Ogni
anno in vacanza trovo uno spunto di riflessione (quello dello scorso
anno se lo hai perso lo trovi qui
) e chissà per quale recondita ragione, accade sempre che si tratti
di argomenti che hanno a che fare con la creatività e lo sviluppo di
sé.
Questa
volta ho conosciuto un artista speciale, Pasquale Liguori, che mi ha
raccontato l'origine delle sue opere, premiate in vari concorsi
nazionali, ma che esprimono la loro bellezza già al primo sguardo,
quando vi si posa distratto, camminando per i vicoli di Vietri sul
mare.
La
sua bottega di ceramista rende omaggio al femminile in tutte le sue
forme: c'è la donna sirena, la donna vestita di pesci, la donna
alata e la ballerina sinuosa, la donna madre e la donna figlia, la
donna Madonna in una rivisitazione della natività, la donna bambina
che gioca in un mondo di sogno.
Le
atmosfere create da Pasquale – che sia la superficie di un piatto o
di un vaso – appartengono a visioni oniriche, dove i personaggi si
librano nell'aria, nuotano nel mare con i pesci, vivono esperienze
che ogni bambino ha immaginato almeno una volta.
Ed
è proprio nell'infanzia dell'artista che trovano radici le immagini,
per poi spiccare il volo in momenti di estasi creativa, perché come
afferma lui “quando
immagino, per un momento sono in un'altra dimensione, che poi si
rende concreta nell'opera che prende forma dalle mie mani”
“quando
ero bambino, mi chiedevo come sarebbe stato cavalcare una rondine e
poter vedere le cose dal suo punto di vista […] mi trovavo a pesca
sulla barca e osservando i delfini avrei voluto viaggiare con loro e
seguirli nei loro percorsi in fondo al mare, pieni di altre forme di vita e di emozioni”
così racconta Pasquale, ricordandoci che ognuno di noi quando crea
ridiventa bambino, libera la propria immaginazione potendo esprimere
parti di sé che realizzano desideri profondi di libertà e apertura
al transpersonale.
Vedere
il mondo con gli occhi dei piccoli significa reinterpretare la realtà
fuori dagli schemi rigidi, dove ci hanno insegnato che le donne non
volano sulla groppa di un pesce, riuscendo a svincolarci per un
attimo dal quotidiano e sentirci leggeri e nuovi.
È
questo attimo di rapimento magico che si vive osservando una
creazione di Liguori: una realtà dove tutto è possibile.
L'atmosfera
dove vivono queste figure femminili è impregnata di gioia, sembra
che tutto intorno partecipi della loro energia positiva e in alcuni
casi serenamente contemplativa, con gli occhi socchiusi verso il
mondo interiore.
Mi
ha incuriosito molto l'accostamento delle figure femminili da lui
rappresentate con i pesci e gli uccelli, ulteriore dimostrazione che
l'artista, quando crea, è in diretto contatto con l'inconscio,
quello suo personale, ma anche quello collettivo, perché forse non
tutti sanno che in alcune culture, molto anteriori a quella cristiana
ed europea, questi due animali hanno avuto un significato ben preciso
rispetto alle donne.
In
Medio Oriente la Grande Madre di Efeso era rappresentata come una
donna che portava un amuleto a forma di pesce davanti al sesso mentre in
Cina, la Grande Madre Kwan-yin era anch’essa raffigurata in forma
di pesce.
In India Kalì è chiamata « colei che ha occhi di pesce ».
In India Kalì è chiamata « colei che ha occhi di pesce ».
Chissà
se le sirene, oltre che miraggio di marinai astinenti, trovano un
barlume di senso nella parentela con queste divinità antiche...
Inoltre, per i Dyirbal, una popolazione indigena australiana, gli uccelli non
sono altro che reincarnazioni delle donne defunte, che si trasformano
e ritornano in vita.
Jung
invece ha descritto in maniera molto complessa il simbolismo dei
pesci come metafora del Sé (l'archetipo da realizzare nel processo
di individuazione che porta alla realizzazione di se stessi) quando
ancora è nella sua forma inconscia, ovvero tutta da scoprire.
Le
donne di Pasquale sono vestite di pesci, si potrebbe dire che sono
metafora di un femminile che non solo si abbiglia per mostrarsi,
bensì si adorna di ciò che più le rappresenta, il pesce come la
parte di ciascuna che maggiormente mette in connessione con quello
che si è, con l'essenza. Forse per questo traspare da lei una
sensazione di armonia e ingenua bellezza.
Jung
stesso dà poi anche una mirabile interpretazione del simbolo del
pesce in relazione al cristianesimo e alla figura del Cristo.
Per
questo è stato per me ancora più stupefacente trovare fra le icone
disegnate da Pasquale la sacra famiglia e la natività rielaborata in
chiave allegorica.
“la
donna è oggetto delle mie opere nella sua forma più alta come
Maria, la madre di Gesù alla quale sono molto devoto”.
Così
l'opera d'arte, grazie al dispiegarsi dell'inconscio, riesce a
mostrare la sintesi di maschile e femminile, un incontro armonico
dove è facile entrare in contatto e relazione, in una danza di
sguardi che vanno nella stessa direzione.
Vi
lascio alle immagini, che parlano più delle spiegazioni che io possa
usare per descriverle, chiudendo ancora con le parole dell'artista,
che alla mia domanda sul perché rappresenta le donne nelle sue opere
mi ha semplicemente risposto così: “perché le donne sono magiche.
Per le donne passa la vita”.
Se
passate a Vietri, andate a trovarlo. Regalerà anche a voi un momento
di poesia.
Buona
settimana
virginia