Qualche
settimana fa, al termine di un post sull'amore (qui) vi ho postato
alcuni video di Alain de Botton e mi è venuto in mente di avere
comprato tempo indietro un suo romanzo: “Il piacere di soffrire”
(1996, Ed. Guanda) che non avevo ancora letto.
Così
l'ho estratto dalla pila dei libri in attesa e ho iniziato a scoprire
pagina dopo pagina la storia di una coppia i cui retroscena svelano
molti dei malintesi sul discorso amoroso.
Ogni
capitolo, grazie alle vicissitudini dei protagonisti, riesce a
mostrare quanto i trascorsi personali incidano sull'incontro a due,
quanto di ciò che mostriamo serva a volte a rassicurarci nelle paure
più profonde e come – per bisogni ancora più inconsci – siamo
noi i nostri più grandi boicottatori di felicità.
Attraverso
citazioni filosofiche e analisi, tutt'altro che semplicistiche, dei vari comportamenti, de Botton dimostra la complessità dell'animo umano,
soprattutto quando ne incontra un altro che desidera più di ogni
altra cosa.
Ho
deciso di pubblicare qui un capitoletto che può far riflettere sulla
difficoltà di alcuni uomini di rapportarsi con le donne in una
relazione fra pari.
Questo disagio sottende una paura dell'energia femminile,
finendo per cadere nel tentativo opposto di prevaricazione.
Olympia - E. Manet (1865)
Vi
lascio invece in sospeso sulla fine del romanzo, dove forse potrete
trovar risposte alla domanda “perché trovo sempre uomini che mi
fanno soffrire?”
buona
settimana
virginia
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