che è attratta dalla dimensione esoterica ma sa restare con i piedi per terra
G. Schelotto “E io tra di voi” – per l'amica che finisce sempre per essere “l'altra” (ps. Da regalare solo se l'amica è disposta a mettersi in discussione e provare a riflettere sul perché!) [della stessa autrice date un'occhiata anche a “Un uomo purché sia” e “Distacchi e altri addii”]
R. Bach “Nessun luogo è lontano” – meraviglioso pensiero per le amiche di sempre, soprattutto quelle lontane
D. Pennac “Diario di scuola” – per l'amica che lavora nel mondo della scuola, che ancora crede nell'educazione alla vita più che nell'istruzione della mente
B. Cibrario “Rossovermiglio” – per l'amica matura, che ancora non ha smesso di sognare e desiderare di essere felice o per la giovane, perché non smetta mai
C.B. Divakaruni “La maga delle spezie” – per l'amica affascinata dall'india, dai suoi sapori e colori ma anche dalle storie d'amore contrastate e difficili
M. Richler “La versione di barney” – per chi ancora non lo ha letto, libro divertente e sopra le righe.
A. Grandes “Modelli di donna” – raccolta di storie, omaggio a tutte le donne che cercano se stesse
E. E. Schmitt “La sognatrice di Ostenda” – magici racconti di uno scrittore straordinario
H. Kureishi “Ho qualcosa da dirti” – per l'amica un po' psicologa, cui piacciono i libri intimisti, ma con un tocco di suspence
O. Brenifier, J. Després “Il libro dell'amore e dell'amicizia” e “Il senso della vita” – graziosi libri illustrati, per chi è alla ricerca di domande, ma non necessariamente di risposte certe e definitive

Se poi qualche titolo vi attrae anche per voi........Buona lettura a tutte!
virginia

mercoledì 14 dicembre 2011

Psicologia del dono


Con questo lungo week end dell'Immacolata siamo entrati appieno nell'atmosfera natalizia. Come ogni anno in questi giorni di vacanza ho creato insieme a mio marito il nostro albero, ho addobbato la casa di simboli di festa, sparso ancora più candele profumate e cominciato a pensare ai doni da fare.
Voi da che cosa partite?
A me piace fare un piccolo elenco – su una delle pagine bianche adibite a notes nella mia agenda – delle persone a cui vorrei fare un pensiero, (che spesso sono sempre le stesse ogni anno, ma comunque ne scrivo i nomi perché credo che aiuti a snocciolare le idee).
Lascio un po' di spazio bianco, vicino ad ogni nome, cosicché ci sia respiro anche per ripensamenti o diverse opzioni, in attesa della scelta definitiva e poi comincio a dedicarvi pensieri, un ritaglio di tempo nella giornata, magari nei tragitti in macchina o nelle pause del lavoro, oppure a volte vago per negozi finché la mia attenzione non è rapita da un oggetto o un'intuizione fulminea che mi fa associare un particolare a una persona.
Certo, in questi momenti in cui tutto ci porta a non sprecare denaro, occorre anche stabilire prima un budget da destinare ai regali e poi scegliere di conseguenza.
Vorrei fare con voi delle considerazioni a voce alta, sulle motivazioni che ci portano a scegliere un oggetto per una persona.
Provo a partire dal presupposto che il dono che facciamo sia sentito e non un dovere o un obbligo, casi in cui non possono valere moventi sinceri e spassionati.
Io credo che ogni regalo, piccolo o grande che sia, rappresenti un messaggio, una forma di comunicazione.
Attraverso un oggetto, ci troviamo a manifestare una pluralità di significati all'altro che lo riceve, significati di cui occorre essere consapevoli, per evitare malcelate reazioni interrogative...
Immagino che le persone con cui vi scambiate regali a Natale siano parenti, amici vicini o anche colleghi, ma quelli più stretti, quindi deduco che li conosciate piuttosto bene e dedichiate loro un'attenzione particolare.

