martedì 27 settembre 2011

Sé-pararsi

Mi piace pensare etimologicamente alla parola sè-pararsi come difesa, protezione del nostro sé, dove per il sé s'intende la propria soggettività e il parare come costudire, difendere, proteggere.Dare corpo all'idea positiva di separazione considerando la separazione come un'azione di protezione nei confronti di noi stessi.In quest'ottica la separazione rappresenta l'occasione per riprendere il dominio su noi stessi, sulla nostra soggettività, senza confonderla con egoismo. Quindi anche quando la separazione è un evento subito possiamo considerare che c'è uno spazio da riempire, un'opportunità di crescita.

E' un'occasione che ci diamo per essere autonomi, dove “autonomia” significa poter prendere liberamente la decisione di scalare una montagna e decidere che l'unica cosa che potrebbe servirci è una piccozza e se qulacuno vuole accompagnarci può farlo in piena autonomia rimanendo tuttalpiù al nostro fianco per condividere la bellezza del paessaggio, la difficoltà della salita, i dubbi del percorso …

Il limite della separazione è quello del retaggio del neonato. Questo ricordo legato alla fisicità si insinua in noi ed è quasi un richiamo del corpo che ci spinge a rimanere legati.
Ogni legame anche il più piccolo, quando si interrompe, porta via una parte di noi stessi, un piccolo frammento di emozioni e di pensieri che viene sostituito dai ricordi. I processi psicologici che sono alla base di questo modello di relazione sono complessi e soggettivi.
E così la separazione rappresenta il sacrificio massimo per coloro che sono cresciuti nell'incertezza delle loro capacità, nella critica delle loro possibilità,nell'ansia dimostrativa di chi si sente di non riuscire ad appagare le aspettative altrui.
E quando i legami nascono dalla dipendenza, dal bisogno di essere capiti e accettati, la separazione si traduce come abbandono, svalutazione dell'altro e affidamento pedissequo alle regole e al senso di giustizia.
Dietro il dito dei diritti e dei doveri, nascosti dentro la toga del giudice e con la licenza di uccidere data al proprio avvocato, si nasconde una grande fragilità interiore. E' l'ennesima delega ad un altro della propria vita...
Le ragioni della separazione sono quindi cercate fuori e quindi le soluzioni sono delegate ad altri.
E allora la mia personale proposta è di prendere semplice atto della situazione e chiederci “Quale meravigliosa avventura mi aspetta da questo evento? “ “ Quale parte di me stesso sto imparando a conoscere ?”

Questo mio scritto è liberamente tratto da un libro che vi consiglio “Sè-pararsi” di Luigi Di Maio, che ha scritto una breve guida al distacco affettivo e lo voglio dedicare ad un uomo di cui non conosco nemmeno il nome, ma del quale amici mi hanno riferito, che ha deciso di togliersi la vita perchè lasciato dalla fidanzata....
Mi dispiace, amico-sconosciuto, che tu abbia deciso di interrompere il viaggio anche perchè ci sono tanti mondi da scoprire qui, ma ti vedo e rispetto la tua scelta...

Con amore
Evi

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