Spesso
in auto ascolto Virgin
Radio per
la musica rock e per le interessanti rubriche che raccontano la
storia delle canzoni, i risvolti dei testi e le vite dei cantanti.
Una
di queste è “Rock
in Translation”
dove proprio poche settimane fa ho scoperto i retroscena della
canzone “Dani California” dei Red Hot Chili Peppers (2006).
Nel
brano, Anthony Kiedis parla della morte prematura di Dani California,
una ragazza povera del Mississippi diventata rapinatrice di banche e
vissuta troppo brevemente e tra durezze.
Una
ragazza di nome "Dani" è menzionata anche in By the Way e
Californication. In quest’ultima è citata semplicemente come
"sposa adolescente con un bimbo dentro".
Kiedis
ha spiegato che Dani California incarna tutte le ragazze con cui ha
avuto relazioni in precedenza: "Quando questo ritmo funky viene
fuori, mi induce a raccontare davvero una storia. In un certo senso
mi rivela che Dani e quelle donne sono tutte la stessa persona, e che
tutte abbiano percorso quella strada di vita. Dapprima non pensavo
che stessi parlando della stessa ragazza"
(cit.
da Wikipedia)
Così
sulla scia di associazioni mentali sono saltata al film “Ragazze
interrotte” di James Mangold del 1999, nel quale troviamo la storia
di molte giovani come Dani, che al di là della diagnosi della loro
cartella clinica sono donne con una storia alle spalle, con
difficoltà e un mondo interiore complesso e spesso inaccessibile a
loro stesse.
Dani,
Lisa, Daisy, Polly, Georgina... sono tutte donne che incarnano
l'archetipo della “cattiva ragazza”, così ho pensato di
condividere con voi alcune riflessioni tratte dal libro di Linda
Schierse Leonard sul rapporto padre-figlia e di come questo possa
influenzare i modi di vivere della donna.
“L'emarginata
– è la donna che, per la vergogna nei confronti di suo padre, è
rifiutata dalla società e/o vi si ribella. […] può essere rimasta
identificata con il padre ed essergli rimasta attaccata in modo
positivo, cosicché quando la società lo rifiuta lei rifiuta la
società.
O
può darsi che lei inizialmente abbia rifiutato il padre, ma quando
emerge la parte ombra dall'inconscio lei vive comunque questo
modello.
In
una situazione familiare di questo tipo, la madre spesso si assume un
ruolo di moralista e diventa colei che critica il “padre cattivo”.
Quando
la figlia non segue i consigli materni, può ribellarsi e seguire il
modello paterno, agendo l'aspetto autodistruttivo di lui.
[…]
Queste
donne sono inclini a sprecare la loro vita in una passività inerte,
con la possibilità di imboccare la strada dell'alcol, della
tossicodipendenza, della prostituzione, delle fantasie suicide o
magari di cadere in rapporti amorosi dipendenti.
O
possono anche sposare un uomo come il padre e lasciarsi andare alla
depressione e al masochismo di una vita incompiuta e di un rapporto
incompiuto.”
(da
“La donna ferita” 1985 – pag. 55-56 )
I
motivi per cui la società rifiuta il padre possono essere
comportamenti palesemente scorretti – contro la legge, abuso di
sostanze, violenza – o per il modello di uomo che rappresenta –
abbandono della famiglia, temperamento che incorre in conflitti,
esasperazione di posizioni controcorrente...
Se
una figlia ha dovuto vivere sulla sua pelle l'ambivalenza dell'amore
verso il proprio padre e la rabbia per certi atteggiamenti di lui, è
chiaro che in questo conflitto vinca spesso l'amore, così la ragazza
può arrivare, in modo inconscio, a portare avanti la posizione
paterna, anche a costo di rovinare la propria vita.
Questo
avviene perché comunque il maschile interiore è danneggiato: il
padre non ha svolto la sua funzione di punto di riferimento sano e di
rinforzo per l'autostima di lei, che sta estremizzando il suo modello
per avere comunque delle certezze e difendersi dal vacillante senso
di sé.
Il
percorso che può portare una donna a emanciparsi da questa
situazione necessita di tempo, per attraversare un dolore antico,
versare lacrime e cogliere gli errori dei genitori ma anche i propri,
fatti nel tentativo estremo di salvarli.
Recuperare
e incarnare la vera energia guerriera, che porta la cattiva ragazza
non a lottare contro il mondo ma ad affrontarlo “vivendo e
amando i paradossi della vita, bilanciando il terrore con la
meraviglia di essere umani” (L.S.Leonard, pag. 101).
Buona
settimana
virginia
Nessun commento:
Posta un commento