Qual è il perno attorno al quale ruota il principale motivo che ci porta a scegliere un regalo fra tanti (e soprattutto dopo molto tempo e moltissimi doni)?
Il concetto di bisogno, ovvero la possibilità di conoscere le necessità della persona in questo momento.
Spesso, per evitare regali inutili, si va alla ricerca di qualcosa che “serva”, che sappiamo che manca o del quale c'è reale bisogno. Questo vale soprattutto in famiglia, fra amici di vecchia data quando ormai ti sei regalato di tutto e di più, per andare a colpo sicuro.
Qual è però il rischio di questa soluzione? È quello di regalare qualcosa che noi pensiamo serva, quando in realtà per l'altro è una cosa superflua della quale avrebbe fatto a meno d'ora in poi (e quindi come regalo non sarà graditissimo).
Per questo è molto importante l'ascolto piuttosto che l'inferenza.
L'ascolto è ciò che mi permette di capire se l'altro manifesta una necessità reale, mentre l'inferenza mi fa credere che ci sia il bisogno solo perché io ho notato che qualcosa è terminato (esemplificando,  un conto è sentirsi dire “ho terminato la tal cosa, bisogna che la riprenda perché mi è piaciuta” un altro conto è vedere coi propri occhi che quella cosa è terminata e dedurne che va ricomprata)

Un'altra alternativa è invece la via del desiderio, ovvero la possibilità di riuscire a carpire che cosa piacerebbe moltissimo all'altro (e non riesce per vari motivi a comperarsi) e cercare così di appagare questo suo piccolo “sogno”. Questa è spesso la soluzione che prevale all'inizio delle storie, quando si vorrebbe soddisfare ogni desiderio dell'altro, o nelle occasioni importanti, e di solito il risultato è assicurato, perché riusciamo a trasformarci nel genio della lampada, che tutto realizza e la felicità dell'altro è l'unico obiettivo. Questa soluzione però, se vogliamo vederne il lato negativo, è un po' priva di personalità, nel senso che in questo modo ci facciamo meri esecutori di qualcosa, senza metterci elementi personali che danno un senso di unicità al regalo. Certo, dimostriamo che abbiamo colto e ascoltato, che siamo stati attenti, ma meglio ancora sarebbe un tocco di originalità che permetta di acquisire la nostra impronta al pensiero (un biglietto intenso, una presentazione magica, un'atmosfera indimenticabile...)

Una terza via per la decisione può essere quella di scegliere fra oggetti che abbiano a che fare con le passioni e gli hobby dell'altro: il rischio in questi casi è che la persona abbia già tutto quello che le serve in proposito, così dovremo pensare a qualcosa di veramente particolare o l'ultimissima novità in quel campo.
Questo non significa necessariamente che il nostro regalo debba servire per svolgere quell'attività, ma che attraverso quella preferenza che ci parla della persona, noi possiamo scegliere un dono più adatto (all'amica appassionata di lavoro a maglia che so trascorrere giornate di festa a sferruzzare, senza muoversi, potrò evitare di regalare qualcosa del tipo libro di “itinerari in giro per l'Italia” anche se sicuramente le farebbe bene!).

Quest'ultima affermazione mi permette di porre l'attenzione su un fenomeno che può portare a equivoci: il regalare qualcosa con tutte le migliori intenzioni, per stimolare l'altro a seguire quello che poi risulta un nostro desiderio o necessità.
Quando ero studentessa ho lavorato come commessa in vari tipi di negozi, una volta mi è capitato di fare il periodo natalizio presso una grande catena di intimo femminile, che ogni anno pubblicizzava appositi completini per le feste... inutile dire che accorrevano numerosi molti maschietti, (a corto di idee), che chiedevano proprio il prodotto pubblicizzato. A chi provavo a chiedere se erano sicuri che il modello scelto fosse di gradimento per la compagna (non tutte dicevo, amano il reggiseno col ferretto o il perizoma piuttosto che la culotte) ricevevo o risposte vaghe (del tipo non saprei..) oppure risposte del tipo “lei non mette queste cose ma piacciono a me e voglio che cambi” (abbinato a sorrisetto malizioso da chi vuol far credere di saperla lunga in proposito...)
Perché vi racconto questa storia?
Perché credo che certamente occorra una nota personale e creativa nel dono scelto, ma facciamo attenzione ai messaggi subliminali che inviamo, perché può esserci il rischio che se l’oggetto non ha niente a che fare con l’altro, porti con sé un significato del tipo “ti vorrei diverso da come sei”…
In generale, qualsiasi sia il dono, ricordiamoci che non è tanto l’oggetto in sé ma il fatto di averlo fatto col cuore che conta, anche se si tratta di un bigliettino pieno di parole nutritive e speranzose: questi sono i dettagli che scaldano il Natale.

