incontro n.1
Annalisa:
“sono qui perché ormai non riesco più a fare niente. Vivo
bloccata e terrorizzata dal prendere qualsiasi iniziativa”
Marco:
“non riesco a lasciarmi andare, sento sempre che gli altri mi
stanno giudicando per quello che faccio o dico”
Maria:
“la mia vita è uno schifo, non credo più a nulla, le persone
sono tutte meschine e cattive”
[…]
incontro n. 10
Annalisa:
“ogni volta che mi appresto a fare qualcosa, è come se ci fosse
una voce dentro di me che mi dice – ma cosa ti sei messa in
testa... non ci riuscirai mai, non sei brava abbastanza – e così
qualsiasi mia decisione viene bloccata in partenza, perché mi sembra
impossibile riuscire a realizzare quello che desidero, anche se è
qualcosa di semplice, ma solo diverso dal solito”
Marco:
“è come se sentissi una presenza costante che mi giudica, mi
osserva biasimandomi fino a criticare tutto quello che faccio, una
sorta di Grande Fratello che mi tiene sotto tiro, arrivando fino a
boicottarmi nei pensieri, perché a volte ritengo anche di non
potermi permettere neppure di fantasticare su certe cose, dato che è
qualcosa che non si fa”
Maria: “quando mi accade un evento
bello, vivo nel terrore che possa accadere qualcosa di brutto, che la
situazione si capovolga da un momento all'altro e io torni nel mio
normale stato di insoddisfazione. Un pensiero insistente mi assale
quando tutto scorre liscio: non te lo meriti! So che è
assurdo e ci sono giorni che mi ribello con forza a questo
automatismo, ma poi non posso farne a meno, perché nella mia vita
niente è mai andato come doveva andare e ormai ci ho quasi fatto
l'abitudine.”
incontro n. 11
Annalisa: “ci ho pensato, sai, al
sabotatore, a questo personaggio interiore che mi porto sempre dietro
e mi boicotta... il mio si chiama “Ernesto”, immagino che faccia
il professore, un tuttologo, di quelli che ti fanno sempre sentire
inferiore... ah, si, e ho anche pensato a quando è nato dentro di
me. Credo sia nato quando mia madre mi diceva sempre di guardare a
mio fratello maggiore, lui si che era bravo, esperto, preparato, lui
era il modello da seguire ma anche la perfezione, quindi io non ero
mai all'altezza...”
Marco: “l'ho smascherato sai, quel
Grande Fratello! Ci ho pensato a quale personaggio si nasconde dietro
quell'occhio che tutto giudica... credo che venga dal collegio dove
ho passato gran parte della mia infanzia...lì eravamo trattati come
signorini inamidati, ligi alle regole dei religiosi che ci
istruivano, ma lì mancava qualsiasi esperienza d'affetto. Ci sono
entrato a sei anni e uscito a venti. L'unico modo che avevo per farmi
benvolere era essere irreprensibile, per lo meno avrei avuto qualche
parola di elogio. Ma forse, nella mia mente di bambino di allora,
avevo attribuito a quell'istituzione un potere enorme, anche quello
di potermi vedere dentro – attenti a peccare! Dio vi vede
in ogni momento! – intimava il padre confessore, così
ancora oggi, non sono libero di pensare o desiderare fuori dai
canoni, che immagino le reazioni sdegnate degli altri.
Maria: “è doloroso pensare che in
tutto questo tempo mi sono rovinata la vita da sola, succube di un
mostriciattolo che viene da chissà dove nel mio passato e che si
ostina a impedirmi di essere felice. Io l'ho chiamato la
“sanguisuga” perché sento che quando emerge mi succhia tutta la
linfa vitale, tutto diventa nero, difficile, e io cado in preda a un
pessimismo cosmico... quando è nato? Non lo so, è talmente subdolo
che ancora faccio fatica a credere che possa esistere nel mio mondo
interiore qualcosa di simile... qualcosa che rema contro la mia
volontà (o forse lo so, ma è ancora troppo difficile ammetterlo)”
Ho
voluto iniziare creando delle ipotetiche storie di terapia**, per
parlarvi di un personaggio scomodo, una subpersonalità – in
termini psicosintetici – che impedisce il benessere della
maggioranza delle persone, in maniere diverse e con gradi differenti
di disagio.
Credo
che nella nostra vita, tutti abbiamo avuto esperienza degli effetti
del sabotatore interiore, anche se solo in un periodo oppure in un
settore dell'esistenza, o in certi tipi di relazioni interpersonali.
Le
storie di Annalisa, Marco e Maria ci forniscono solo alcuni esempi,
ma i modi in cui possiamo impedirci di stare bene sono innumerevoli,
a volte anche paradossali!
Roberto
Assagioli invitava a trovare i diversi personaggi che abitano il
nostro animo molteplice (per approfondire questo tema, clicca qui e qui) in
modo da ampliare la nostra conoscenza dei meccanismi che ci
permettono di entrare in comunicazione col mondo.
Il
sabotatore, come ci dice la storia di Maria, è subdolo e nascosto, è
faticoso riconoscerlo, perché ci identifichiamo con lui, di modo da
lasciargli prendere il sopravvento. Quando stiliamo l'elenco
cosciente delle nostre subpersonalità non lo inseriamo quasi mai
subito, perché spesso dimora nell'inconscio e agisce a nostra
insaputa, fondando convinzioni limitanti, emozioni negative e
atteggiamenti disfunzionali.
Il
riconoscerlo funziona da primo fondamentale passo verso il
cambiamento, perché attraverso un'osservazione consapevole lo si può
anche tenere sotto controllo.
Una
volta smascherato è possibile relativizzare la sua influenza,
rendere oggettivo quello che fino ad ora ci è parso “la verità”
e iniziare a vedere le cose da altri punti di vista.
Gli
incontri dei nostri ipotetici pazienti non finiscono qui, a volte è
necessario un approfondimento e un'integrazione di quanto scoperto
durante le sedute, ma queste poche righe ci hanno permesso di
scoprire che il dare un nome al sabotatore, ricostruirne la storia,
conoscerne i bisogni nascosti può permettere davvero di invertire il
processo negativo e dirigere le proprie energie verso un ritrovato
benessere.
Adesso
tocca a voi, ogni volta che vi trovate a tentennare di fronte a
qualcosa, a fare il contrario di quello che vorreste, o a non
affrontare qualcosa che vi sta a cuore, chiedetevi “quale mio
auto-sabotatore sta agendo in questo momento?”
Buona
settimana
virginia
**
I nomi, i dialoghi e le storie sono puro frutto di fantasia
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