lunedì 28 gennaio 2013

Come definite un rapporto d'amore?




In una delle mie ultime “scorribande” libresche fra mercatini dell'usato(*) ho trovato un vecchio libro di Leo Buscaglia, “La coppia amorosa” (Mondadori, 1986), che nel preambolo comincia così:

Se i nostri rapporti falliscono, non vuol dire che noi siamo malvagi, limitati o incompetenti. Potremmo non essere stati preparati ad affrontarli, o aver mal riposto la nostra fiducia, o avere avuto aspettative non realistiche. (pag. 13)

con una genuina semplicità, Buscaglia ci dice che nessuno di noi si sognerebbe di praticare una professione senza un'accurata preparazione tecnica e teorica, ma quando si parla di relazioni, sentimenti e comunicazione interpersonale...beh, ciascuno prova da autodidatta a fare del suo meglio, ma non sempre ci riesce.
Riferendosi al matrimonio, Carl Rogers afferma che

[…] anche se il matrimonio moderno è un terribile laboratorio, i suoi membri sono spesso del tutto impreparati alla funzione di partner. Molta angoscia, rimorso e frustrazione potrebbero essere evitati se ci fosse stata perlomeno un'istruzione rudimentale prima di entrare a far parte della coppia.

In una ricerca dello stesso Buscaglia, mille persone – uomini e donne – risposero a un questionario sulla relazione d'amore, individuando fra le qualità essenziali per un rapporto costruttivo e di crescita queste caratteristiche:
  • Comunicazione,
  • Affetto,
  • Compassione/Perdono,
  • Onestà,
  • Accettazione,
  • Fiducia,
  • Senso dell'Umorismo,
  • Romanticismo (sesso incluso),
  • Pazienza
  • Libertà.

Fermatevi un attimo e chiedetevi che ruolo hanno nel vostro rapporto d'amore, ma anche in qualsiasi altro rapporto significativo per voi (nella ricerca venivano indicate le stesse anche per relazioni intime di altro tipo).
Quale di queste sentite più importante?
Quale la più trascurata?
Quale quella che vi stona di più nel contesto della coppia?
Ne potete aggiungere di vostre, se a vostro avviso manca qualcosa...
Un bell'esercizio potrebbe essere quello di scrivere per ciascuna come la sentite, come riuscite a declinarla o immaginate di poterlo fare, e, se non lo fate, che cosa vi ostacola...
Potreste confrontarvi col vostro partner, chiedere anche a lui/lei la stessa cosa e parlare, condividere episodi in cui avete sentito che quelle qualità erano presenti e facevano vivere il rapporto, “fermando” così una tappa importante per la vostra coppia.
Possono diventare degli obiettivi importanti su cui dedicare attenzione e cura, per il vostro benessere.
Di fronte a un problema, chiedetevi se cambierebbe le cose affrontarlo con gli strumenti (emotivi e comunicativi) che avete sempre adoperato o se, integrando una di queste qualità potrebbe essere diverso...

Può esservi di aiuto per comprendere come vivete il vostro rapporto d'amore, darne una definizione, che lo rispecchi e lasci trasparire i valori che per voi sono fondamentali.
Queste sono alcune delle definizioni che si trovano nel libro, date dagli intervistati:

  • Un rapporto d'amore si crea quando ci si mette insieme per scelta e si ama una persona in cui anche l'imperfezione è vista come una possibilità, quindi una cosa bella; quando scoperta, conflitto e accettazione sono le basi di crescita e meraviglia continue.
  • Un rapporto d'amore è quello in cui fra due individui esiste una tale fiducia reciproca da poter essere vulnerabili, sicuri che l'altro non ne approfitta né ci dà per scontati. È comunicazione totale, complicità e tenerezza.
  • Un rapporto d'amore è una “casa” ideale: dentro puoi essere totalmente te stesso, essere accettato, capito, ricevere fiducia e rispetto come persona di valore. È un ambiente che offre cura e sicurezza, dove si dividono speranze e paure e si viene incoraggiati a superare i propri limiti.
  • Un rapporto d'amore è quello in cui ognuno vede l'altro non come un'estensione del proprio io ma come un individuo unico, meraviglioso e in cambiamento perpetuo: una situazione in cui ci si offre l'uno all'altro, in cui due identità si fondono senza il timore di smarrirsi.
  • Un rapporto d'amore è un legame reciproco, attivo e mutevole che permette, incoraggia e in un certo senso esige la messa in gioco di tutte le qualità necessarie perché l'amato sia tutto ciò che può essere.