Io oggi parto con la ricerca…e voi?
virginia

mercoledì 7 dicembre 2011

E se la felicità facesse rima con creatività?

Particolare del negozio "Ottica Manuela" a Brogliano (VI)

Il post di oggi è il frutto della sinergia di alcune donne, che per motivi e ragioni diverse, hanno contribuito a far si che potesse nascere.  Tutto è cominciato da un’idea della Manu, (che siccome è una delle donne più creative  che io conosca), ha allestito nel suo negozio di ottica,  una cucina economica (la vedete nella foto), di quelle delle nonne,  con pentole antiche che schiudevano, invece di fumanti minestre, degli occhiali moderni e coloratissimi. A chi frequentava il negozio in questo periodo chiedeva una ricetta, per abbellire e rendere più accogliente l’ambiente, così, visto che son passata a salutarla, mi sono ritrovata anche io a voler scrivere un ricordo culinario.  Ed ecco che in questa occasione mi è tornato in mente un librettino, che la mia collega Maria Teresa ha sulla sua scrivania, nato dall’idea di un’altra collega, Cristina, che ha raccolto “Ricette di Felicità”, frutto di un seminario presso il Centro di Psicosintesi di Bologna. Nel librettino sono riportate tante ricette che hanno in comune la felicità, con tanto di ingredienti, difficoltà e modalità di preparazione, per le quali ognuno dei partecipanti ha avuto una visione unica e particolare. Ecco che ispirata dall’idea di Cristina, ho voluto scrivere anche io la mia personale ricetta della vita felice, affidandola in un primo momento a un foglietto mobile della mia pienissima agenda.  Qualche giorno dopo, mentre ero a svolgere un’attività didattica con Alice, in un progetto di orientamento per lavoratori, ci siamo trovate a parlare di passioni e hobby, e così abbiamo rimesso mano alla ricetta originale che avevo scritto io, cercando di darle proprio la forma di una vera ricetta di cucina. Quella che segue è la versione definitiva.
Invito ciascuna di voi a scrivere la propria, è divertente, stimolante e permette di riflettere in maniera spontanea su temi importanti e profondi.
Ringrazio tutte le amiche che mi hanno aiutato a mettere a punto la mia.
Un abbraccio goloso a tutte
virginia
Torta  millefoglie della vita felice
Ingredienti
·         Farina di Fiducia
·         Una tazza di Rischio
·         Una tavoletta di Sicurezza
·         Olio extra vergine di Ottimismo
·         Albumi di Entusiasmo
·          Un panetto di Amicizia
·         Una passione fondente
·         Miele di Consapevolezza
·         Calma-ndarini
·         Un bicchierino di Umorismo
·         Un legame profondo
·         Spontaneità zuccherina
·         Un raggio di sole
·         Qualche lacrima
·         Polvere di stelle
·         Una tortiera della forma e dimensione preferite (lasciate spazio alla fantasia!)

Prendere la sicurezza, sminuzzarla in pezzi piccoli; unirla amalgamando al rischio, facendo attenzione a non formare grumi fino a  ottenere un  impasto omogeneo,  piuttosto solido, che va steso  con le mani a formare la base della torta. Porla nella  tortiera e   una volta stesa,  tamburellarla con le dita, quasi a farle il solletico, perché non si prenda troppo sul serio.
In una terrina mescolare l’ottimismo con la fiducia e lasciare riposare perché lievitino pazientemente in sinergia .
Sbucciare il calma-ndarino  e intingerlo nel miele di consapevolezza  per fargli  acquistare un sapore  unico .
Montare a neve l’entusiasmo ben spumoso ed invitante e unirlo mescolando alla spontaneità, toccasana naturale .
In un pentolino mettere l’amicizia a pezzettoni e sciogliere  a fuoco lento, scaldando con un raggio di sole,  aromatizzandola con il bicchierino di umorismo.
Riprendere la tortiera e sulla base di sicurezza e rischio spalmare uno strato abbondante di legame profondo con una persona speciale .
Unire il composto di fiducia e ottimismo con l’entusiasmo montato a neve e formare un ulteriore strato senza dimenticare qualche lacrima qua e là
Fare il terzo strato con il composto di amicizia condito di umorismo .
Decorare il tutto con la calma intinta nella consapevolezza e grattugiarvi sopra abbondante passione fondente 
Mettere in forno  alla  temperatura del susseguirsi delle stagioni per 100 anni .
Spolverare ogni tanto con polvere di stelle quanto basta per un effetto magico .

