Qualche
giorno fa mi è capitato di condividere su fb questo interessante
articolo su alcune forme semplici di meditazione da insegnare ai
bambini.
Visto
l'interesse di molte di voi e le domande che mi sono state richieste ho
pensato di scriverci un post con informazioni più precise rispetto
alle diverse fasce d'età dei piccoli,
partendo dalla prima
necessaria tappa per imparare a meditare, ovvero riuscire a
rilassarsi e sospendere il tempo.
Comincerei
con una frase cui sono molto affezionata e con la quale apro i corsi
di Training Autogeno per adulti:
il
rilassamento è ciò che accade quando smetti di creare tensione
(P.
Levey)
questo
paradosso ci insegna che il rilassamento non è un'azione attiva
bensì un lasciar accadere, un abbandonarsi cedendo.
Ma
se già è difficile per un adulto, come possiamo insegnare tutto
questo ai bambini, così attivi e impegnati a esplorare, osservare,
conoscere?
Il
primo suggerimento ce lo dà anche Claudia: dare l'esempio.
Vale
per tutti gli insegnamenti che vogliamo dare ai più piccoli, ma in
questo caso vale ancora di più!
Se
noi non siamo in grado di fermarci e sostare, di ritagliarci uno
spazio anche piccolo in cui dedicarci al nostro benessere, sarà
difficile trasmettere anche a loro la sua importanza.
Se
ancora non lo avete imparato, diciamo che non è mai troppo tardi e
che può essere la buona occasione adesso per farlo insieme – ma in
maniera sistematica.
Il
rilassamento necessita di ritualità per essere efficace – e in
questo i bambini hanno molto da insegnare a noi grandi!
Un
buon momento può essere la sera prima della nanna o dopo il bagno,
ritagli di tempo dove già fisiologicamente si rallenta e dove loro
stessi richiedono piccole e grandi abitudini da condividere (pensiamo
alla storia prima di dormire).
Per
essere fruttuoso, il rilassamento per i bambini deve - a mio parere
– rispettare queste tre regole:
- creare contatto e relazione fra loro e il genitore
- essere interessante ai loro occhi (e divertente)
- essere semplice
ovviamente
queste regole vanno adattate alle diverse età.
Il
presupposto di ogni momento di relax è quello di trovare uno spazio
tranquillo dove non si viene disturbati, dove poter creare
un'atmosfera accogliente e possibilmente sempre la stessa (es.
accendere una candelina, la luce soffusa) di modo che sia più facile
per il bambino riconoscere il momento di serenità, come entrare in
un tempio sacro.
0-1
anno di età:
la forma di contatto e rilassamento per eccellenza è il massaggio,
che crea prima di tutto la relazione fra mamma e bambino e coinvolge la pelle, il
principale organo di senso con cui il bimbo entra in relazione con il
mondo. Alle neo mamme consiglio di seguire un corso di massaggio
neonatale o di seguire i preziosi consigli di Vimala McClure nel suo libro “Massaggio
al bambino, messaggio d'amore”
(Ed. Bonomi).
1-3
anni:
il canale privilegiato è ancora quello del tocco e del massaggio, ma
progressivamente i bambini devono essere coinvolti anche
cognitivamente con storielle e filastrocche che ne catturino
l'attenzione e creino un ritmo tranquillo al quale uniformarsi.
Un
esempio può essere quello di fare un massaggino alle manine e
piedini e creare un personaggio per ogni ditino che si va a
coccolare, così che il piccolo sia “catturato” dall'interesse
per la storia e allo stesso tempo percepisca il piacevole effetto del
tocco amorevole.
3-5
anni:
man mano che il bambino cresce è sempre più in grado di mantenere
l'attenzione su alcuni aspetti di sé, ma come punto di partenza è
importante partire sempre dal corpo, aspetto concreto che nel tempo
gli faccia cogliere anche i benefici sulle emozioni.
In
questa fase si può introdurre qualche piccolo gioco di attenzione al
respiro come amico che ci può aiutare quando siamo agitati, stanchi,
irritati ecc...
In
età di scuola materna si può cominciare anche a spiegare in maniera
semplice cosa si può ottenere attraverso quei giochi che si fanno
insieme, ad es. “adesso facciamo insieme il gioco del respiro che
anche la mamma è molto stanca”.
