Enigmatico
sorriso che ci interroga da secoli.
Guardando
l'opera non si può fare a meno di chiedersi quale emozione si celi
dietro a quelle labbra appena schiuse, a quegli occhi che guardano
altrove.
È una
felicità inespressa o tristezza malcelata? È fuga in altri mondi o
aggressività sotterranea?
Da uno
studio del 1954, sembra che nella prima versione del dipinto (che si
trova sotto l'originale), l'espressione del volto fosse stata cupa e
malinconica, poi corretta successivamente.
Ute
Ehrhardt nel suo famosissimo libro (“Le brave ragazze vanno in paradiso le cattive dappertutto”. (1996) Ed. Corbaccio: Milano)
ci parla di questo sorriso come sottomesso,
segnale identificativo di una temibile trappola in cui molte donne
cadono, loro malgrado.
La
mentalità di Monna Lisa, secondo lei si esprime in cinque modelli di
rapporto, che le donne subiscono o determinano, ovvero:
- la comprensione – che avviene ogniqualvolta ci si sente in dovere di comprendere le difficoltà interiori di chi ci circonda, anche se si comporta male nei nostri confronti.
- la disponibilità – che si manifesta nel rendersi continuamente utili, affermando che lo si fa con piacere, o perché siamo fatte così... ma in realtà nasconde il desiderio inconscio di avere attenzione, dedizione e riconoscimento.
- il sacrificio – quando la vocazione a martirizzarsi per il bene altrui è più forte dell'autoconservazione
- la modestia – ovvero fare di necessità virtù quando si rinuncia alle proprie attitudini e aspettative, facendolo passare come un normale anteporre il benessere altrui al proprio.
- La compassione – esercita il suo potere quando si crede di poter essere l'unica a portare salvezza, ma allo stesso tempo non se ne è capaci perché ci si identifica con l'altro, deresponsabilizzandolo.
Come
accorgersi se si è in trappola? Occorre fare attenzione se, nelle
relazioni significative, si incorre ogni volta nella domanda “tu
che cosa vuoi?”
- chiedendolo direttamente o comunque tenendone conto prima di
prendere una decisione – o addirittura se si tende ad anticipare
i desideri dell'altro, ancor prima che li esprima (in entrambi i casi
dimostrando di anteporre i suoi bisogni ai propri).
Diversi
possono essere i motivi per cui questo modo di essere entra a far
parte di un automatismo spesso inconsapevole: c'è chi vuole evitare
il conflitto e chi vuole ricercare l'armonia a tutti i costi, chi è
abituata da sempre a dover anteporre a sé le persone che ama , ad
essere obbediente e non avere desideri.
In
molti casi ciò che ha condotto al comportamento di oggi sono frasi
condizionanti del passato di una bambina alla quale non era concesso
essere sopra
le righe.
“Questo
non sta bene... quello non puoi farlo … se gli altri lo facessero a
te non piacerebbe... con questo atteggiamento non otterrai mai
quello che vuoi... sembri una furia... ti rendi ridicola... guarda
che figure mi fai fare... non sei una brava bambina...”
e la peggiore: “se
fai così non ti vorrà mai nessuno”.
Ecco
che subdola nasce la convinzione limitante che fa cadere tutte le
potenti energie, necessarie per portare avanti i propri bisogni. È
così che l'impulso subisce una grave amputazione.
Dentro
di noi può nascondersi la paura di non essere amate e riconosciute
se solo osassimo manifestare la nostra opinione, far vedere che la
pensiamo diversamente, col timore di essere considerate donne
“cattive” o egoiste.
La
“cattiva” è una subpersonalità che molte donne accompagnano
come protagonista sul mio divano: la richiesta è di fare qualcosa
per modificarla, per non farla più emergere con richieste assurde,
chiedendomi di diventare in parte complice di chi ha già sentenziato
che “così non va...”.
Io
invece accolgo con gioia questa parte, lasciando perplesse la maggior
parte delle persone che si rivolgono a me, identificate in quel
momento con la “buona”, in attesa di essere lodata e riconosciuta
dopo tanti sacrifici e azioni ineccepibili.
In
quel momento forse leggono sul mio volto l'altra faccia di Monna
Lisa, il suo sorriso beffardo che sembra dire: sei proprio sicura che
tutta questa bontà sia sempre positiva? Chi lo ha detto?
Lascio anche voi con lo stesso interrogativo...
buona settimana
virginia
Scene dal film "Mona Lisa Smile" (2003) :
Scene dal film "Mona Lisa Smile" (2003) :
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