Prendo come spunto
alcuni fatti di cronaca.
Habemus papam
e con lui, sembra, anche un nuovo modo di rappresentare la Chiesa,
lui che nel primo discorso da quel balcone, informa che il giorno
successivo si recherà a S. Maria Maggiore per rivolgere una
preghiera alla Madonna perché ci protegga.
Habemus i
presidenti di Camera e Senato, con la Boldrini che nel discorso di
apertura dopo la sua elezione, fra i diversi obiettivi inserisce
questi:
Dovremo
farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza
travestita da amore. […]
La
politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una
passione.
Cercherò di portare assieme a
ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che
alla politica oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto i nostri
figli.
Il
padre della Chiesa che fa appello alla Madre di Gesù, perché forse, in questo spirito di rinnovamento serve proprio la misericordia femminile, che lenisca gli errori di quegli uomini, anche dentro le istituzioni religiose, che hanno portato violenza e orrore verso i più deboli.
Una
madre, la Boldrini, che si trova in un ruolo fondamentale nello Stato
e porta con sé valori tipicamente femminili: prendersi cura, donare
speranza, prestare servizio.
Allo
stesso tempo però evoca anche la passione, la lotta alle ingiustizie
per poter non solo sognare, ma anche attuare il cambiamento per i
propri figli.
Tutto
questo mi ha fatto pensare a un saggio di Michela Murgia – Ave
Mary –
(Einaudi, 2011) dove l'autrice esprime mirabilmente diverse
interpretazioni della figura di Maria, intesa come donna “creata
dalla Chiesa”, ma anche come donna anticonformista, che porta
avanti un disegno più grande, modello tutt'altro che remissivo di
una consapevolezza di sé e dei diversi modi di esprimersi in un
mondo maschile.
Questo misterioso
visitatore non rispetta le regole, rendendola soggetto protagonista
della scelta che più la riguarda, come è giusto oggi, ma come non
era certamente normale nel I secolo. […] Una fanciulla per bene
davanti alla proposta sconcertante di restare incinta senza conoscere
uomo avrebbe dovuto nel migliore dei casi rifiutare, nel peggiore
chiedere tempo. Dire qualcosa di molto assennato e prudente, tipo “ne
parlo con mio padre” oppure con qualcuno più grande, più esperto,
più potente. Maria si guarda bene dal fare tutto questo […] Il sì
di Maria sarà suonato molto bene nell'alto dei cieli, ma a tutti gli
effetti nella terra degli uomini restava un suicidio.
(pag. 116-117)
Con una simile madre non
c'è da stupirsi se Cristo per tutta la sua vita pubblica ha usato
alle donne un'attenzione altrettanto anticonformista rispetto al
contesto in cui è vissuto. Non c'è niente come la Scrittura per
rivelarci quanto sia falsa l'idea di Maria che vogliono darci a bere
come docile e mansueta, stampino perfetto di tutte le donnine per
bene
(pag.118)
Con
lucida determinazione, la Murgia descrive le conseguenze dell'aver
accettato solo una interpretazione del comportamento di Maria, visto
che
Nella catechesi
tradizionale (…) è rappresentata come la donna del sì. […] Le
donne credenti di ogni latitudine hanno dovuto ascoltare secoli di
prediche sulla Maria obbediente e accogliente, la Maria docile alla
volontà di Dio, la Maria silenziosa che non discute anche quando non
capisce, ma si piega con la flessibilità di un giunco al soffio
inatteso dell'imperscrutabile Spirito. […] Attraverso la
costruzione fittizia di una specie di via del sì alla santità, la
struttura patriarcale trovava nella religione cattolica una
formidabile alleata per continuare a esigere la muta sudditanza
femminile. […] A date condizioni, la donna deve dire di sì, perché
il suo rifiuto non sarebbe comunque accettato. Al mutare delle
condizioni, la donna deve dire di no, perché il suo consenso
semplicemente non è previsto.
[…] Della fanciulla che
preferì tornare a casa senza la verginità piuttosto che morta non
sapremo mai neanche il nome, perché il suo sì le avrà anche
salvato la vita, ma non risulta funzionale al sistema che la voleva
fino in fondo vittima e indifesa. La figlia ribelle che prova a
opporre le proprie condizioni a quelle del padre non sarà portata ad
esempio a nessuna: il suo no sovverte la gerarchia familiare. La
moglie cristiana che ha provato a sottrarsi ai rapporti sessuali con
l'energumeno che si era resa conto troppo tardi di aver sposato,
difficilmente avrà sentito incoraggiamenti dalla grata del
confessionale: il suo no destabilizza il rapporto di potere in cui è
entrata sposandosi. La ragazza credente che si rifiuta di vergognarsi
di far l'amore col suo ragazzo prima del matrimonio dovrà imparare a
convivere con la disapprovazione del suo contesto religioso, perché
il suo sì afferma che il controllo del corpo è in mano sua. La
donna separata che provasse a rifarsi una vita con un uomo diverso da
quello che l'ha portata all'altare, sa bene che per la Chiesa ha già
detto un sì di troppo.
(pag. 114-115)
Sul
retro di copertina la Murgia scrive:
dovevo fare i conti con
Maria, anche se questo non è un libro sulla Madonna. È un libro su
di me, su mia madre, sulle mie amiche e sulle loro figlie, sulla mia
panettiera, la mia maestra, la mia postina. Su tutte le donne che
conosco e riconosco. Dentro ci sono le storie di cui siamo figlie e
di cui sono figli anche i nostri uomini: quelli che ci vorrebbero
belle e silenti, ma soprattutto gli altri. Questo libro è anche per
loro, e l'ho scritto con la consapevolezza che da questa storia falsa
non esce nessuno se non ci decidiamo a uscirne insieme.
Adesso, con l'intercessione
del Papa, l'impegno della Boldrini e l'energia di moltissimi uomini e
donne nel nostro paese che credono nella possibilità di rapporti
sani e maturi, speriamo sia arrivata una svolta.
Che l'umiliazione possa
trasformarsi in punto di forza, per dire no alla violenza e
all'ingiustizia e dire sì alla vita e al rispetto, in tutte le sue forme.
Buona settimana
virginia
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