Spesso la reazione a questo tipo di definizioni è incredula e genera commenti sul fatto che un rapporto del genere è irrealistico. Quando si parla di amore si oscilla fra la rassegnazione e il pessimismo, sostando fugacemente in uno stato idilliaco del primo innamoramento, che dura sempre troppo poco o restando nella dimensione del sogno dove tutto è possibile ma mai si concretizza.
Come ci insegna anche la Pinkola Estes (trovi il post qui) è proprio quando emergono i lati ombra, propri e dell'altro, che occorre un impegno maggiore per entrare con coraggio all'interno del rapporto e riuscire a svelarsi ed accogliere profondamente tutti gli aspetti che quell'incontro porta con sé, perché – e questo è il paradosso dell'amore – “impariamo a diventare noi stessi fino in fondo solo quando siamo persi in un'altra persona” (Buscaglia, pag. 185).

Buona settimana
virginia



(*)  per chi è in zona Vicenza, consiglio il negozio dell'usato della Cooperativa Sociale Insieme (vedi qui), hanno veramente delle chicche ormai fuori commercio, introvabili!

lunedì 21 gennaio 2013

Letto per voi (e commentato): cinquanta sfumature di nero



Eccoci qua care amiche a commentare insieme anche la seconda parte della trilogia (se ti sei persa la prima parte la trovi qui).

Rispetto al volume precedente l’autrice ci porta dentro alla storia di Christian: storia fatta di abbandoni, di violenza, di sofferenza, di poca infanzia, ….. Si inizia a intravedere chi è quest’uomo, bello e dannato, che è riuscito a costruire un impero economico partendo da poco, da niente. E niente è, in fondo, quello che lui pensa di se stesso al di là del lavoro. Niente è lo spazio che lui concede ai sentimenti, alle emozioni e alle relazioni perché lasciarsi toccare significa diventare più fragile, far scoprire le proprie cicatrici, abbattere le difese e portare ad ammettere il rischio di essere nuovamente abbandonati; di lasciare lo spazio a nuove sofferenze.

La rabbia di Christian bambino verso la madre che non l’ha saputo proteggere, spinge il protagonista a cercare relazioni in cui poter lui stesso indossare i panni dell’aggressore: la sua aggressività viene rivolta verso le sottomesse – scelte perché presentano tratti somatici simili alla madre. Questo elemento del romanzo ci permette di spendere due parole a riguardo di ciò che si definisce identificazione con l’aggressore e, quindi, al rapporto tra vittima e carnefice.
Nel mettere insieme queste mie riflessioni mi è capitato tra le mani un vecchio libro di filosofia in cui, Hegel, parla dalla relazione servo-signore (è un concetto che viene espresso nella Fenomenologia dello Spirito). Pur sapendo che il filosofo lo utilizza in un ambito diverso, ho voluto citarlo perché tale concetto potrebbe apparire una buona metafora per capire la relazione di co-dipendenza affettiva che Christian instaura con le sue sottomesse prima, e con Ana, poi.

Hegel in qualche modo ritiene che se, inizialmente, la relazione servo-signore riconosce la presenza di due ruoli distinti e contrapposti - il padrone è il padrone ed il servo è il servo - il successivo sviluppo della relazione porta a sfumare tale separazione di confini con la conseguenza che, il padrone si trova ad essere dipendente dal servo e a non possedere più l'autosufficienza. Anche il protagonista del nostro romanzo tende a possedere le sue donne ma allo stesso tempo ne diventa così bisognoso che sembra essere lui il sottomesso. Il co-dipendente è tutto incentrato, votato, devoto, perso, focalizzato totalmente sull’altro. Ana spesso rimprovera Christian di apparire quasi uno stolker, che controlla ogni suo movimento, sa sempre dove si trova e con chi. Alla base di tutto questo bisogno di controllo vi è una grande fragilità interna e il timore di essere rifiutato. Non dimentichiamo che nel primo volume Christian si definisce il figlio imperfetto di una famiglia perfetta. Spesso la grande paura che lui esprime ad Ana è il terrore che lei se ne vada: il pensiero dell’assenza di quella donna che tanto lo attrae, verso la quale prova un sentimento enorme e che tenta di proteggere e controllare in ogni modo, lo devasta.

