Ve
lo avevo già anticipato qualche settimana fa (qui) che presto sarebbe nata una nuova rubrica legata al rilassamento,
così eccoci finalmente al primo lunedì del mese di maggio.
Ho
pensato di dare avvio a questo piccolo progetto in questo periodo
perché siamo tutti molto stanchi dopo l'inverno, abbiamo voglia di
riposare ma allo stesso tempo di dare spazio a nuove sensazioni di
benessere e risveglio interiore.
Da
oggi, ogni primo lunedì del mese, lo dedicheremo ad apprendere
esercizi e tecniche semplici per recuperare energie psichiche e dare
al corpo il sollievo necessario per affrontare con calma l'estate che
verrà.
Ho
deciso per una cadenza mensile di modo che possiate sperimentare i
suggerimenti che vi darò e coglierne gli effetti nel tempo, prima di
integrarle con nuovi stimoli;
per
questo partiremo da proposte semplici e immediate, per passare
progressivamente a esercizi di concentrazione e visualizzazioni
guidate.
Trovate
inoltre da oggi una raccolta di tutti gli articoli sul rilassamento
nella nuova pagina appositamente dedicata proprio qui.
Oggi
ci dedicheremo alla preparazione dell'ambiente (dentro e fuori di
noi) necessario per riuscire a entrare in una dimensione di
interiorità, premessa di ogni rilassamento.
Vi
potrà sembrare ovvio, ma trovare uno spazio “sacro” dove potersi
dedicare completamente a noi stessi non è una cosa così semplice
nella quotidianità dove ci muoviamo ogni giorno.
Nei
gruppi di apprendimento di Training Autogeno che tengo da anni, una
delle difficoltà che i corsisti – soprattutto le donne! -
riportano più di frequente è quella di non riuscire a ritagliarsi
trenta minuti tutti per sé a casa propria, dove non essere
disturbati da telefono, rumori domestici, bambini bisognosi, mariti
sbadati...
Per
questo suggerisco di creare uno spazio personale con degli
oggetti (ne abbiamo parlato qui tanto tempo fa) che rendano concretamente esistente questo luogo di
calma.
Questo
ha due funzioni:
- permette a voi di ritrovare un posto familiare con oggetti che fanno da àncora positiva allo stato emotivo che riuscite a contattare. Inoltre, ogni volta che il vostro sguardo si poserà su quegli oggetti mentre correte da una stanza all'altra, comunque la loro energia calmante si infonderà in voi, perché una volta associati a uno stato di quiete, funzioneranno come oggetti evocatori di quella sensazione in ogni momento (trovate la spiegazione di questa tecnica qui )
- ricorderanno inoltre a coloro che vi stanno vicini che quello è il vostro luogo, per cui sarà più facile rispettarlo.Non tutti hanno la possibilità di ritagliare uno spazio apposito in una parte della casa, per questo si usano gli oggetti, perché hanno una valenza simbolica importante che permette di accedere a una dimensione interiore in qualsiasi luogo, una volta sistemati ad hoc. Ad esempio, basterà disporli intorno a voi su un tappeto e potrete immergervi nella vostra bolla di intimità.Quali oggetti? Per qualcuno basta una candela accesa, qualcun altro ha bisogno di un cuscino comodo e una coperta calda, altri ancora di una tazza di tè verde, mentre per alcuni ci vuole qualche oggetto significativo che evochi spazi di rigenerazione (conchiglie del mare, sassi di montagna, un fiore di campo...) o magari tutte queste cose insieme.Almeno all'inizio gli oggetti sono importanti, perché danno inizio a una specie di rituale preparatorio che facilita l'introspezione, mentre col tempo, quando si rafforza la capacità di raggiungere la propria interiorità in qualsiasi luogo, possono essere lasciati in secondo piano.
Come
cominciare?
Si
comincia con calma e un passo alla volta.
A
volte può essere utile ascoltare una musica rilassante, con
melodie semplici o anche riproduzioni dei suoni della natura (le onde
del mare, il vento, la pioggia o il canto degli uccellini).
