martedì 10 aprile 2012

Vola solo chi osa



In questi giorni mi è tornato sotto mano il libro della “Gabbianella e il gatto” di Luis Sepulveda.

E' una storia per bambini che narra le vicende di una  gabbiana che come ogni anno con uno stormo di suoi simili e altri uccelli migra verso i paesi più caldi in cerca di cibo. Una volta in mare si tuffa per prendere del pesce e viene contaminata dagli scarti di una petroliera. Con le sue ultime forze,  raggiunge la città e affida il suo uovo ad un gatto che le promette di prendersi cura della piccola che sta per nascere. E così il gatto Zorba si ritrova a dover insegnare a volare ad una gabbianella

Nel ripescare questo racconto mi sono venuti alla mente numerosi pensieri perché', come spesso accade, i racconti per bambini in realtà servono più a noi adulti.
La piccola gabbianella cresce convinta di essere un gatto finché ad un certo punto scopre che in realtà non è così. Cade in uno sconforto grandissimo dovuto al non sapere più chi è: non sa a chi appartiene.
Che grande verità! Quanto è importante per noi sentirsi parte di qualcosa o di qualcuno. Noi stessi costruiamo la nostra identità in relazione all'appartenere ad una certa famiglia, ad una certa cultura, ad un certo ceto, ….  Quanta fatica facciamo per crescere in questo modo. Il senso si appartenenza è ciò che permette di andare alla ricerca delle proprie radici. Ci plasma a condividere ideali, pensieri, modi di vivere e di essere non solo per noi ma anche in funzione del gruppo . Ci stimola ad accentuale le similarità tra gli appartenenti al gruppo e le differenze di chi non vi fa parte. Il non rispettare le regole, le norme, le tradizioni del gruppo, poi,  è causa di  delusioni, malumori, rotture.
E se ad un certo punto ci venisse detto che non siamo realmente appartenenti a quella famiglia, o a quel gruppo?
In ambito professionale non mi è inusuale sentire storie di bambini, ormai cresciuti e diventati adolescenti, che scoprono di essere figli adottivi; o storie di genitori che hanno adottato un bimbo e che si trovano  in difficoltà a comunicargli che non è figlio loro per  paura che ciò inneschi la curiosità di andare alla ricerca della sua terra.
Per non pensare ai bambini che vivono l'esperienza dell'affido familiare e che si trovano a vivere contemporaneamente tra due famiglie, sperimentando  costantemente una doppia appartenenza che ha come rischio il non poter in realtà appartenere realmente a nessuno dei due nuclei per timore di ferire l'altro e venire da questo rifiutato.
Alla fine del racconto la gabbianella impara a volare e si unisce ad uno stormo di gabbiani. Spiccare il volo non è  facile: che paura volare quando hai sempre tenuto i piedi per terra. Volare significa mettersi in gioco, rilanciarsi, credere nuovamente in se stessi, nelle proprie capacità e in chi ti sta intorno. Significa avere la forza di fare un nuovo tentativo e di rialzarsi se si inciampa prendendo la rincorsa. Ma, poi, che meraviglia vedere il mondo dall'alto e scoprire che dopotutto era la tua natura; eri veramente tagliato per fare quella cosa.... Ma per capirlo bisogna avere il coraggio di provare. Ecco allora che, vola solo chi osa.

erika

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