Colgo l'occasione di questo post per parlare dell'autostima – un' ulteriore caratteristica della persona resiliente (se hai perso i post precedenti al riguardo li trovi qui) – e allo stesso tempo riprendere il filo della narrazione delle nutrienti favole del libro “Donne che corrono coi lupi” (vedi i post a partire da qui e la storia originale qui).
Come già vi avevo accennato mesi fa, in “Autostima e dintorni...” (quando questo blog era appena nato!) parlare di questo argomento mi faceva pensare alla favola del Brutto Anatroccolo, ed ecco che oggi, dopo mille intrecci di parole e argomenti raccontati, questa storia torna a blandire le nostre anime, desiderosa di ricordarci “di non perder tempo rimuginando su quanto non ci hanno dato (o riconosciuto – nda) e di dedicarne di più alla ricerca delle persone a cui apparteniamo” (P. Estes, pag. 168)
Nella rielaborazione della storia, scopriamo che in realtà il piccolo anatroccolo non è brutto, ma semplicemente diverso dagli altri.
Ogni bambina che si è sentita diversa, non accettata perché portatrice di desideri e comportamenti lontani da quelli della famiglia di origine, ha vissuto la stessa ferita dell'anatroccolo. Le è stato detto che era necessario conformarsi alla cultura, alla realtà, alle regole di quel ristretto mondo dove “si fa così perché lo si è sempre fatto”, dove occorre uniformarsi per essere accettati, piegarsi per non essere rifiutati, rinnegare se stessi per cercare di essere amati...
Come può nascere la stima di sé in questa situazione?
Ogni bambino nasce con un suo temperamento, caratteristiche proprie uniche e irripetibili, che ne fanno un essere raggiante e speciale. Anche l'anatroccolo era tale, ma giorno dopo giorno è stato obbligato a venir meno al suo essere perché tutto intorno gli rimandava un'immagine di inadeguatezza, diversità e giudizio.
Non sono necessari gravi deprivazioni o traumi per far venir meno l'autostima: a volte basta uno sguardo di riprovazione, una parola di biasimo, un non detto quando era necessario esser difesi e protetti...
Ecco perché è così importante riconoscere tutti i nostri diversi aspetti, da quelli che ci piacciono di più a quelli che non ci piacciono proprio, perché noi siamo il risultato degli uni e degli altri.
Ogniqualvolta ci giudichiamo, ci condanniamo, ci diciamo che non siamo adeguate o non abbiamo fatto abbastanza, fermiamoci.
Un minuto. Un respiro.
Domandiamoci chi è che davvero ci sta giudicando, condannando e boicottando? Siamo davvero noi, o è una parte infantile, ancora legata all'approvazione di qualche persona del passato?
Occorre essere consapevoli di tutto ciò, perché solo in questo modo sarete libere di andare in giro per il mondo a testa alta, di spiccare il volo e poter godere a pieno della vicinanza delle persone che vi amano per quello che siete, e non per quello che vorrebbero che voi foste.
Che queste parole siano di conforto all'anatroccolo che custodite in voi e da sprone al meraviglioso cigno che siete.
virginia
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