lunedì 18 febbraio 2013

il sabotatore interiore




incontro n.1
Annalisa: “sono qui perché ormai non riesco più a fare niente. Vivo bloccata e terrorizzata dal prendere qualsiasi iniziativa”
Marco: “non riesco a lasciarmi andare, sento sempre che gli altri mi stanno giudicando per quello che faccio o dico”

Maria: “la mia vita è uno schifo, non credo più a nulla, le persone sono tutte meschine e cattive”

[…]
incontro n. 10
Annalisa: “ogni volta che mi appresto a fare qualcosa, è come se ci fosse una voce dentro di me che mi dice – ma cosa ti sei messa in testa... non ci riuscirai mai, non sei brava abbastanza – e così qualsiasi mia decisione viene bloccata in partenza, perché mi sembra impossibile riuscire a realizzare quello che desidero, anche se è qualcosa di semplice, ma solo diverso dal solito”
Marco: “è come se sentissi una presenza costante che mi giudica, mi osserva biasimandomi fino a criticare tutto quello che faccio, una sorta di Grande Fratello che mi tiene sotto tiro, arrivando fino a boicottarmi nei pensieri, perché a volte ritengo anche di non potermi permettere neppure di fantasticare su certe cose, dato che è qualcosa che non si fa
Maria: “quando mi accade un evento bello, vivo nel terrore che possa accadere qualcosa di brutto, che la situazione si capovolga da un momento all'altro e io torni nel mio normale stato di insoddisfazione. Un pensiero insistente mi assale quando tutto scorre liscio: non te lo meriti! So che è assurdo e ci sono giorni che mi ribello con forza a questo automatismo, ma poi non posso farne a meno, perché nella mia vita niente è mai andato come doveva andare e ormai ci ho quasi fatto l'abitudine.”
 

incontro n. 11

Annalisa: “ci ho pensato, sai, al sabotatore, a questo personaggio interiore che mi porto sempre dietro e mi boicotta... il mio si chiama “Ernesto”, immagino che faccia il professore, un tuttologo, di quelli che ti fanno sempre sentire inferiore... ah, si, e ho anche pensato a quando è nato dentro di me. Credo sia nato quando mia madre mi diceva sempre di guardare a mio fratello maggiore, lui si che era bravo, esperto, preparato, lui era il modello da seguire ma anche la perfezione, quindi io non ero mai all'altezza...”
Marco: “l'ho smascherato sai, quel Grande Fratello! Ci ho pensato a quale personaggio si nasconde dietro quell'occhio che tutto giudica... credo che venga dal collegio dove ho passato gran parte della mia infanzia...lì eravamo trattati come signorini inamidati, ligi alle regole dei religiosi che ci istruivano, ma lì mancava qualsiasi esperienza d'affetto. Ci sono entrato a sei anni e uscito a venti.  L'unico modo che avevo per farmi benvolere era essere irreprensibile, per lo meno avrei avuto qualche parola di elogio. Ma forse, nella mia mente di bambino di allora, avevo attribuito a quell'istituzione un potere enorme, anche quello di potermi vedere dentro – attenti a peccare! Dio vi vede in ogni momento! – intimava il padre confessore, così ancora oggi, non sono libero di pensare o desiderare fuori dai canoni, che immagino le reazioni sdegnate degli altri.
 
Maria: “è doloroso pensare che in tutto questo tempo mi sono rovinata la vita da sola, succube di un mostriciattolo che viene da chissà dove nel mio passato e che si ostina a impedirmi di essere felice. Io l'ho chiamato la “sanguisuga” perché sento che quando emerge mi succhia tutta la linfa vitale, tutto diventa nero, difficile, e io cado in preda a un pessimismo cosmico... quando è nato? Non lo so, è talmente subdolo che ancora faccio fatica a credere che possa esistere nel mio mondo interiore qualcosa di simile... qualcosa che rema contro la mia volontà (o forse lo so, ma è ancora troppo difficile ammetterlo)”


Ho voluto iniziare creando delle ipotetiche storie di terapia**, per parlarvi di un personaggio scomodo, una subpersonalità – in termini psicosintetici – che impedisce il benessere della maggioranza delle persone, in maniere diverse e con gradi differenti di disagio.

Credo che nella nostra vita, tutti abbiamo avuto esperienza degli effetti del sabotatore interiore, anche se solo in un periodo oppure in un settore dell'esistenza, o in certi tipi di relazioni interpersonali.

Le storie di Annalisa, Marco e Maria ci forniscono solo alcuni esempi, ma i modi in cui possiamo impedirci di stare bene sono innumerevoli, a volte anche paradossali!

Roberto Assagioli invitava a trovare i diversi personaggi che abitano il nostro animo molteplice (per approfondire questo tema, clicca qui e qui) in modo da ampliare la nostra conoscenza dei meccanismi che ci permettono di entrare in comunicazione col mondo.

Il sabotatore, come ci dice la storia di Maria, è subdolo e nascosto, è faticoso riconoscerlo, perché ci identifichiamo con lui, di modo da lasciargli prendere il sopravvento. Quando stiliamo l'elenco cosciente delle nostre subpersonalità non lo inseriamo quasi mai subito, perché spesso dimora nell'inconscio e agisce a nostra insaputa, fondando convinzioni limitanti, emozioni negative e atteggiamenti disfunzionali.

Il riconoscerlo funziona da primo fondamentale passo verso il cambiamento, perché attraverso un'osservazione consapevole lo si può anche tenere sotto controllo.

Una volta smascherato è possibile relativizzare la sua influenza, rendere oggettivo quello che fino ad ora ci è parso “la verità” e iniziare a vedere le cose da altri punti di vista.

Gli incontri dei nostri ipotetici pazienti non finiscono qui, a volte è necessario un approfondimento e un'integrazione di quanto scoperto durante le sedute, ma queste poche righe ci hanno permesso di scoprire che il dare un nome al sabotatore, ricostruirne la storia, conoscerne i bisogni nascosti può permettere davvero di invertire il processo negativo e dirigere le proprie energie verso un ritrovato benessere.

Adesso tocca a voi, ogni volta che vi trovate a tentennare di fronte a qualcosa, a fare il contrario di quello che vorreste, o a non affrontare qualcosa che vi sta a cuore, chiedetevi “quale mio auto-sabotatore sta agendo in questo momento?”
Buona settimana

virginia

** I nomi, i dialoghi e le storie sono puro frutto di fantasia

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