Voglio cominciare questa settimana sulla scia di come ho
cominciato l'anno, con una caparbia attenzione alle cose buone che mi circondano,
cercando la bellezza nelle piccole cose che accadono nel quotidiano.
Per questo voglio condividere con voi due frasi: una mi si è adagiata fra le mani una volta aperto un pacchettino natalizio,
perché era il biglietto che lo corredava, inserito dentro la busta dorata, più
preziosa nel contenuto dentro che nel packaging fuori.
L'altra l'ho incontrata sospesa, all'altezza degli occhi, appesa
alla porta dell'ufficio al piano terra del palazzo dove in questi mesi ho
svolto un progetto di sostegno e formazione di molte persone, che con le loro
storie ed emozioni contrastanti mi hanno accompagnata lungo il filo del
tempo, dalla torrida estate al gelido
inverno.
In entrambi i casi le persone che hanno messo su carta questi
pensieri e poi li hanno donati, fanno
parte di due cooperative sociali, nucleo di risorse indispensabili in questo
nostro paese dove tutto è difficile e burocratizzato, dove vengono tagliati
sempre più fondi, dove chi si vuole dedicare ad aiutare viene sempre più
lasciato solo da uno stato che solo sempre più in via teorica può essere
definito “sociale” (se volete saperne di più trovate info qui e qui )
Nonostante queste attuali constatazioni, ritengo che chi si lavora
in queste realtà sia per natura portato ad avere un occhio orientato alla
speranza, una sorta di benefica deformazione professionale che spinge a vedere
la risorsa, la possibilità di portare sempre il proprio contributo per
modificare situazioni all'apparenza improbabili.
Ed ecco che veniamo alla prima frase:
Ci impegniamo noi e non gli
altri,
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo
senza pretendere che altri s'impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s'impegna,
senza accusare chi non s'impegna,
senza condannare chi non s'impegna,
senza disimpegnarci perché altri non s'impegna.
Ci impegniamo
perché non potremmo non impegnarci.
C'è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una volta sola
e non vogliamo essere "giocati"
in nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l'uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.
Ci interessa perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l'amore.
Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all'amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c'è insieme a una grande sete d'amore,
il volto e il cuore dell'amore.
Ci impegniamo
perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.
unicamente noi e non gli altri,
né chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo
senza pretendere che altri s'impegnino,
con noi o per suo conto,
come noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s'impegna,
senza accusare chi non s'impegna,
senza condannare chi non s'impegna,
senza disimpegnarci perché altri non s'impegna.
Ci impegniamo
perché non potremmo non impegnarci.
C'è qualcuno o qualche cosa in noi,
un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia,
più forte di noi stessi.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita,
a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni
che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore.
Si vive una volta sola
e non vogliamo essere "giocati"
in nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa la donna o l'uomo
se presentati come sesso soltanto,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostre idee,
non ci interessa passare alla storia.
Ci interessa perderci
per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci impegniamo
a portare un destino eterno nel tempo,
a sentirci responsabili di tutto e di tutti,
ad avviarci, sia pure attraverso un lungo errare,
verso l'amore.
Ci impegniamo
non per riordinare il mondo,
non per rifarlo su misura, ma per amarlo;
per amare
anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all'amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore
c'è insieme a una grande sete d'amore,
il volto e il cuore dell'amore.
Ci impegniamo
perché noi crediamo all'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perpetuamente.
(Primo Mazzolari)
"Non pretendiamo che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché
la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché
la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso
senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio
talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio
talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi è
l'incompetenza.
Il più grande inconveniente
delle persone e delle nazioni
è la pigrizia nel cercare
soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.
Senza crisi non ci sono sfide,
Senza crisi non ci sono sfide,
senza sfide la vita è una routine,
una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi
significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,
perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi
significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non
voler lottare per superarla."
(Albert Einstein)
(Albert Einstein)
Tutte
le maggiori scoperte dell'uomo sono state fatte in tempi di crisi e di timore.
Se
l'uomo non avesse avuto paura del buio non avrebbe trovato la luce, se non
avesse avuto paura della morte non avrebbe creato i rimedi della medicina...
Ogni
crisi porta con sé milioni di possibilità: divertiamoci ogni giorno a scoprire
quali.
E
poi impegniamoci a realizzarle mosse dall'energia della passione e
dell'amore.
Buona
settimana
virginia
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