Visto che questa sarà la settimana dell'amore... non poteva mancare un post sull'argomento!
Nello
stesso libro di cui vi ho parlato qualche giorno fa (lo trovi qui) si
legge un altro passo interessante relativo ai rapporti d'amore,
soprattutto nella comunicazione del sentimento.
Parafrasando
domande già poste da Eric Berne nel libro “Ciao...
e poi?”
(ma vi consiglio, se non lo avete ancora letto, anche “A
che gioco giochiamo?”)
Buscaglia riformula gli interrogativi fondamentali della
comunicazione dell'amore, cercando significati nelle risposte ai
seguenti quesiti:
- Come dici “ti amo” e perché è così difficile dire una frase positiva come questa?
- Come rispondi “ti amo” senza timidezza o paura?
- Cosa diciamo dopo “ti amo”?
- Come possiamo mantenere viva la comunicazione amorosa?
- E soprattutto, cosa stiamo facendo invece di dirci “ti amo”?
Avete
trovato le vostre risposte??
proviamo
ora a riflettere insieme sulle sfumature che si celano dietro a
queste domande (per le interpretazioni che ne dà Buscaglia vi
rimando al suo testo), aiutandoci con alcune scene di film famosi.
Dire
ti amo è esporsi di fronte a qualcuno con tutti noi stessi e lo si
può fare – o non fare – in svariati modi.
Sicuramente
tutte avrete presente il famoso dialogo di Ghost:
Molly:
Non mi dici mai che mi ami
Sam: Ma se te lo dico continuamente
Molly: Io dico ti amo, tu dici idem, è diverso...
Sam: Ma se te lo dico continuamente
Molly: Io dico ti amo, tu dici idem, è diverso...
Sam
alla fine riesce a dire quelle due semplici parole solo quando non ha
più niente da perdere, quando le deve dire addio...
Ghost
Lo
stesso in Colazione da Tiffany, quando ormai tutto è rovinato,
quando il dolore della perdita è così concreto, qualcosa scatta in
Holly e la fa andare oltre la paura di affidarsi.
Tutto
il significato nascosto nella paura di lasciarsi andare completamente
è in quella domanda che la giovane Audrey pone al suo innamorato:
“...E poi?”
E
poi cosa accade, dopo la dichiarazione, dopo l'infatuazione, dopo i
momenti splendidi dei primi tempi?
Colazione da Tiffany - lo trovi in italiano qui
Appartenere
a qualcuno è una scelta.
Ma
non è una scelta che si fa a tavolino, non si può definire come un
progetto ragionato.
Qualcuno
lo ha definito abbandonarsi a “una felicità delirante”, "dimenticare il cervello e ascoltare il cuore".
Ti presento Joe Black
Ma
dire ti amo significa rischiare e allo stesso tempo significa
impegnarsi.
Dire
ti amo è prendersi la responsabilità di vivere una relazione, di
godere dei momenti felici ma anche affrontare le difficoltà.
Dire
ti amo è ammettere che abbiamo bisogno, ma anche rispettare la
libertà dell'altro.
Dire
ti amo è accettare, includere, abbracciare il mondo di quella
persona, restando se stessi, senza bisogno di snaturarsi, perché
anche lui/lei farà altrettanto.
Per
poter dire, parafrasando un altro famoso film, “possano le nostre
individualità, rafforzare il nostro amore”.
Se scappi ti sposo
Solo
quando sai chi sei e cosa desideri, puoi amare qualcuno con tutto te
stesso.
Non è nella mancanza che ci si compensa, bensì
nell'arricchimento di qualcosa che c'è già, che si trova il proprio
appagamento.
Dopo
il ti amo arriva la vita vera, passano i giorni, i mesi, gli anni, e
così si cambia, ci si trasforma.
Se
non lo avete visto vi consiglio il film Casomai, metafora del
coraggio di scegliere una vita insieme, nonostante tutto.
Casomai
Ha
ragione quel parroco. L'amore è qualcosa di privato e unico.
Solo
i suoi protagonisti possono conoscerne i significati.
Solo
i suoi protagonisti possono decidere di rischiare e farlo mille altre
volte, quando al posto di rivendicazioni, conflitti, allontanamenti,
si scioglieranno in un bacio o un abbraccio intenso... perché si sa,
a volte l'amore, non ha bisogno di molte parole.
Il favoloso mondo di Amélie
Vi auguro una buona settimana,
magari freddissima di neve fuori, ma calda e piena di amore dentro
virginia
2 commenti:
Bel post dedicato alle relazioni sentimentali!
Complimenti per questo spazio blog! un caro saluto
Grazie Susanna! Un caro saluto anche a te
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