Mi domandavo un tempo perchè la legge
non serviva a quelle donne che difendevo..o meglio io lottavo, magari
vincevo, ma dopo un po' la situazione si ripresentava uguale, magari
con un partner diverso...
E quindi la legge non serviva..
Così ho approfondito e studiato (cosa che mi riesce
anche bene ) e scoperto che ...
La dipendenza emotiva nasce da una
ferita che cerca di rimarginarsi, ma se non ci evolviamo nella
comprensione di questo aspetto, la ferita stessa tenderà a ricrearsi
e a fossilizzarci nello stato di bisogno. La dipendenza emotiva nasce
fondamentalmente da quello che non permettiamo né riconosciamo a noi
stessi. E’ un continuo tornare al punto di partenza: se abbiamo
questa voragine interiore, grande o piccola che sia, niente e nessuno
potrà mai colmarla… quello che non abbiamo ricevuto, ledendo il
nostro diritto di ricevere, sarà sempre qualcosa di mancante, a meno
che riconosciamo e ci occupiamo del nostro bisogno, cominciando con
il prendercene cura in prima persona.
Alla base delle dipendenze emotive c'è
un conflitto personale irrisolto, una ferita profonda che ha creato
un vuoto/bisogno e agisce dall’inconscio, quindi al di là della
nostra consapevolezza ordinaria. Una ferita che ci spinge verso
situazioni, comportamenti e incontri per imparare a guarire.Chi di
noi non ha vissuto in prima persona o in modo indiretto quelle
situazioni in cui “ci perdiamo” dietro a qualcuno, nell’anelito
assoluto di ricevere amore e riconoscimento, e costui, in mille modi
a volte anche molto “eleganti” e velati (o con il doppio
messaggio dei suoi atteggiamenti, in cui sembra fare una cosa ma in
realtà non la fa affatto), ci demolisce continuamente… ma noi
continuiamo a stare lì, senza sosta, anzi, insistiamo, anche se in
realtà rantoliamo nella sofferenza.
Di solito trattasi di una persona che
nei suoi primi anni di vita, per varie situazioni non ha potuto
avere un nutrimento adeguato, a livello anche di concreta attenzione
ai bisogni corporei, non solo emotivi, ad esempio non ha potuto avere
un proprio spazio dove sentire il diritto di esistere, di poter
chiedere, di avere fame e quindi di poter essere nutrita, di
piangere, essere toccata ecc… allora, molto probabilmente, da
adulta svilupperà la tendenza ad avere dipendenze emotive da quegli
individui che riflettono proprio la stessa dinamica.
Il punto fondamentale è comprendere
il proprio bisogno. Solo la consapevolezza del bisogno che ne è alla
base, può far uscire dalla dipendenza emotiva.
Ma come se ne esce?
AMARSI. Se accogliamo il nostro dolore,
il nostro bisogno, scopriamo incredibilmente che abbiamo la capacità
e la possibilità di affrontarlo . E più si entra in questa
possibilità più ci si allontana dalla dipendenza, perché di
conseguenza non si vive più nel bisogno dell’altro la cui
presenza, a quel punto, si trasforma nell’occasione per vivere
davvero un desiderio.
La stessa energia impiegata nell’agire la
dinamica del vittimismo può essere impiegata per accogliere e
sviluppare la consapevolezza di sé.
Quindi, invece di minare il
nostro potere attraverso il senso di colpa e pensare di essere
sbagliati, possiamo affermare: “mi posso occupare di questa cosa”,
“posso guarirla”, “posso accoglierla”…POSSO AMARMI!!
Quando ci sentiamo affondare in una
specie di abisso, quando ci sentiamo sopraffatti, quando vorremmo
ribellarci, dire “ma succede sempre a me”… ci si può fermare
per un po’, se c’è una discussione magari interromperla e
ricavare uno spazio tutto per noi, prendere una pausa dal contesto, e
quindi provare a sentire la risposta alla domanda “Cosa sto facendo
veramente? Perché mi sento davvero così? Cosa mi manca?” –
Quanti anni ho? Mi sento .
Sentire niente in realtà vuol dire
sentire qualcosa: vuol dire che sto sentendo che c’è una
difficoltà nel pemettermi di recepire e di sentire qualcosa di più
definito.
Con amore
evi