Continuamente leggiamo su giornali e riviste che la posizione della donna italiana sul mercato del lavoro è nettamente diversa come qualità (inferiore!) e quantità (superiore!) al resto dell'Europa.
Capita molto spesso che le donne debbano scegliere fra lavoro e famiglia o magari si adeguino a lavori che permettano di poter gestire al meglio tutto ciò che preme loro, lasciando da parte progetti e desideri... alcune rinunciano, altre si arrendono, altre ancora continuano a credere e raggiungono i loro obiettivi. Qual è la differenza fra loro?
Ritengo che i limiti che incontriamo non derivino e non siano dovuti soltanto all’ambiente esterno, ma soprattutto dalle nostre convinzioni inconsce.
Io penso che i limiti che di cui noi donne siamo portatrici possano essere mentali culturali e sessuali.
Mentali in quanto legate alla convinzione che noi dobbiamo faticare di più per aver meno di un uomo nell’ambito lavorativo
Culturali perché tradizionalmente e geneticamente vediamo la donna che lavora fuori casa come donna che abbandona i figli e la famiglia ed insegue il proprio ego
Sessuali perché per secoli ci è stato insegnato che con il nostro corpo potevamo ottenere favori.
Sono tutte convinzioni di cui è difficile liberarci perché derivano da più livelli, ossia dal nostro DNA familiare, dalla tradizione italiana e dall’inconscio collettivo.
Sotto tutto questo peso ci siamo noi…
Ma solo Noi possiamo liberarcene e far capire chi siamo!
Il cambiamento prima è interno e poi …l’esterno si adegua.
Evi
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