lunedì 12 gennaio 2015

Le stagioni delle donne




Voglio iniziare l'anno con un post del lunedì che è un articolo, ma allo stesso tempo un invito.
La settimana prossima, lunedi 19 gennaio - alle 20,30 a Valdagno (VI) – ci sarà la serata di presentazione di un importante progetto cui abbiamo dato il nome di “Donna Nuova: lo spazio per le donne”.
Si tratta di uno Sportello Antiviolenza di informazione e sostegno gratuito (psicologico e legale) per tutte coloro che si trovano a vivere un disagio legato a tutte le forme di violenza nelle relazioni – fisica, psicologica, economica.

Durante la serata terrò una piccola conferenza sulle "Fasi di vita della donna, tra sfide, risorse e opportunità".
Nello scrivere il libretto su questo argomento – che sarà venduto durante la serata e il cui ricavato andrà interamente a finanziare lo Sportello – mi è venuto in mente di accostare le fasi di sviluppo psico-biologico femminili (pubertà, maternità e menopausa) al susseguirsi delle stagioni.
Noi donne siamo già per natura legate ai ritmi circadiani della natura – pensiamo alla cadenza del mestruo e anche all'influenza della luna sui nostri stati d'animo – ma è possibile muovere alcune riflessioni associando alcune tappe della nostra vita alle stagioni.
Senza anticipare il contenuto della serata e del libro, voglio parlarvi oggi di un argomento che non tratteremo lunedì, ovvero della paradossale necessità di avere dei periodi di brutta stagione, per potersi risvegliare a nuove primavere.

Quando qualcuno si rivolge a un professionista come me, è in un momento di profonda crisi interiore, di dolore e sopraffazione, tristezza o preoccupazione.
Quando si soffre siamo in un lutto che coinvolge molte aree della propria vita, a volte tutta la propria esistenza, avvolgendola in una nuvola nera che non lascia speranza.
In questo momento il ruolo dello psicologo non è di aiutare la persona a cambiare prospettiva o “pensare positivo”: c'è un momento per rendere onore alla sofferenza, uno per cominciare a poter osservare quello che è successo e un momento per ripartire, consapevoli e di nuovo capaci di rischiare.

Ma all'inizio si può e si deve accogliere il dolore, entrare dentro l'esperienza e non cercare di scappare o anestetizzarsi con diversivi – nemmeno quelli pseudo-psicologici – che allontanano più che avvicinarci a noi stessi.
Solo attraversando i vissuti dolorosi se ne può uscire.
I miti e i capolavori letterari ce ne danno una testimonianza senza tempo: Dante che attraversa l'inferno per raggiungere il paradiso, Psiche che scende nell'Ade per ricongiungersi al suo Amore, Persefone che passa mesi negli inferi per poi tornare in superficie dalla madre Demetra...
Questa discesa è anche un processo di conoscenza di sé, che permette di sviluppare la lucidità necessaria per il passo successivo, ovvero ri-acquisire la possibilità di scegliere.

Anche quando abbiamo la sensazione che sia ormai tutto perduto, può sempre verificarsi qualcosa che rovescia completamente la situazione. Comprendiamo quindi quanto sia importante non lasciarsi sopraffare dalle circostanze e lottare per noi stessi.
In particolare, la capacità decisionale sembra essere uno degli elementi di cui gli altri cercano di privarci. Le persone che, soprattutto se di sesso femminile, pensano e sanno prendere le proprie decisioni, fanno sempre paura perché, potenzialmente sono capaci di grandi rivoluzioni e cambiamenti.
Ma per essere artefici di importanti trasformazioni, dobbiamo prima riuscire a risvegliarci.
(A. Carotenuto – L'anima delle donne, 2001)

Il risveglio a nuove primavere, non può fare a meno di passare attraverso l'inverno e con il progetto Donna Nuova speriamo di veder rinascere sempre più donne.

Buona settimana
virginia 

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