lunedì 1 giugno 2015

Keep calm and... RELAX °°2°°



Allora, com'è andata in questo mese di respiri e consapevolezze?
(se vi siete persi la prima parte la trovate qui)
Se siete riusciti a educare la vostra attenzione grazie ai suggerimenti di maggio, è arrivato il momento di dedicarci al rilassamento dell'apparato muscolo-scheletrico.
Il nostro corpo ci può dare alcuni importanti segnali di stress, che opportunamente mediati possono contribuire a sentirsi meglio anche durante le attività quotidiane.

Quando siamo “stressati” tutto il nostro sistema muscolare è in uno stato di continua attivazione e tensione, perché deve essere pronto a una risposta immediata in caso di necessità.
Questa eventuale reazione biologica nasce grazie all'amigdala – parte del nostro cervello emotivo che elabora la paura – la quale invia impulsi all'ipotalamo che a sua volta attiva il sistema nervoso simpatico e fa mettere in tensione i muscoli, per scappare di fronte a un pericolo o attaccare il nemico.
Questi meccanismi arcaici, risalenti a quando eravamo in mezzo alla giungla, possono sembrare anacronistici oggi, ma in realtà, il nostro organismo reagisce ancora secondo schemi elementari, sia che ci sia un animale feroce che ci insegue o che ci sia il capoufficio che fa continue vessazioni o anche se abbiamo una preoccupazione che non ci fa dormire la notte.
Tutto il nostro corpo è teso e pronto a una risposta (attacco o fuga).
Quindi in generale la risposta di stress nasce come processo adattivo a un imprevisto, a un evento che modifica il corso delle cose.
Nei casi più gravi e cronici, quando le paure risalgono a periodi vulnerabili della nostra vita, nei quali non ci sentivamo in grado né di attaccare né di fuggire (pensiamo a un bambino maltrattato in famiglia) il sistema neurologico assume un comportamento di blocco totale: proprio come l'animale che cerca di mimetizzarsi o fare il morto di fronte a un pericolo troppo grande.
Questo blocco può rivelarsi con tensioni della postura, con rigidità del diaframma, fino ad arrivare a somatizzazioni importanti anche a carico delle funzionalità biologiche.
Questo ha ripercussioni grandissime sul corpo e sulla capacità della persona di reagire agli eventi stressanti, perché l'apprendimento precoce tenderà a riprodursi in tutte le situazioni vissute come analoghe, anche da adulto.

In questo quadro anche le psicopatologie rivelano il loro iniziale valore adattivo.
Ad es. una forma depressiva potrebbe derivare dal bisogno di essere sottomessi per aumentare la sopravvivenza in una situazione di minaccia incontrollabile;
un'ansia cronica potrebbe essere nata come controllo necessario dell'atteggiamento altrui, per capire se si tratta di un pericolo o meno;
anche la rabbia e un comportamento oppositivo possono essere spiegati come reazione difensiva a una minaccia che si è fissata e generalizzata.

Perché vi ho raccontato questa premessa?
Perché adesso vi chiederò di fare attenzione alle vostre spalle e di sentirle “pesanti”.
Sono sicura che si sono abbassate di qualche centimetro.
Questa è la “riprova” della continua attivazione cui è sottoposto il nostro corpo, anche se magari siamo sul divano a leggere...
Le nostre spalle cronicamente sollevate sono come il pelo dritto sulla schiena del gatto quando ha paura. Solo che non ce ne accorgiamo più, perché in una vita di mille cose da fare, di tempi velocissimi e relazioni imprevedibili, ci abituiamo a essere sempre “pronti” a reagire in ogni situazione.
A cosa serve questa scoperta? Ogni volta che sarete dedite a rimuginare su qualche aspetto della vostra vita che vi fa preoccupare, l'esercizio delle spalle che cedono alla gravità vi solleverà l'animo per qualche minuto: noterete che abbassandole riprenderete anche a respirare, perché le preoccupazioni ci fanno andare in apnea!

Concludo, scrivendovi l'esercizio della pesantezza, semplice ma efficace, di rilassamento frazionato, che serve a rilasciare le varie parti del corpo, per un effetto generalizzato di ciò che avete provato con le spalle.

chiudo lentamente gli occhi...
comincio ponendo l'attenzione sul respiro...
eseguo due respiri profondi e lenti...
l'aria entra...trattengo un attimo... ed esce...
l'aria entra... trattengo... ed esce...
lascio che lentamente il mio respiro torni normale...
...
immagino di inspirare la calma e la serenità...
e immagino di espirare via con l'aria tutte le tensioni e le preoccupazioni...
inspiro calma e serenità...
espiro via tensioni e preoccupazioni...
e ancora calma e serenità...
e via lontano tensioni e preoccupazioni...

Percepisco la mia testa e il suo peso in linea con la colonna
rilascio i muscoli della fronte che cedono alla gravità...
anche la mascella si allenta... (respiro)
sento le spalle pesanti e i muscoli che si rilasciano ad ogni espirazione,
sento le braccia pesanti (respiro)
respiro e sento l'addome morbido e rilassato...
sento il peso delle spalle e del busto che scarica sul bacino (respiro)
sono consapevole del peso del bacino... i muscoli dei glutei che si rilassano
e ad ogni espirazione sento tutta la parte superiore del corpo sempre più pesante e rilassata... (respiro)
Porto l'attenzione alle gambe... i muscoli delle cosce che si abbandonano alla gravità e si fanno pesanti... (respiro)
tutte le mie gambe sono pesanti e immagino di scaricare a terra attraverso i piedi ogni residua tensione... (respiro)

respiro e sento che adesso tutto il mio corpo è completamente e profondamente calmo e rilassato...
tutto il mio corpo è completamente e profondamente calmo e rilassato...
tutto il mio corpo è completamente e profondamente calmo e rilassato...

[ripresa] e quando mi sento pronto, sempre con gli occhi chiusi,
comincio a riprendere contatto con la stanza...
il contatto del corpo con i punti d'appoggio...
muovo leggermente le dita... stringo e apro le mani... fletto le braccia
muovo un po' i piedi... fletto le gambe...
faccio due respiri profondi... apro gli occhi


Come usarlo: potete imparare il testo – non è necessario sapere a memoria le parole esatte, ma ricordarsi la successione di consapevolezza corporea abbinata alla pesantezza – e ripetervelo mentalmente nel momento del relax, a occhi chiusi, dopo qualche minuto dedicato alla respirazione. (Per i più tecnologici, potete registrare la vostra voce e poi ascoltarvi – anche se dopo diverse ripetizioni l'avrete già imparato e sarete autonomi).

Dove: nel vostro spazio di relax, in una posizione comoda seduta (non quella del loto, a meno che non siate esperti) oppure direttamente a letto, supini, per una pausa rigenerante oppure per facilitare il sonno.

Quanto: la “posologia” migliore sarebbe almeno una volta al giorno in fase di apprendimento (il vostro corpo si allena come in palestra, anche nel rilassamento, quindi tanto più siete costanti quanto più sentirete gli effetti benefici).

Quando: dipende da voi. Vale quanto detto il mese scorso, in base alle vostre preferenze e necessità. Se lo volete usare per dormire, basterà saltare l'ultima parte della [ripresa] di contatto con il corpo, ma forse non ci arriverete nemmeno perché di solito ci si addormenta prima!

Non mi resta che augurarvi una buona settimana e buon relax!
virginia

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