Sarà
che in questa settimana terrò ben due corsi sul rilassamento, così
mi trovo a entrare in risonanza con l'argomento e i suoi presupposti.
Sarà
che a volte sento la necessità fisica, impellente di assaporarlo con
tutti i sensi, quando gli stimoli fuori sono invadenti.
Il
silenzio è un isola felice. Almeno per me, in certi momenti.
Per
molti è invece il vuoto, l'abbandono, la mancanza.
Per
altri è l'imposizione, l'obbligo a tacere di fronte a chi è più
forte di te e non permette repliche.
Per
qualcuno può anche rappresentare una difesa, uno spazio privato dove
trovare riparo.
Per
un altro ancora è il modo alternativo per lottare.
Pensando
a tutti coloro che narrano la loro storia a parole nella mia stanza,
vado con la mente anche ai silenzi che hanno riempito lo spazio fra
le pareti: silenzi densi oppure liquidi, silenzi duri come pietra e
altri ricchi di commozione, silenzi falsi e altri più schiaccianti
di mille parole...
silenzi
pieni di respiri, silenzi in apnea, silenzi rotti dal pianto oppure
come puntini sospesi, in cerca di risposte sfuggenti.
Proverò
a tratteggiare parole sul silenzio, romanzando sulle storie di chi me
lo ha raccontato:
Pensavo
che tacere verità scomode potesse essere una forma silenziosa di
rispetto dell'altro, poi ho scoperto che se avessi urlato a
squarciagola avrei fatto meno male.
Credevo
che chiudermi in un mutismo provocatorio avrebbe fatto accorrere gli
altri, preoccupati perché non esprimevo il mio sentire. In realtà
hanno sempre creduto che non avessi niente da dire, né tanto meno
che riuscissi a percepire alcunché.
Quando
gli chiedevo il perché di certi gesti, interpretavo i suoi silenzi
come difficoltà a rivelarmi particolari che mi avrebbero permesso di
comprendere, per perdonarlo ancora e ancora... Poi ho scoperto che
non conosceva le risposte, non possedeva il dizionario emotivo per
dare un senso al dolore, né il suo, né il mio.
I
silenzi di mia figlia mi spaventavano. Frustrata non avevo appiglio
che mi facesse da ponte fra me e lei... c'era un baratro e molte
volte ho avuto la tentazione di caderci.
Le
parole di mia mamma mi stordivano. Avevo bisogno di difendermi,
costruire una trincea per ripararmi dalla sua ingombrante presenza
nella mia vita.
Odio
i silenzi. Entro in casa e accendo la tv, perché mi sembra di avere
compagnia. In auto c'è la radio, al lavoro quel brusio di sottofondo
mi culla. Non sopporto quando qualcuno mi guarda e non dice
alcunché...
Amo
quegli sguardi che dicono tutto. Adoro ritagliare spazi privati di
riserbo e ovatta. Il silenzio nella mia casa dove creare un'oasi, un
rifugio. Spegnere tutto e semplicemente stare.
Non
ho mai potuto dire quello che volevo. Ho fatto del silenzio la mia
virtù, non potendo fare delle grida il mio difetto. Oggi mi ritrovo
a dover fare una logopedia delle emozioni: incapace di esprimere
qualsiasi vissuto, per poter tornare a comunicare col mondo.
Quante
sfaccettature ha il silenzio?
Spesso
lo si vive solo in negativo, come l'assenza di suoni, parole,
pensieri... mentre in realtà può nascondere immense ricchezze.
Svelare aspetti di noi inaccessibili.
Viviamo
in un mondo in cui ormai non esiste più nemmeno il silenzio della
scrittura, dato che siamo continuamente interconnessi con il resto
del mondo.
Entrare
nel silenzio come dimensione, è un atto di volontà. Diventa una
scelta. Sempre più ardua.
Perché
entrare nel silenzio è fare un passo dentro se stessi, avere
un'attenzione consapevole per quello che c'è dentro, invece che
fuori.
Tutto
quello che c'è. Ma soprattutto “come” c'è.
Non
si può cercare il “vuoto” se prima non si è scandagliato e
conosciuto il “pieno”.
Il
silenzio interiore, chimera forse irraggiungibile, può avvicinarsi
quando facciamo la pace con noi, accettando tutti i suoni che il
nostro animo produce.
“Fa'
silenzio intorno a te, se vuoi udir cantare l'anima tua”
A.
Graf
buona
settimana
virginia
Oceano di silenzio - F. Battiato
2 commenti:
Quanto ti dobbiamo per questo ?
Ci raggiungi sempre nel profondo delle nostre anime . Grazie
grazie a te.
Mi limito a riportare poeticamente, a modo mio, quella che è la vita di ciascuno, visto che ho il privilegio di accoglierne i frammenti più segreti.
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