mercoledì 5 giugno 2013

Separazioni e divorzi in Italia



Secondo l'Istat, nel 2011 le separazioni sono state 88.797 e i divorzi 53.806, sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente (+0,7% per le separazioni e -0,7% per i divorzi).

I tassi di separazione e di divorzio totale sono in continua crescita per cui si conferma la crescita dell’instabilità coniugale.

Rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate di oltre il 68% e i divorzi sono praticamente raddoppiati. Tali incrementi, osservati in un contesto in cui i matrimoni diminuiscono, sono imputabili ad un effettivo aumento della propensione alla rottura dell’unione coniugale.

Per ottenere una misura efficace di questa propensione occorre rapportare le separazioni o i divorzi registrati in un anno di calendario all’ammontare iniziale dei matrimoni della coorte di riferimento (anno in cui si sono celebrate le nozze). A partire dalla metàdegli anni ‘90 questi indicatori hanno fatto registrare una progressiva crescita della propensione a interrompere una unione coniugale: nel 1995 si verificavano in media circa 158 separazioni e 80 divorzi per ogni 1.000 matrimoni, nel 2011 si registrano, rispettivamente, 311 separazioni e 182 divorzi ogni 1.000 matrimoni .

La durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento risulta pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi.

L'età media alla separazione è di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 47 e 44 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne.

La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi è quella consensuale: nel 2011 si sono concluse in questo modo l'84,8% delle separazioni e il 69,4% dei divorzi.

La quota di separazioni giudiziali (15,2% il dato medio nazionale) è più alta nel Mezzogiorno (19,9%) e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione (21,5%).

Il 72% delle separazioni e il 62,7% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. Il 90,3% delle separazioni di coppie con figli ha previsto l'affido condiviso, modalità ampiamente prevalente dopo l'introduzione della Legge 54/2006.

Nel 19,1% delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge (nel 98% dei casi corrisposto dal marito). Tale quota è più alta al Sud e nelle Isole (rispettivamente 24% e 22,1%), mentre nel Nord si attesta al 16%. Gli importi dell'assegno mensile sono, al contrario, mediamente più elevati al Nord (562,4 euro) che nel resto del Paese (514,7 euro).
Nel 57,6% delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito mentre nel 18,8% dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale.

Più separati tra i coniugi con titoli di studio elevati

Tra i separati del 2011, il 40,5% dei mariti ha, come titolo di studio più elevato, il diploma di scuola media inferiore, il 40,8% quello di scuola media superiore; fra le mogli il 44,3% ha un titolo di scuola media superiore e il 34,8% uno di scuola media inferiore. Il 15,2% delle mogli possiede un titolo universitario, contro il 12,8% dei mariti. Tale distribuzione è il risultato, in parte, del progressivo aumento del livello di istruzione della popolazione generale e, quindi, anche di quella dei coniugati.

In metà delle separazioni e in un terzo dei divorzi è coinvolto un figlio minorenne

Nel 2011 63.947 separazioni (il 72% del totale) e 33.719 divorzi (il 62,7% del totale) hanno riguardato coppie con figli. I figli coinvolti sono stati 109.842 nelle separazioni e 53.129 nei divorzi.

La metà (50,5%) delle separazioni e poco più di un terzo (35,5%) dei divorzi riguardano matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni. Il numero di figli minori che sono stati affidati nel 2011 è stato pari a 67.713 nelle separazioni e a 25.212 nei divorzi.

Nelle separazioni, il 55,4% dei figli affidati ha meno di 11 anni. In caso di divorzio i figli sono generalmente più grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11 anni scende al 33,7% del totale.
 
Nonostante questi dati, non perdiamo la speranza nell'amore.
 
con affetto
Evi

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