Oggi è l'equinozio di Primavera.
Devo ammettere che aspetto sempre con gioia questo giorno dell'anno, la rappresentazione temporale dell'ennesima fine di un inverno e dell'arrivo di una stagione di risveglio, di sole, di piante fiorite e nuove energie.
Si esce da un torpore grigio e fumoso, che a volte opprime l'animo oltre che il corpo, e si entra pian piano in una nuova atmosfera fatta di luce e colori, che ritempra lo spirito e dona bellezza alle nostre giornate.
Nei miti eleusini, si festeggiava in questo giorno il ritorno della fanciulla Persefone (o Core) – figlia di Demetra, la dea delle messi – nel mondo di sopra, dopo che aveva passato i mesi invernali col marito Ade, nel regno di sotto (i romani spiegavano così il susseguirsi delle stagioni: era per il dolore della lontananza dalla figlia che Demetra privava la terra dei suoi frutti e tutto si seccava).
La figura di Core è stata approfondita poi dalla psicologia junghiana che ne ha fatta una simbologia archetipica che spiega la possibilità di crescere e trasformarsi.
Il mito racconta che Ade la rapisce facendo aprire la terra sotto i suoi piedi mentre lei si china a raccogliere un narciso. La fanciulla prima della caduta, rappresenta un aspetto del femminile che è puro, ingenuo e adolescenziale, ma allo stesso tempo rappresenta la tensione verso un cambiamento, il desiderio inconscio di separarsi dalla madre per poter conoscere il mistero del rapporto col maschile.
Il regno dei Morti, di cui Persefone diventa regina, è un mondo oscuro e rappresenta la caduta in una dimensione di sofferenza che si manifesta fuori – nella natura che va in letargo – e dentro – nel congelarsi dei desideri e della vitalità. C'è da dire però, che è grazie a questo periodo di dolore che la giovane Persefone si fa donna ed è capace poi di tornare sulla superficie in maniera più consapevole, avendo conosciuto anche l'aspetto ombra che la abita.
Il mito di Core ci ricorda che non possiamo esimerci dal conoscere e confrontarsi con i diversi aspetti dell'esistenza: ci sono i momenti di luce ma anche quelli di oscurità, ed è grazie al loro ciclico divenire che possiamo crescere ed evolvere verso aspetti più maturi di sé.
A primavera tutto di noi può partecipare alle meraviglie della natura. Le vibrazioni di risveglio che sono nell'aria fanno sì che anche le emozioni si elettrizzino, la concentrazione si lasci trasportare in territori immaginifici e il corpo si senta euforico e leggero, con tanta voglia di evasione. Per alcune può invece essere più difficile prendere parte a tutto ciò, perché può essere che la nuova stagione riattivi un senso di maggior torpore e voglia di continuare a rintanarsi in casa.
Qualsiasi sia la vostra reazione, bisogna sottolineare che, così come i bulbi, che abbelliscono le nostre case in questa stagione, hanno bisogno di un periodo di riposo e tenebra durante l'inverno per poter poi rinascere a nuova vita, anche i nostri animi possono trarre degli importanti vantaggi e insegnamenti dai periodi in cui ci sembra che nulla abbia senso, i giorni in cui ci pare di non poter più uscire a vedere un raggio di sole.
Come i coraggiosi bulbi possiamo concederci la possibilità di attendere che le cose cambino, accettando la sfida di riuscire, in una tiepida giornata di sole, a fendere la terra con un verde germoglio che al solo vederlo commuove e ricorda l'incanto della rinascita.
Che tu sia giacinto, narciso, giunchiglia o tulipano non disperare, fendi la terra umida e mostra al sole tutta la tua bellezza. È il tuo momento.
Buona primavera a tutte
virginia
ps. “azione terapeutica” per il mese di marzo: comperate un solo bulbo o un cestino di bulbi non ancora in fiore... metteteli di fronte a una finestra assolata, prendetevene cura e godetevi il miracolo della loro (e, metaforicamente, della vostra) fioritura. :-)
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