lunedì 8 febbraio 2016

In che modo combattiamo contro noi stessi?




All'inizio io ero una persona che non sapeva niente al di fuori della propria esperienza.
Poi mi dissero delle cose, e divenni due persone: la bambina che diceva che era tremendo che i ragazzi avessero acceso un fuoco nel campo lì vicino dove arrostivano delle mele (che era quello che dicevano le donne) - e la bambina che , quando i ragazzi erano chiamati dalle loro madri perché tornassero al negozio, correva fuori e andava a badare al fuoco e alle mele perché le piaceva farlo.
Dunque c'erano due Io.
Un Io faceva sempre qualcosa che l'altro Io disapprovava. Oppure l'altro Io diceva una cosa che io disapprovavo.

Tante discussioni dentro di me. […]
La cosa più importante è fare carriera. La cosa più importante è sposarsi. Al diavolo tutti quanti. Sii carina con tutti. La cosa più importante è il sesso. La cosa più importante è avere soldi in banca. La cosa più importante è piacere a tutti. La cosa più importante è vestirsi bene. La cosa più importante è essere sofisticati e dire quello che non intendi e non farlo sapere a nessuno. La cosa più importante è essere sempre il primo . La cosa più importante è una pelliccia nera di foca e l'argenteria. La cosa più importante è essere puliti. La cosa più importante è pagare sempre i debiti. La cosa più importante è non farsi battere da nessuno. La cosa più importante è voler bene ai genitori. […]

Improvvisamente: “che cosa sto facendo?” “devo andare avanti tutta la vita a fare il clown?” “cosa sto facendo, sto andando a feste a cui non mi diverto?” “cosa sto facendo? Sto con persone che mi annoiano?” “perché sono così vuota, vuota, riempita di vuoto?” .
Una corazza. Come mai mi sono andata mettendo questa corazza?

(B. Stevens e C. Rogers, 1987)


In questo brano tratto da “Da persona a persona. Il problema di essere umani” abbiamo testimonianza di ciò che accade spesso dentro la nostra psiche, a volte in maniera cosciente, altre volte totalmente a nostra insaputa.
Quando i conflitti sono così radicati in profondità e sussistono dal tempo dell'infanzia nemmeno ci accorgiamo della loro esistenza, ovvero non li percepiamo come tali perché ci siamo strutturati intorno a una sola delle due polarità (es. se dovevi fare solo la brava per essere vista, la parte “cattiva” - nel senso di ribelle, egoista, indipendente ecc. viene rinnegata e sepolta nell'inconscio).
In psicosintesi si definiscono queste parti in conflitto “subpersonalità” ovvero dei diversi “io” che coesistono in noi. Si tratterebbe dunque di veri e propri piccoli personaggi che ci abitano, con una struttura caratteriale, sentimenti, emozioni e soprattutto bisogni da soddisfare.

Ci sono momenti o situazioni particolari in cui ci ritroviamo a pensare e sentire in maniera opposta, a comportarci come se fossimo due persone diverse, e tutto questo può portare da una parte al perpetuarsi senza fine del conflitto oppure a uno stallo, in cui ci sentiamo come nelle sabbie mobili senza alcuna via di uscita.
Che fare dunque?
Quello che di solito si fa nella vita di tutti i giorni quando ci sono due persone che non riescono a mettersi d'accordo: si nomina qualcuno super partes che possa essere obiettivo e aiuti i due a trovare una soluzione costruttiva.
Nel caso del nostro mondo interiore, questa istanza super partes è rappresentata dall'Io, ma non uno dei tanti Io che ci abitano. Si tratta del testimone interiore, quella parte di noi che può semplicemente osservare e restare fuori dalla dinamica.
La funzione dell'Io è quella di riuscire a vedere il processo in atto, descriverlo e estrapolare i diversi bisogni che nel conflitto spesso sono confusi.
Vi faccio un esempio a partire da uno dei conflitti del brano sopra riportato:
La cosa più importante è fare carriera. La cosa più importante è sposarsi
Sono due posizioni apparentemente inconciliabili. Soprattutto se viste l'una dal punto di vista dell'altra.
La posizione dell'Io invece è centrale e può avere uno sguardo di insieme su entrambe.
Da qui si può cominciare a porsi domande fondamentali per comprendere meglio.
Es. La cosa più importante è fare carriera. - chi fa/faceva questa affermazione? Da dove nasce? [es. un genitore ha tramandato questa convinzione? Oppure proprio perché un genitore non l'ha potuta fare allora questo dictat passa inconsciamente al figlio?]
quale bisogno appaga questa convinzione? [di riconoscimento sociale? Di ottenere denaro che elevi a migliori condizioni di vita? Di essere approvato dal genitore di cui sopra? Di non avere bisogno di essere mantenuta come la propria madre sottomessa al marito? Ecc...]
Lo stesso si può fare con l'affermazione opposta.
E successivamente fare chiarezza individuando i bisogni personali da quelli indotti.
Solo così si può davvero scegliere.
Solo andando in profondità è possibile dare risoluzione al conflitto, perché spesso vi accorgerete che le varie subpersonalità nascono proprio come risposta a necessità infantili di trovare un ordine al proprio mondo, ma poi si mantengono come tali anche nella vita adulta, portandovi a sentire, pensare e vedere le cose con un filtro che altera la realtà.
Nessuna delle nostre parti va rifiutata o demonizzata, perché tutte sono portatrici di contenuti che opportunamente analizzati possono essere riorganizzati per una personalità più completa e armonica, intorno alla nostra vera essenza.

realizzare perfettamente la nostra natura
ecco lo scopo per il quale siamo vivi”
(O. Wilde)

buona settimana
virginia

ps. se volete approfondire trovate importanti spunti in "Scoprite le vostre personalità. il nostro mondo interno e i personaggi che lo abitano" di John Rowan -  Ed. Astrolabio. 

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