lunedì 13 maggio 2013

Elisir di giovinezza


 
 
Immaginate un vasetto che abbia come contenuto un condensato cosmetico per rimediare a un'interiorità invecchiata e affaticata, messa alla prova dai segni del tempo emotivo, scenario di eventi altalenanti e passaggi repentini da lacrime a sorrisi.

Un siero rigenerante per i pensieri stropicciati, martellati, costellati di immagini piene di tossine della vita.
Forse pensate che un tale elisir non esista.

Invece c'è chi dice che è proprio dentro di noi.

Voi possedete dentro di voi un'eterna fontana di giovinezza, a cui potete attingere in qualsiasi momento, per sempre, semplicemente permettendo a voi stessi di ridiventare bambini.

[ W.W. Dyer – Te stesso al cento per cento. (1981)]

Gli ingredienti fondamentali di questo elisir sono sette:
  • Ridere. Perché tutti per natura cerchiamo l'umorismo e le risate, per cui, è fondamentale provare a vivere e vedere le cose da altri punti di vista, (di fronte a cose che catturano i nostri pensieri, possiamo chiederci “è una cosa di cui un giorno potrò ridere?” perché non farlo adesso...), circondarsi di persone che hanno un effetto benefico sulla nostra vita.
  • Ripristinare la fantasia nella propria vita. La capacità di fantasticare è propria dell'infanzia, mentre da adulti si tende sempre a far finta di... per il bambino tutto è possibile, si crea il suo mondo e si comporta di conseguenza. Possiamo decidere dunque di concedersi questo lusso, ricordando che qualsiasi azione necessita di essere prima pensata e creata altrove, prima di essere eseguita nella realtà. Occorre fare molta attenzione, però: si può godere di una fantasia senza trasformarla in un atteggiamento distruttivo, dove l'immaginazione diventi una sterile programmazione che porta al senso di inadeguatezza o rimuginazioni fini a se stesse. Si può stilare un elenco di cose che desiderate fare da tanto tempo e poi definire quelle realizzabili da quelle non realizzabili, almeno immediatamente. Fra le prime, perché non cominciare a concedersele, da adesso?
  • Essere un po' pazzi. Non si tratta di perdere il controllo di sé e lasciarsi andare a comportamenti nocivi per gli altri. La sana follia, comporta di abbandonare atteggiamenti rigidi, schemi di comportamento che intristiscono, osando essere “sopra le righe” in certi contesti, senza perdere di vista il senso di responsabilità al lavoro, l'essere maturi nelle scelte o seri quando occorre. Si può essere liberi dentro senza perdere di vista la presenza in ciò che si fa e nel modo in cui si fa.
  • Essere spontanei. Può apparire una contraddizione: ogni volta che si dice a qualcuno di essere spontaneo, si perde l'immediatezza dell'esperienza. Qui però si fa riferimento a un atteggiamento interiore che non ponga veti rispetto all'interesse verso il mondo e le cose che ci accadono. A volte capita che ci fermiamo catturati da qualcosa, recuperiamo meraviglia per gli eventi della natura o ci appassioniamo nel dialogo con qualcuno tanto da perdere la cognizione del tempo. Si tratta di sfuggire alla pianificazione a tutti i costi, dai sentieri stabiliti, le regole tracciate... permettersi di perdersi e ammirare quello che capita. Almeno qualche volta.
  • Non aver paura di sbagliare. Da bambini siamo sperimentatori per natura, poi, con l'esperienza e le interazioni sociali, spesso si entra nel sentiero nevrotico del senso di inferiorità, che appare al momento in cui ci si confronta con chi ne sa di più, con chi riesce meglio, ecc... questo porta necessariamente a evitare di fare le cose, farle di nascosto o addirittura a non farle più. Dyer a questo proposito dà delle indicazioni importanti:
    - fare una lista di attività sempre evitate per paura di apparire goffi e provare di nuovo adesso.
    - ricordare che nella vita si può fallire in qualcosa, ma questo non significa essere un fallimento come persona
    - non aver paura di ammettere i propri errori
    - smettere di attribuire un valore altissimo a tutto ciò che facciamo (o che fanno i nostri partner, i figli...)
  • Prendere il mondo per quello che è. I nostri tentativi di voler controllare tutto ciò che accade, soprattutto fuori di noi, non comporteranno alcun cambiamento in ciò che sta accadendo. Certamente si può fare del nostro meglio per modificare ciò che può essere cambiato, ma riguardo al resto, lo si può solo accettare, evitando di entrare nel circolo vizioso del rancore, della recriminazione o sofferenza.
  • Essere fiduciosi. Il nostro atteggiamento nei confronti degli altri fa la differenza nel tipo di rapporti che quotidianamente andiamo ad instaurare. Questo non vuol essere un invito a mettere da parte la prudenza e aprirsi a chiunque capiti sulla nostra strada, ma spesso, lasciando emergere la nostra parte bambina, potremo accedere a un'intuizione migliore di tante strategie da Sherlock Holmes.

Ad alcuni di voi questo elenco potrà sembrare semplicistico. Ad altri utopico.

Io credo che permettersi l'idea di uno spazio di autenticità come possibile, sia il primo passo verso lo scioglimento di nodi che limitano il nostro raggio d'azione, imprigionandoci in catene di atteggiamenti sempre uguali a se stessi.

Saremo sempre giovani finché avremo voglia di imparare cose nuove e trasformarci.


Buona settimana

virginia

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