Un sabato pomeriggio a casa,
divisa fra il riposo e le faccende domestiche.
Stavo stirando e c'era la tv
accesa, con le repliche delle Invasioni Barbariche.
Daria Bignardi intervista
Tiziano Ferro (lo trovi qui), parlando d'amore (e tra le righe, di outing) e del suo
“ex-ragazzo” del quale sembra ancora molto innamorato. Tiziano
dice che adesso non vuole più nascondersi, che vuole vivere in
Italia e che finalmente è libero di essere se stesso, potendo
scherzare su doppi sensi che fanno palesemente pensare al suo
orientamento sessuale.
Poco dopo ammette che è
stato molto male per la maggior parte dei suoi trentatré anni,
perché ha avuto sempre un conflitto enorme fra quello che provava e
quello che si imponeva nella realtà quotidiana.
Mi sono scoperto come mi
volevo scoprire, persona monogama, e per me è quello che mi preme
spiegare alle persone che non sanno cosa vuol dire questa strana e
contorta parola che spesso ci spiegano come scelta sessuale e in
realtà è una dimensione sentimentale. L'omosessualità è sempre
amore. Amore vero.
È
molto triste che le persone si debbano nascondere o scappare per
poter amare, che si debba avere paura di non essere più accettati,
dai genitori, dagli amici o dalla società, perché non si
corrisponde all'immagine che loro si erano fatti o non ci si uniforma
agli stereotipi più diffusi. Fortunati coloro che possono accorgersi
a
posteriori
– come
dice Daria dando adito a doppi sensi dove Tiziano ride – di
essersi sbagliati e aver sofferto eccessivamente, perché significa
che hanno avuto di fronte persone intelligenti che una volta saputo,
hanno accolto la persona, indipendentemente dalla scelta sessuale.
Per
contro però ci sono tanti che lottano una vita contro quella parte
di sé che loro stessi ghettizzano e condannano, non riuscendo mai a
poter essere liberi di essere se stessi, senza poter amare chi
vogliono alla luce del sole.
L'amore è l'esperienza
umana più bella e intensa, comunque essa avvenga. Ogni esperienza
d'amore è l'essenza della gioia e non dovrebbe subire limitazioni
imposte da convenzioni o pregiudizi.
Si
tratta dell'incontrarsi di due anime, come ben descritto nel romanzo
“Parlami
d'amore”
(C. Vangelista, S. Muccino – 2006)
[…] torno al mio posto
numerato, accanto alla signora anziana che ha cercato di attaccare
discorso appena siamo partiti e che ora mi saluta felice come se
fossi una figlia prodiga che torna da lei. […] Mi volto verso il
finestrino e chiudo gli occhi per scoraggiare qualunque tentativo di
conversazione. […] Improvvisamente l'idea della conversazione con
la mia vicina di viaggio non mi sembra così sgradevole. Apro gli
occhi, mi giro verso di lei. “stava facendo un brutto sogno vero?”
mi dice lei sorridendo. Ha gli occhi nocciola circondati da rughe
grinzose. Le rughe di una persona che ha sorriso molto.
“stavo
prevedendo il futuro” “oh, che brutta abitudine” ride lei
scuotendo la testa. “quando avrà la mia età si renderà conto che
è fatica sprecata. Nasciamo senza sapere quando e perché, moriamo
senza sapere quando e perché e nonostante questo ci sforziamo tutta
la vita di controllare gli eventi. Addirittura di prevederli” fa
una risata bonariamente divertita.
“va
a trovare i suoi nipoti?”
“No,
vado a sposarmi” mi guarda maliziosa ma i suoi occhi sono allegri e
senza la minima ombra di sfida.
“che
meraviglia” commento io ammirata.
“che
pazzia, dicono tutti i miei figli e nipoti. Ho settantasette anni fra
tre giorni. Gualtiero ne ha ottanta. Ci conosciamo da tre mesi.
Vedovo lui, divorziata io” ride ancora “sono stata una delle
prime” dichiara soddisfatta “mio marito era un cretino”
Rovista nella borsa. […]
tira fuori una fotografia e me la porge. So già che non ritrae uno
dei suoi nipoti. “ecco il mio ragazzo” dice con voce morbida e i
suoi occhi nocciola si fanno immediatamente seri e teneri. […]
“è
un bellissimo uomo” commento con voce sincera restituendole la
fotografia.
“è
il mio uomo” dice lei con semplicità, stabilendo un fait
accompli.
“Lo è sempre stato. Mi rendo conto che la vita mi ha fatto un
regalo meraviglioso. Anche se me lo ha fatto aspettare per un secolo”
sorride riponendo con amore la foto nella borsa. “Ma non ha molta
importanza, vero? L'importante è che i regali arrivino. Anche se il
più delle volte accade quando meno ce lo aspettiamo. Quando ho
conosciuto Gualtiero ho pensato che finalmente ero
tornata
a casa. Anche
se fino a quel momento non avevo mai saputo dove fosse la mia casa.
Accade così, sa? Nella tua vita arriva una persona e tu senti che è
l'altra parte di te, quella che ti mancava. Potrebbe essere giovane,
vecchio, potrebbe essere una persona del tuo stesso sesso o di
cinquanta colori diversi. È la tua casa. E tu improvvisamente ti
senti completa. Intera.” ride a bassa voce, come per alleggerire la
serietà delle sue parole. “Per fortuna hanno messo l'anima di
Gualtiero nel corpo di un uomo. Ma se quell'anima fosse stata
racchiusa in un gabbiano, o in un orso, o in una donna, me ne sarei
innamorata lo stesso.” (pagg. 278-281)
Per finire, prendo a
prestito uno stralcio di una stupenda poesia di Rainer Maria Rilke:
[...] Questo progresso
trasformerà l'esperienza dell'amore, che ora è piena d'errore, la
muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a
essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano
amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo,
all'amore che in questo consiste, che due solitudini si custodiscano,
delimitino e salutino a vicenda.
Dedico questo post a tutti
coloro che vogliono semplicemente essere se stessi, amare ed essere
amati, senza limiti o confini.
Buona settimana
virginia
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