Molto
carino l'esercizio con l'orsacchiotto spiegato da Claudia nel post
citato, oppure una variante è quella del “palloncino nella pancia”
che si usa per imparare il respiro addominale (che comunque ai
bambini viene ancora abbastanza naturale!).
Io
uso questa versione:
"adesso
immaginiamo di avere un palloncino nella pancia che ci aiuta a
respirare bene. Tu di che colore ce l'hai? Il mio è verde e il tuo? (e si
lascia che il bambino risponda il suo colore).
L'aria
che entra dal nostro naso scende nella pancia e va a gonfiare il
palloncino – in questo caso si può poggiare una mano del bambino
sulla nostra pancia per fargli capire e poi mettere la nostra a
coppetta sul suo pancino e sentire che si gonfia e dare un rinforzo
positivo per l'apprendimento – poi si sgonfia e di nuovo esce dal
naso."
Dopo
qualche respiro di questo tipo condividere che cosa accade in maniera
giocosa ad es. io mi sento come le bollicine d'acqua che galleggiano
e tu? Lasciando che il bambino esprima a modo suo il risultato
dell'esperienza e iniziando un dialogo possibile su quando possiamo
usare il palloncino (ad es. trovare un colore per il palloncino da
rilassamento e un altro colore per quello delle situazioni
d'emergenza. Quali sono? Così potete saperne di più anche sulle
situazioni che lo preoccupano o agitano, ma in maniera indiretta e
avere un piccolo “codice criptato” con cui comunicare con lui nel
bisogno – es. questo mi sa che è proprio una situazione da
palloncino rosso).
A
partire da questa età si può coinvolgere il bambino anche nella
preparazione dello spazio, come fosse un gioco, adattandolo alle sue
esigenze (es. costruire una piccola “tenda del rilassamento” dove
ci si rifugia per staccare la spina fra cuscini e pelouches).
Dai
6 anni:
con la scuola elementare i bambini sono sempre più capaci di usare
le funzioni mentali e anche di mantenere l'attenzione più a lungo su
un compito.
In
questa fase di vita comincia davvero il primo riconoscimento di avere
un bisogno di riposo e quiete dopo molte ore di attività
impegnative, così come diventa fondamentale la possibilità di
sfogare le energie fisiche in eccesso in un'attività di tipo
motorio.
Bisogna
ricordare che non tutti i bambini sono uguali per cui le attività
dovranno essere maggiormente differenziate e adattate
all'individualità e alle preferenze di ciascuno.
Bambini
molto attivi avranno bisogno di un po' di moto prima di lasciarsi
andare al rilassamento, per cui potrebbe essere un'idea quella di
giocare a mimare gli animali (da quelli più placidi a quelli più
aggressivi, muovendosi per la stanza) per poi finire ad esempio al
cucciolo di tigre che si riposa e si fa le coccole con la mamma (di
solito gradiscono ancora molto il contatto fisico e per loro sono
utili esercizi dove la mamma nomina le varie parti del corpo
toccandole e loro fanno sentire che man mano si rilassano e diventano
pesanti)
I
bambini di temperamento più tranquillo invece, soprattutto se
abituati da piccoli a ritagliarsi uno spazio di quiete, saranno
quelli che maggiormente cercheranno questo ritaglio dove dedicarsi a
se stessi. Per loro sono indicati anche esercizi di visualizzazione
attiva guidata, dove dopo un rilassamento anche simile a quello del
nominare le parti del corpo toccandole, si evocano immagini piacevoli
di un posto magico dei loro sogni, una immagine che li fa sentire
bene e al sicuro ecc... (trovate qualche spunto nel libro
“Rilassamento
per i bambini. Giochi di tranquillità per piccoli e grandi”
Red Edizioni)
Un
ulteriore strumento di rilassamento da far fare ai bambini in
autonomia è quello del colorare i mandala, potenti simboli ad
effetto benefico e con ottimi risvolti sulla concentrazione (ne trovate alcuni qui e qui)
Auguro
a tutte voi momenti di vicinanza e contatto con i vostri figli,
perché gli farete
dono di importanti strategie di benessere che si ricorderanno per sempre.
La felicità è un lavoro interiore
buona settimana
virginia
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