L’autrice prevede che tra questi due giovani protagonisti si crei una relazione d’amore e lascia aperta la speranza che il loro futuro possa essere felice, ma nella vita reale non è sempre così semplice e scontato che la presenza di una persona nella vita di un’altra riesca a produrre un tale cambiamento. Credo che questo potrebbe essere tema per le future riflessioni sull’ultimo volume. Ma prima di arrivare a conclusioni affrettate, aspettiamo di leggere cosa accadrà in seguito.


Buona lettura (e buona riflessione...)

Erika

domenica 13 gennaio 2013

Avventura o stabilità: tu cosa scegli?




Con questo titolo provocatorio inizia un post sulle relazioni, che mi accingo a scrivere ispirata dalla lettura di un capitolo del libro “Le cose dell'amore” di Umberto Galimberti (Feltrinelli, 2004).


Quello della coppia è il territorio più misterioso che ci sia, perché i legami che portano due persone a stare insieme non sono mai solo evidenti, ma possono essere sotterranei e inconsci, complesse connessioni che affondano radici nel terreno dei bisogni inconfessati o inconfessabili.

L'essere innamorati è solo la punta di un iceberg, mentre l'amore che dura ha bisogno di riuscire a vedere anche oltre il limite della superficie e inabissarsi nelle profondità, esplorando la vastità di ciò che sta sotto, per poter restituire un senso anche a ciò che sta sopra. Il tutto avviene nello scorrere paziente del tempo, durante un percorso, ancora sconosciuto, nel mare della vita.


Chissà quante coppie si saranno chieste: se non fosse successo questo o quest'altro saremmo ancora insieme? Se avessi detto o fatto quest'altra cosa ancora, saremmo separati da allora?

Gli eventi che accadono provocano reazioni, generano a volte confronti, altre volte conflitti. Certe cose avvicinano mentre altre allontanano.

Ciascuno reagisce e prende delle decisioni oppure lascia perdere e prova a mantenere a fatica uno status quo che dona apparentemente più sicurezze.

Troppo spesso poi, in una routine di giorni che si susseguono inesorabili, qualcosa si incrina, si perde (o si nasconde, chissà...) e allora è possibile che vi sia la ricerca di qualcosa di diverso, che ravvivi un desiderio ormai sopito, ancora ardente sotto la cenere grigia dell'abitudine.


Un antico proverbio recita “il matrimonio è la tomba dell'amore”.

Quando nascono nella tradizione popolare certi detti, è perché nell'avvicendarsi delle stagioni si è assistito a situazioni che, lungi dalla conferma scientifica, hanno provato però il fondo di verità di quelle parole.


Galimberti cita Freud: “dove amiamo non proviamo desiderio, e dove lo proviamo non possiamo amare”.

Duro colpo per i fautori dell'amore eterno.

Ma cosa c'è dietro a questa frase?

Per capirlo occorre andare dentro al significato dei termini e sapere che per definizione ciò che è desiderio è una tensione verso qualcosa che ancora sfugge, un movimento intrinseco che muove alla ricerca di quello che non c'è, addirittura privo di obiettivo.

L'amore invece ricerca stabilità, sicurezza ed eternità, una contraddizione quindi rispetto al volitivo desiderare.

Amore e desiderio si incontrano per un frammento, quando si passa dall'innamoramento al solido sentimento, in un abbraccio che vede la persona come fine e come mezzo del processo che ci avvicina.


Da lì in poi l'opposizione.

Il desiderio è scorretto, l'amore è corretto.

Il desiderio è disordine, l'amore è ordine.

Il desiderio è avventura, l'amore è nido.

Il desiderio è problema, l'amore è soluzione.

Ma entrambi ci appartengono.

Eppure li teniamo separati.

E quello che all'inizio sembra così appagante e definitivo infine appare stancante e ripetitivo...


Proviamo però, per un attimo, a ribaltare la situazione.

E se non fossero le cose che accadono nel quotidiano a far morire l'amore, bensì proprio noi?


non sono la quotidianità, la familiarità, l'abitudine a estinguere nella casa la passione amorosa, ma siamo noi a usare la quotidianità, la familiarità, l'abitudine per estinguere nella casa la passione amorosa, allo scopo di difendere il nostro nido dal rischio destabilizzante dell'avventura, che potrebbe sottrarci la sicurezza e l'accoglienza, di cui, al pari dell'avventura, abbiamo un assoluto bisogno.” (Galimberti, pag. 68)


Per includere nell'appagante sicurezza la dimensione del desiderio è necessario rischiare, riconoscere e cogliere dentro di sé, ma - ancora più difficile - nell'altro, il bisogno di avventura e tensione verso qualcosa di diverso e sconosciuto, che faccia percepire ancora la dimensione della possibilità.

