Questo
week end ho visitato una piccola mostra temporanea al Museo degli
Eremitani di Padova: “Il
giovane Casorati” (qui),
dove erano raccolte alcune opere degli esordi del pittore, più
famoso per i suoi quadri successivi, esempio di linee pure ed
essenziali.
In
queste sale invece ho potuto ammirare opere molto intense e profonde,
soprattutto per lo studio dei personaggi ritratti, in prevalenza
donne.
Come
riportato in uno dei pannelli esplicativi:
prima
di comporre degli insiemi, delle scene collettive, conduceva una
intensa ricerca su ogni singolo volto, ogni soggetto, ogni età.
Trasformando
un “tipo” (ad es. la vecchietta, la bambina o la giovane donna)
in un personaggio, lo caricava di suggestioni espressive, di
interrogativi, di attese che ruotavano intorno all'identità,
all'interiorità.
Sono
rimasta incantata di fronte a due dipinti in particolare, che si
guardano, quasi a specchiarsi, perché situati su due pareti opposte.
Come
apparentemente agli antipodi sembrano le fasi di vita raffigurate.
In
uno“Le bambine” (1909) , nell'altro “Le vecchie comari”
(1908).
Spostando
lo sguardo dall'uno all'altro ero catturata dall'espressione di quei
volti, dalle emozioni che trasparivano ora dall'una ora dall'altra.
E
dagli occhi zampillanti di vita dell'anziana signora passavo al volto
triste della bambina e poi di nuovo dalle sopracciglia aggrottate di
un'altra piccola, allo sguardo fiero della saggia vecchietta. La vita appena nata e la vita che si avvia al declino di spalle.
Sembravano
le stesse donne in fasi diverse della propria esistenza.
Non
ho potuto fare a meno di pensare a un libro della Pinkola Estés, che
recita così:
"L’anima
di ogni donna è vecchia al di là del tempo e il suo spirito è
sempre giovane. Questi aspetti compongono il concetto di essere
giovani da vecchi e vecchi da giovani. Ecco l’obiettivo: vivere
insieme l’anima vecchia e lo spirito giovane in piena
consapevolezza. "
(C.P.
Estes – La danza delle grandi madri, 2006)
Incontro
ogni giorno nella stanza di terapia, quelle vecchiette e quelle
bambine.
Sono
spesso donne provate dalla vita, per le quali la sofferenza è stata
una maestra quotidiana; sono bambine diventate sagge troppo presto,
sono donne mature che non hanno perso la capacità di giocare; sono
le donne che in alcuni momenti mi permettono di vedere la scintilla
che non le abbandona mai, che nonostante tutto le fa andare avanti,
che non temono di rimettersi in gioco, che non smettono di sperare
nel futuro.
Forse
sei giunta qui perché sei interessata a vivere in modo tale da
essere benedetta dal miracolo, come lo definisco io, di essere
giovane da vecchia e vecchia da giovane, ovvero essere ricolma di una
graziosa varietà di paradossi in stabile equilibrio.
(C.P.
Estes – La danza delle grandi madri, 2006)
Auguro a tutte voi di poter vivere armoniosamente l'ossimoro che vi abita
buona
settimana
virginia
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