martedì 6 dicembre 2011

la giustizia riparatrice




La Giustizia riparatrice  vede il crimine non come un’offesa contro lo Stato, ma come un danno a persone e rapporti. Invece di punire i delinquenti, la giustizia implica la riparazione del danno causato dal crimine. La vittima e il reo possono partecipare attivamente al processo. La comunità può sostenere la vittima ed aiutare il reo ad adempiere agli accordi presi per la riparazione del danno.
Nel sistema convenzionale la vittima e il reo non sono in grado di raccontare l’accaduto a modo loro, e ancor meno di comunicare tra loro.
La nostra società si preoccupa di  determinare la colpevolezza o l'innocenza e di punire il colpevole , senza pensare alla riparazione di quelli che soffrono da parte di entrambe le famiglie ( quelle della vittima e quelle dei carnefici)

La giustizia riparatrice offre alla vittima e al reo la possibilità di discuterne e di decidere come risolverla, attraverso la mediazione vittima/reo, o un ampliamento della stessa conosciuta come “conferencing”, in cui le vittime e i rei sono invitati ad includere le proprie famiglie allargate.
 Infatti per giungere ad elaborare il lutto le vittime dovrebbero confrontarsi con i colpevoli.
Mi spiego con un esempio
Nel 2000 in Australia tre giovani ramati entrano in un fastfood per rapinare l'incasso. Un giovane che non si era reso conto di quanto stava accadendo si alza per prendere una coca cola e viene colpito a morte . Nonostante i tre ragazzi siano stati imprigionati, la madre del ragazzo è inconsolabile e lo stesso la fidanzata.
L'ispettore di polizia australiano organizza un incontro informale tra i ragazzi e la madre e la fidanzata del ragazzo.
I ragazzi si trovano di fronte alla sofferenza sconfinata della madre e della fidanzata ,comprendono tutte le conseguenze delle loro azioni e dicono “ Non c'è scusa alcuna per quello che abbiamo fatto. Non parleremo  della nostra infanzia sventurata come ha fatto il nostro avvocato poiché nulla al modo vi darà vostro figlio “.
Sei mesi dopo la madre e la fidanzata del ragazzo ucciso si erano riprese : vi è stata una riparazione simbolica attraverso parole vere.
Sebbene condannati al carcere, i ragazzi non avevano visto il danno causato e non erano fino ad allora pronti al cambiamento . Il video del film è accessibile sul sito di Real Justice.
Questa pratica è effettuata in Neozelanda, Canada, America e Svezia .
Oltre alla pena permette il controllo ovvero la definizione dei limiti e il sostegno incoraggiamento alla maturazione del colpevole.
Chi scrive è convinto che la responsabilità o la maturazione passi anche attraverso la visione concreta di quello che abbiamo fatto e che l'elaborazione di un lutto passi attraverso il confronto con il colpevole.
Come costellatrice mi è capitato di avere come cliente il nipote o la nipote di nonni pluridecorati al valore nella seconda guerra mondiale.
Il solo fatto di avere preso consapevolezza  dei morti fatti dal nonno in guerra e avere fatto pronunciare queste semplici parole al nipote “ Vi vedo, vedo il dolore delle vostre famiglie e vi ringrazio perchè la mia vita è dovuta alla vostra morte “ ha fatto rinascere il sorriso in quei nipoti e una nuova leggerezza...
Con amore
Evi