lunedì 2 aprile 2012

Specchio specchio delle mie brame...

Qualche tempo fa ho trovato in un libro di Sarah Ban Breathnach (“Semplice Abbondanza” 1997) il riferimento a un tipo di  meditazione particolare, che può aiutare ciascuna donna a entrare in contatto con la propria vera essenza.
L'ho un po' rielaborata e adesso la propongo anche a voi:

Immagino di essere in una stanza tutta per me... è la mia stanza preferita...può essere reale o immaginaria... so che lì posso essere me stessa... e godere della mia compagnia...
in una parete di questa stanza c'è un grande specchio, con una stupenda cornice dorata...
tutto intorno è circondato da una luce bianca, piacevole e iridescente...
quella luce è l'Amore, e mentre mi guardo nello specchio, mi circonda, mi abbraccia, avvolge e protegge...
nello specchio vedo il riflesso di una donna straordinaria... è bella e raggiante...
ha occhi scintillanti e mi sorride affettuosamente... possiede un aurea forte, sana, vibrante...
chi è quella donna? ho la sensazione di conoscerla da sempre...
ed è così... quella donna è il mio Io Autentico...
trascorro qualche momento con lei e sento che mi trasmette energia e gioia...
osservo com'è vestita...cosa sta facendo... come lo sta facendo... cosa mi colpisce di lei...cosa mi dice...
resto in sua compagnia, e so che posso venire a trovarla quando voglio...
lei aspetta solo di aiutarmi a trovare la strada nel mio viaggio alla scoperta di me stessa...
Pian piano lascio svanire quell'immagine...
la trattengo nel ricordo, come nobile riflesso della mia anima... l'incarnazione della donna perfetta che risiede in me...e mi manda amore per illuminare il mio cammino...
Io sono quella donna... Io sono quella donna...

Quando l'ho proposta come esercizio in un gruppo al femminile, alcune mi hanno fatto notare che nella loro visualizzazione quello specchio non era come io lo descrivevo, ma dico anche a voi come a loro, che sia stato d'oro, d'argento, di legno...non fa molta differenza.
L'importante è il suo contenuto.
Non è neppure tanto importante che ci siamo viste proprio dentro lo specchio: occorre notare tutti i particolari con i quali ci siamo rappresentate nell'immagine visualizzata, anche se solo nel contesto di una stanza o in una sua parte.
Il nostro inconscio quando lo stimoliamo a produrre immagini può risultare un po' anarchico, quindi non sempre obbedisce alla lettera alle indicazioni che gli diamo!
Dobbiamo però registrare in memoria i piccoli ma densi suggerimenti che ci aiutano a capire quali parti di noi aspettano di essere espresse e agite nel mondo per la nostra piena autorealizzazione.
Come Sherlock Holmes in gonnella possiamo mettere uno accanto all'altro i vari segnali che l'inconscio ci dà sotto forma di simboli e immagini e dedicarsi ad uno alla volta, per dipanarne il senso nella nostra vita quotidiana.
Possono essere qualità, aspetti lasciati un po' in disparte, desideri o sogni, limiti da superare.
In ogni caso si tratta di indizi che ci possono condurre alla realizzazione della donna meravigliosa che siamo destinate ad essere.
Roberto Assagioli diceva che “ognuno di noi può e deve fare del materiale vivente della sua personalità, non importa se sia argilla, marmo o oro, un oggetto di bellezza, attraverso cui possa manifestarsi adeguatamente il suo Sé transpersonale”.
Il nostro Sé non è altro che il progetto di vita col quale siamo giunti su questa terra: il principio che ci anima e ci rende radiose nel mondo, perché quando agiamo sulla scia delle sue indicazioni siamo felici ed appagate, perché ci realizziamo a pieno, con tutte noi stesse.
Non ha a che fare con le attività o i possedimenti. È qualcosa che si manifesta dall'interno verso l'esterno, ma senza dover dimostrare niente a nessuno. È ciò che ci fa sentire apposto con noi stesse. È ciò che ci fa vibrare l'anima. È la donna archetipa che ci abita e guida i nostri passi: ciascuna a suo modo.
Perché ognuna di noi è unica e irripetibile. Meravigliosa e stupefacente energia che si irradia.
Tutto questo non è facile da portare avanti giorno per giorno, faticoso renderle onore sempre,  avete ragione.
Ci sono momenti di sconforto, eventi che ci sembrano più grandi di noi, persone che tentano di sopraffarci, ma l'importante diventa non perdere mai di vista la donna in quello specchio. La sua luce e il suo calore a volte può essere la sola lucciola che ci illumina la strada nel buio sconfinato di un percorso ad ostacoli. È ciò che ci fa sperare e sentire che quella via, anche se difficoltosa è l'unica che ci porta fuori, via lontano, ma finalmente di nuovo “a casa”.

“Voglio restare obliqua, spiazzata, confinante, incerta.
Né saprei dove altro mettermi, dove altro stare se non in questa sempre incerta collocazione, l'unica che mi consenta di restare fedele a me stessa.
Di restare, nonostante gli sconfinamenti e la confusione, le continue reinvenzioni e la solitudine, il dolore e la fatica,
una donna.”   
                                (I.Caputo, “Di cosa parlano le donne quando parlano d'amore”. 2001)


virginia

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