Occorre
scegliere con attenzione la posizione da assumere, perché
anche la scomodità è un ottimo distrattore: se non siete a vostro
agio nella posizione del loto meglio non cimentarsi in pose da yogi e
privilegiare il comodo divano, dove comunque farete attenzione ad
avere la schiena ad angolo retto col bacino, le mani in grembo
rivolte verso l'alto e il collo in linea con la colonna (no a gambe
incrociate e vestiti che stringono e si alle piante dei piedi che
poggiano a terra).
Oppure
si può anche stare supini, sdraiati su un tappeto o sul letto –
attenzione che in questo caso sarà più facile cedere
all'addormentamento!
Prevedete
una coperta in tutti i casi se tendete ad avere freddo, perché anche
in questo caso sarebbe un ostacolo al lasciarsi andare.
I
tempi.
Scegliete
un momento in cui non avete pressioni e fretta di finire. Il momento
migliore sarebbe all'inizio della giornata, ma se siete mattinieri di
natura, va bene alzarsi prima e cominciare la giornata con il
rilassamento, mentre se la mattina diventa impraticabile, meglio
scegliere un momento pomeridiano o serale.
Quanto
tempo? Inutile volersi rilassare per mezzora se dopo 2 minuti la
mente comincia ad andare per conto suo nella giungla dei mille
pensieri.
[respira]
Quindi
si inizia legando l'attenzione e la consapevolezza al RESPIRO, per
5 minuti e progressivamente si aumenta di un minuto al giorno
(in questo caso è utilissimo avere un timer o una sveglia).
Chi
ha esperienza di running sa quanto questa educazione progressiva sia
benefica per allenarsi alla resistenza (quella mentale è ancora più
difficile da educare di quella fisica!).
Chiudete
gli occhi e cominciate a focalizzare l'attenzione sul respiro.
Si
inizia con due respiri profondi e lenti.
Osservando
e ascoltando l'aria che entra e che lentamente esce...
Il
respiro dovrebbe essere diaframmatico e profondo, di modo che tutta
la capacità polmonare sia sfruttata a pieno, (dato che noi di solito
usiamo solo la parte alta del polmone che porta nel tempo a una
respirazione corta e frammentata).
Spiegarlo
a parole è un po' difficile, ma per fare esperienza del respiro
diaframmatico dovete immaginare di avere un palloncino nell'addome
che si gonfia a ogni inspirazione e poi spontaneamente si sgonfia
senza forzare nell'espirazione.
Per
aiutarvi nella concentrazione si possono contare i respiri –
tornando a contare ogni volta che vi accorgete che i pensieri
prendono il sopravvento – oppure si può focalizzare l'attenzione
su una sensazione fisica precisa, come ad es. l'aria fresca che entra
nelle narici e quella calda che esce.
Per
qualcuno può essere invece più accessibile uno stimolo visivo, ad
es. immaginare di ispirare una nebbiolina di un colore preferito che
evoca benessere e espirare via con l'aria un colore che non piace.
Potete
associare anche una frase come questa: inspiro calma e serenità,
espiro via tensioni e preoccupazioni...
L'importante
è che riusciate a percepire la presenza nel fare una cosa
semplice come respirare: osservare ciò che accade ed essere
consapevoli di quello che c'è nel qui e ora.
Non
forzate, non giudicate, non vi innervosite se i pensieri arrivano a
ostacolarvi.
Semplicemente
tornate al respiro, contate, ripartite da principio.
Al
suono del timer riprendete contatto col corpo, siate di nuovo
consapevoli dei punti d'appoggio sul tappeto o divano o letto, qui e
ora nella stanza.
Siate
di nuovo consapevoli di suoni e rumori intorno a voi.
Muovete
le dita delle mani, stringete e aprite i pugni.
Flettete
le braccia e muovete piedi e gambe.
Infine
fate due respiri profondi e col vostro tempo tornate ad aprire gli
occhi, incontrando i vostri oggetti, simbolo del benessere
contattato.
È
tutto.
Per
il primo mese direi che può bastare.
Buona
settimana
virginia
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