lunedì 19 settembre 2011

Come, meglio di così?

Virginia ha giustamente sottolineato come per accedere alla consapevolezza siano necessarie le giuste domande (se hai perso il suo post, lo trovi qui)

Ora, a me fare domande piace anche per lavoro (faccio l'avvocato e faccio mediazione) - e in più sono di mio curiosa come una scimmia -  ma vorrei condividere con Voi questo piccolo espediente che ho imparato relativamente al porsi delle domande utili per il nostro benessere .
Ora , il segreto è porsi queste domande quando stiamo bene, quando ci sentiamo in forma, quando gioiamo, quando siamo felici per ottenere un effetto moltiplicatore del benessere .
Le domande sono le seguenti : Come può essere meglio di così? Quale energia, quale spazio, quale consapevolezza mi permette di essere meglio , più grande, più ricca, più felice?
Il segreto è porsi queste domande quando si è già un pochino felici, si sta già benino, si pensa già di aver fatto un buon lavoro perchè così, con queste sensazioni positive, l'effetto si moltiplica.
Il limite del “ positive thinking” tanto sbandierato negli anni addietro è stato individuato proprio nello stato di malessare psicologico in cui era il soggetto che stava male e da questo stato cercava, si imponeva, voleva star meglio.
Ma se io “voglio” qualcosa significa che non ce l'ho, e quindi mancanza attira mancanza a livello emozionale e forse se sto guidando un'utilitaria e penso a quanto sfigato sono da questo stato emozionale pensare di volere una Ferrari o immaginare di giudare una Ferrari, non mi attira altro che frustazione...
Invece quando guido un'utilitaria posso pensare ai benfici che quest'auto mi offre ( facilità di parcheggio, costi ridotti di manutenzione) e da questo spazio di benessere pensare “ Come meglio di così ?” In tal guisa le mie meningi o se preferite i miei neuroni si attiverrano per cercare delle soluzioni e saranno in ciò aiutati anche dallo stato di benessere in cui già mi trovo...
E' utile quindi ringraziare (Dio, l'Universo, Shiva, Budda, o chi volete ) per quello che si ha e apprezzarlo e da questo stato di benessere, gratitudine, serenità chiedere a se stessi “ E come meglio di cosi?”
Trattasi di una semplice domanda, ma che apre infinite possibilità..
E voi allora giustamente a queste mie parole replicate “Bene , magnifico ma quando sto male, sto soffrendo, sono triste, mi va tutto male, cosa faccio?”
Beh, innanzi tutto non mi oppongo, non resisto, ma accetto e vedo quello che è . Ci sono cose che non possiamo cambiare ( vedasi il mio post precedente sulla resa) e da questo spazio di accettazione mi domando ad esempio se sono triste , se questo stato di tristezza mi appartiene o appartiene a mia madre o a qualcun altro:
Molti di noi infatti sono fedeli ad un modello comportamentale - acquisito per lo più in famiglia – e lo seguono per abitudine, per bisogno di riconoscimento , per necessità di appartenenza a quel gruppo.
Quindi se tutte le donne della mia famiglia sono tristi e hanno sposato mariti violenti, io inconsciamente non voglio essere felice perchè violerei un segreto accordo con loro in base al quale
io sono come loro e quindi mi sento accettata e riconosciuta dal gruppo solo se sono triste e mi sposo un uomo violento..Si tende a fare un accordo implicito con se stessi per essere fedeli al sistema famiglia e quindi quando sono triste mi chiedo innanzi tutto se questa tristezza mi appartiene oppure fa parte del mio bagaglio genetico. In questo ultimo caso decido di disfarmi di questo bagaglio perchè non mi appartiene, ma appartiene alla storia delle donne della mia famiglia.
Se invece questa tristezza mi appartiene , posso chiedermi “ Un essere infinto sceglierebbe veramente questo? Se avessi solo 10 minuti di vita deciderei veramente di passarli cosi? Quale energia, quale consapevolezza, quale spazio , quale insegnamento mi viene richiesto e non vedo al momento ?
Oppure semplicimente posso alzare gli occhi al cielo e cogliere l'infinità di questo universo per sorridere di me , del mio esssere infinitamente grande e infintamente piccolo allo stesso tempo e scoprire che tutto ma proprio tutto alla fine passa ed è solo un ...interessante punto di vista!
In inglese il concetto si rende meglio forse e si dice “ Allowance”
Come meglio di cosi?
Grazie , grazie , grazie!
E a proposito di ringraziamenti voglio ringraziare Alice Gabrielli e Access Conscioness e tutti coloro che in vari modi e ciascuno a modo suo, con varie tecniche, lavori e attività, con varie forme d'arte, di divertimento, di consapevolezza, di sport, di dura manualità o di sofistica intellettualità praticano il benessere, l'allegria, la gioia e li diffondono, scegliendo l'amore e non la paura. Perchè non importa cosa si fa, ma conta il come …

Con amore
Evi

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