In
auto questo week end ho scoperto la storia che sta dietro la nascita
di un'altra canzone storica, trasmessa da Virgin Radio (ne avevamo
parlato anche qui) nella rubrica “Rock Bazar”: Money for
nothing dei Dire Straits (qui)
Il
curioso testo, provocatorio e ironico, sembra abbia preso le mosse da
un episodio reale nel quale Mark Knopfler si trovava in un negozio
di tv e ascoltando i commenti dei commessi sulla bella vita dei
musicisti non ha fatto altro che trascrivere le parole e musicarle:
I
want my, I want my MTV
Now
look at them yo-yo’s
That’s
the way you do it
You
play the guitar on the MTV
That
ain’t workin’ that’s the way you do it
Money
for nothin’ and your chicks for free
Now
that ain’t workin’
That’s
the way you do it
Lemme
tell ya them guys ain’t dumb
[…]
Voglio
la mia, voglio la mia MTV
Ora
guarda quei pezzenti
È
così che devi fare
Suoni
la chitarra su MTV
Questo
non è lavorare ma è cosi che devi fare
Soldi
per nulla e ragazze gratis
Ora
questo non è lavorare
È
così che devi fare
Lasciami
dire che quelli lì non sono mica scemi
[...]
Dato
il mio interesse per la genesi del processo creativo in tutte le sue
forme, ho proprio fatto una riflessione sulla capacità dell'artista
di rendere straordinario un semplice fatto ordinario.
In
questo caso addirittura un'aspra critica che diventa arte.
Knopfler
ha reso condivisibile il pensiero di molti, accettando il punto di
vista di un uomo comune che deve faticare dalla mattina alla sera, ma
allo stesso tempo lo ha reso importante, elevandolo a messaggio per
tutti.
Forse
la capacità che più di tutte rappresenta la persona creativa è di
riuscire a presentare in forme diverse e maggiormente “visibili”
ciò che è già sotto gli occhi del mondo e che dà origine a quella reazione stuporosa - "oh!" - come se si vedesse per la prima volta.
In questo consiste la notevole capacità di sintetizzare in un simbolo (musica, pittura,
racconto) un bisogno dell'essere umano.
Il
simbolo, in quanto polisemico – portatore di molti significati –
può adattarsi alle necessità di ciascuno, secondo un processo di
appropriazione che è unico e individuale, portando a nuove riflessioni e attribuzioni di senso.
“Leggendo
non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che
acquistano sulla pagina un suggello di conferma.
Ci
colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già
nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di
cogliere nuovi spunti dentro di noi.”
Vi
ho coinvolti in queste riflessioni, perché ritengo che la vita di
ciascun essere umano sia un lungo e affascinante percorso creativo.
La
terapia stessa diventa una fucina di rielaborazione e incubazione,
perché secondo la Psicosintesi è necessario procedere per
riorganizzazioni parziali del nostro materiale psichico, tendendo
verso ciò che siamo destinati ad essere.
La
parte più bella del mio lavoro avviene proprio quando la persona che
ho davanti – dopo un tempo in cui è impegnata a capire, sondare,
soffrire – finalmente arriva a ricreare se stessa, accorgendosi che
tutto era già lì, ma andava saputo vedere per renderlo un'opera
unica.
Buona
settimana
virginia