Il
titolo questa volta è volutamente provocatorio.
Premessa
a questo post è che in tutto questo gran discutere, io sto dalla
parte dei bambini.
Che
spesso mi sembra che tutti se ne dimentichino, persi nel desiderio di
affermare chi ha ragione e chi no, chi fa la cosa giusta e come, chi
può decidere o meno cosa insegnare.
Perché
tutto ciò di cui si sente parlare (e come se ne sente parlare) sono
cose da grandi, viste con gli occhi dei grandi, interpretate e
filtrate da un'esperienza di vita – più o meno consapevole, ma pur
sempre vissuta.
Mentre
io a volte provo a immaginare di osservare e ascoltare con gli occhi
e le orecchie dei piccoli, smarriti di fronte a qualcosa di
accessibile – in immagini o discussioni – ma sconosciuto e spesso
poco o per niente elaborato per loro e con loro.
Ci
sono i genitori del “io
gli insegno che siamo tutti uguali ma di quelle cose lì non ne
voglio parlare”
quelli del “sono
gente sbagliata che rovina il mondo, non ne voglio sapere
nulla
(se va bene, ndr)” o “stai
attento che quelli sono il diavolo”
(nei casi peggiori, ndr) e infine ci sono anche quelli del “vorrei
parlargliene ma non so come”.
Ecco,
io oggi scrivo per questi ultimi – e forse anche per i primi –
mentre se appartenete alla categoria di mezzo potete anche
interrompere qui la lettura.
Chi
mi segue sa cosa penso dei diritti LGBT, (gli altri possono scoprirlo
qui, qui e qui) per cui è chiaro che mi prema aiutare i più piccoli
a entrare con i passi adeguati in un terreno che prima ancora che
sessuale deve essere relazionale e affettivo.
Le
tanto “scandalose” linee guida dell'OMS – qui una lettura
intelligente – non spingono a dare informazioni e messaggi
inopportuni ai bambini, bensì sono inserite in un più ampio
progetto di comunicazione per il rispetto dell'altro, della diversità
e delle pari opportunità.
Che
ai genitori piaccia o no, i figli accedono al loro corpo e al piacere
dalla più tenera età e poi si cominciano a interrogare – sempre
più precocemente ormai – sulle relazioni affettive, sulla
sessualità, a partire dalle differenze anatomiche fino a come
nascono i bambini.
È
normale dunque, che in una società dove la genitorialità –
riconosciuta civilmente o meno – può essere vissuta anche da
coppie dello stesso sesso, un bambino possa avere come compagno di
banco un amichetto con due mamme o due papà.
E
in quel caso, (forse il genitore della categoria di mezzo di cui
sopra gli farà cambiare scuola), ma gli altri, dovranno avere parole
adeguate per rispondere alle meravigliose domande che nasceranno
spontanee dalla curiosità del loro pargoletto.
In
generale, ci si può attenere a tre semplici regole:
1)
Usare contenuti adeguati all'età e rimandando a ciò che il bambino
conosce.
2)
Legati all'aspetto affettivo e rispettosi delle scelte altrui.
3)
Limitati a ciò che il bambino chiede – non importa dare dettagli o
informazioni approfondite se non ci sono domande specifiche, a meno
che non lo riteniate necessario cogliendo l'occasione per spiegare
concetti più generali.
Come
altre volte, ho creato una storia, che spero possa esservi di
ispirazione.
Anna,
5 anni.
-
Mamma lo sai che Silvia ha due papà?
-
Davvero tesoro, e chi te lo ha detto?
-
Lei lo ha detto a tutti, perché la maestra ci ha fatto fare il
disegno della rosa per la festa della mamma e Silvia ha detto, io non
ce l'ho la mamma, ho due papà.
-
… ah, è proprio una cosa interessante...
-
Si. come fa a non avere la mamma se tu mi hai detto che tutti i
bambini escono dalla pancia della mamma?
-
Hai ragione. Sicuramente Silvia è uscita dalla pancia di una donna,
ma poi quella signora forse non ha potuto farle da mamma ed è stata
adottata. Come Thomas, sai quel bambino che viene dall'Africa e
troviamo al parco con i suoi genitori che hanno la pelle bianca?
-
… si, come Thomas che voleva una famiglia perché non ce l'aveva.
(riflette)
si ma Thomas ha una mamma e un papà che sono bianchi e lui è nero,
ma sono un maschio e una femmina. Perché Silvia ha due maschi?
-
Ah, ecco oggi allora impariamo una cosa nuova.
Ci
sono tanti modi per volersi bene.
Ci
sono famiglie come la nostra dove ci sono la mamma e il papà e i
bambini.
Ci
sono famiglie dove ci sono due papà e i bambini oppure due mamme e i
bambini.
La
cosa importante è volersi bene.
-
E se un bambino ha due mamme come fanno ad avere i semini del papà
per nascere?
-
Ci sarà un signore che gli dà il suo semino e a una mamma gli
cresce la pancia.
-
Mamma, ma anche i papà di Silvia si danno i baci come te e il papà?
(con la faccia perplessa...)
-
Si, anche loro, perché si vogliono molto bene.
(faccia
ancora più perplessa) Ma è strano! I maschi non si danno i baci!
-
A volte si. Ci sono delle persone che a un certo punto gli batte
forte il cuore e sono innamorati di un altro maschio o di un'altra
femmina e sono felici.
E
Silvia è stata una bambina fortunata perché vogliono molto bene
anche a lei.
-
E sai mamma che Silvia ha fatto il lavoretto per il suo papà Gianni
perché a lui gli piacciono le rose, proprio come a te!
-
Ah, che bello! mi sta già simpatico questo papà!
-
Anche a me. Domani invitiamo Silvia a giocare?
Oltre
a tutte le teorie, ricordiamo sempre che il modo migliore per educare
è dare
l'
esempio.
Buona
settimana
virginia
Nessun commento:
Posta un commento