Come è possibile allora conciliare il bisogno di sicurezza e il desiderio di avventura?


una strada ci sarebbe, ed è quella di accorgersi ed accettare il cambiamento continuo a cui ogni abitante della casa va soggetto nel corso della sua vita giorno dopo giorno. Un cambiamento che riconfigura la quotidianità, sbilancia la familiarità, infrange abitudini, rende insolito e nuovo il tempo. […]

Quanta felicità barattiamo in cambio della sicurezza? Quanti cambiamenti dell'altro ignoriamo per garantirci un partner prevedibile?” (Galimberti, pag. 69)


Ecco svelato il segreto di questa scissione.

Il bisogno inconscio di tutelarci da una possibile perdita può far preferire di rendere l'altro noioso ma prevedibile, piuttosto che attraente ma imprevedibile.

Il tempo, ma anche tutto ciò che accade fuori dal nido, svela sempre nuove sfumature dentro la personalità di ogni suo abitante, piccole o grandi trasformazioni che troppo spesso passano inosservate, perché fanno sentire vulnerabili, aprono a fantasie di crisi, abbandono, fine.
...Vuole comprarsi quel vestito che mai avrebbe messo. E se la mia rassicurante mogliettina in pantofole nascondesse una affascinante donna che ama sedurre? ...Vuole iscriversi al corso di spagnolo ma non gli serve per lavoro. E se mio marito covasse la voglia di conoscere nuove persone? ...Mi ha rivelato una nuova fantasia sessuale. Non gli vado più bene?
Come le tre scimmiette si tende così a non voler ascoltare, vedere, parlare.
Infine ognuno dei due partner si nasconde dietro una maschera di recriminazioni e lamentele, per poi cercare fuori quello che non si accetta di trovare dentro le pareti di casa o cadere in uno stato di demoralizzazione che si espande a macchia d'olio.

E le conseguenze sono peggiori di ciò che si voleva evitare.


La buona notizia è che un amore desiderante e avventuroso è possibile.

Non esiste una ricetta, ma una buona dose di sincerità, complicità e coraggio possono bastare per partire.

Destinazione: felicità.

Rotta: tutta da scoprire, giorno per giorno.


Buona settimana

virginia

lunedì 7 gennaio 2013

La speranza ai tempi della crisi



 
Voglio cominciare questa settimana sulla scia di come ho cominciato l'anno, con una caparbia attenzione alle cose buone che mi circondano, cercando la bellezza nelle piccole cose che accadono nel quotidiano.

Per questo voglio condividere con voi due frasi: una mi si  è adagiata fra le mani  una volta aperto un pacchettino natalizio, perché era il biglietto che lo corredava, inserito dentro la busta dorata, più preziosa nel contenuto dentro che nel packaging fuori.

L'altra l'ho incontrata sospesa, all'altezza degli occhi, appesa alla porta dell'ufficio al piano terra del palazzo dove in questi mesi ho svolto un progetto di sostegno e formazione di molte persone, che con le loro storie ed emozioni contrastanti mi hanno accompagnata lungo il filo del tempo,  dalla torrida estate al gelido inverno.

In entrambi i casi le persone che hanno messo su carta questi pensieri e poi li hanno  donati, fanno parte di due cooperative sociali, nucleo di risorse indispensabili in questo nostro paese dove tutto è difficile e burocratizzato, dove vengono tagliati sempre più fondi, dove chi si vuole dedicare ad aiutare viene sempre più lasciato solo da uno stato che solo sempre più in via teorica può essere definito “sociale” (se volete saperne di più trovate info qui   e qui  )

Nonostante queste attuali constatazioni, ritengo che chi si lavora in queste realtà sia per natura portato ad avere un occhio orientato alla speranza, una sorta di benefica deformazione professionale che spinge a vedere la risorsa, la possibilità di portare sempre il proprio contributo per modificare situazioni all'apparenza improbabili.

Ed ecco che veniamo alla prima frase:

Ci impegniamo noi e non gli altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.

Ci impegniamo
senza pretendere che altri s'impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.

Ci impegniamo
senza giudicare chi non s'impegna,
senza accusare chi non s'impegna,
senza condannare chi non s'impegna,
senza disimpegnarci perché altri non s'impegna.

Ci impegniamo
perché non potremmo non impegnarci.
C'è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.

Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una volta sola
e non vogliamo essere "giocati"
in nome di nessun piccolo interesse.

Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l'uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.

Ci interessa perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.

Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l'amore.

Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all'amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c'è insieme a una grande sete d'amore,
il volto e il cuore dell'amore.

Ci impegniamo
perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.

                                                                                                                             (Primo Mazzolari)

 Continuo con l'altra frase, di un altro uomo sopra le righe, che ha fatto scoperte sconvolgenti perché non si è fermato dove altri hanno rinunciato, ha saputo vedere oltre il limite stabilito dagli orizzonti fermi di chi diceva che la realtà poteva essere solo quella e tutto quello che c'era da indagare era stato trovato...    

"Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché
la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio
talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi è l'incompetenza.

Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni

è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.
Senza crisi non ci sono sfide,

senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi
significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,

che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
                                                                                                         (Albert Einstein)

 
Tutte le maggiori scoperte dell'uomo sono state fatte in tempi di crisi e di timore.

Se l'uomo non avesse avuto paura del buio non avrebbe trovato la luce, se non avesse avuto paura della morte non avrebbe creato i rimedi della medicina...

Ogni crisi porta con sé milioni di possibilità: divertiamoci ogni giorno a scoprire quali.

E poi impegniamoci a realizzarle mosse dall'energia della passione e dell'amore. 


Buona settimana

virginia

mercoledì 2 gennaio 2013

Buone notizie in arrivo



Nel fare a tutti i nostri migliori auguri per un anno portatore di ciò che più vi sta a cuore, voglio aprire il primo post dell'anno con qualcosa di rincuorante, che scaldi invece che congelare, rassicuri invece di spaventare.

Sono stufa (molto stufa!) di ascoltare un telegiornale o leggere un quotidiano e trovarvi solo sciagure, presagi catastrofici e parole scoraggianti.

Ho deciso di immaginare un'informazione diversa, non mi importa se qualcuno mi prenderà per pazza o visionaria, ne ho bisogno e credo che insieme a me anche l'inconscio collettivo ne abbia, assalito com'è da immagini terribili ed emozioni distruttive.

Apro il giornale stamani e leggo, in prima pagina:

Ultim'ora

Incredibile! Un bambino della Corea del Sud scopre una pianta che se mangiata fa sparire tutti i mali. Pare che il bimbo fosse ammalato di una rara malattia congenita, ma una volta mangiata per gioco la piantina che cresce sulle sponde del fiume.... tutti i suoi sintomi siano regrediti fino alla guarigione. Le malelingue insinuano che in realtà la malattia non ci fosse, mentre le menti aperte credono addirittura che l'effetto sia dovuto al fatto che il bambino (come tutti i bambini) credesse davvero di mangiare una pianta che l'avrebbe salvato.

Interni:

In Italia anche il governo tecnico si è dimesso e al suo posto sono stati nominati alcuni cittadini comuni, a contatto vero con i problemi della gente, che si sono rimboccati le maniche e concretamente stanno ricreando un'Italia a misura di donne, bambini, artisti, sognatori...

Ambiente:

E' stata finalmente immessa sul mercato la prima auto che usa come combustibile i rifiuti urbani: una doppia garanzia di risparmio, economico e ambientale. Attraverso un complesso processo elettrochimico, il nuovo motore di questa vettura trasforma i rifiuti in vapore profumato che riempie di aromi le nostre strade.


Scienze:

Improvvisamente è stato scoperto e debellato il gene della crudeltà: si tratta di un insidiosa malformazione del dna dovuta all'allontanamento del gene dell'amore da quello della accettazione, che provoca una frattura insanabile chiamata "sindrome da disumanizzazione". Le cause di questa alterazione sono ignote. La solita voce fuori dalle evidenze scientifiche azzarda che il processo sia dovuto all'eccessivo uso di macchine di tutti i tipi, fin dalla più tenera età, a scapito di relazioni autentiche di scambio di sguardi, parole, riconoscimento e contatto fisico. Il giornalista sottolinea, che l'equipe che ha effettuato questa sconvolgente scoperta è formata da un rappresentante di ogni etnia che ha subito atrocità e abominevoli soprusi, quasi a voler credere ancora nell'uomo e nel non voler credere allo stesso tempo che un proprio simile possa arrivare a tanto se non sotto l'effetto di una malformazione che deturpa un patrimonio comune e universale che dovrebbe renderci tutti uguali.  La ricerca continua...
Frase del giorno:

Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo” (M. Gandhi)


Il primo giorno del nuovo anno mi sembra il momento più indicato per ricordarcene.
Auguro a tutti 365 passi gioiosi e nuove radici di consapevolezza

virginia