lunedì 29 agosto 2011

Resilienza: sostantivo singolare, ma soprattutto... femminile!



Riflettevo in questi giorni di vacanza sul fatto che fra i miei pazienti, circa il 90% sono donne. Mi sono chiesta se questo dipendesse solo dal mio interesse per le tematiche di genere o se in realtà fosse indice di un più generale andamento descrittivo della tendenza tutta femminile a scandagliare se stesse alla ricerca di significati.
Qualche sagace maschietto potrebbe dedurne la giustificazione alle sue teorie che tutte le donne sono “da curare”, ma a lui e gli altri rispondo che ci vuole un gran coraggio, una buona dose di consapevolezza e “due palle così” (mi si perdoni il francesismo... ;-), per iniziare un percorso di sostegno o psicoterapia, dunque che si mettano l'animo in pace e accettino di buon grado che qualsiasi donna che intraprenda questa strada dimostra proprio di saper prendere in mano il proprio destino e voler risolvere le cose che la affliggono, una volta per tutte (ovviamente questo vale anche per gli uomini, quando si decidono a varcare la porta del mio studio!).
Qualsiasi sia l'evento che ci porta a fare i conti con noi stesse, sia individuale o relazionale, ci dona una grossa opportunità, ma non ne siamo subito consapevoli.
Quando la persona si siede sul mio divano, fra cuscini colorati e parole intimorite, si sente travolta dagli eventi, percepisce di non potercela fare da sola e umilmente chiede un aiuto. Questo è il primo passo di una grandissima trasformazione.
Non ci si nasconde più a se stesse, non si negano i problemi, anzi, li si vuol vedere e affrontare per uscirne diverse, libere, cambiate.
Per questo mi è venuta in mente questa parola sconosciuta ai più, che la psicologia ha preso in prestito dall'ingegneria, ovvero la resilienza (proprietà di un metallo di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi).
Una persona resiliente è invece colei che è capace di affrontare, superare e uscire più forte e trasformata dalle avversità della vita, perché si sa riorganizzare dando un senso a ciò che è accaduto.
Questa capacità umana può essere innata e legata all'ambiente di vita dove la persona è cresciuta, ma anche appresa nel tempo grazie a modelli significativi e di supporto, che aiutino a superare un momento critico fornendo strumenti riutilizzabili poi in autonomia, in tempi successivi e in situazioni simili.
Per me la terapia è questo: aiutare le persone a scoprire dentro di loro risorse finora sconosciute, che le rendano di nuovo autonome lungo il percorso delle loro vite.
Secondo me tutte le persone sono resilienti in nuce, perché dentro di noi esiste una parte inattaccabile dalle avversità (quello che Assagioli chiama il Sé Transpersonale) da scoprire o riscoprire, sede delle nostre qualità e potenzialità, la splendida promessa che siamo e verso la quale tendiamo, nonostante i problemi e gli eventi negativi.
Le caratteristiche essenziali della resilienza sono: la capacità di introspezione, di rapportarsi agli altri, l'iniziativa e l'indipendenza, la creatività, il senso morale/altruistico, il senso dell'umorismo e l'autostima.
Come noterete, alcune di esse fanno già parte del vostro bagaglio di vita, (alcune poi sono più spiccatamente femminili!) ma magari non ci avete mai pensato in termini di possibile applicazione di fronte alle avversità della vita.
Da questa settimana ne prenderemo in dettaglio una per una e vedremo come declinarle nelle sfumature arcobaleno delle nostre giornate, quindi.... Continuate a seguirci!

A tutte voi una luminosa settimana
virginia

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