lunedì 9 dicembre 2013

Invictus



Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto le randellate della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino;
Io sono il capitano della mia anima.
                                              (W. E. Henley, 1888)

Care amiche,
Questa poesia di Henley inspirò Mandela nei lunghi anni trascorsi in carcere.
All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra.
Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere.
Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni.
La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.

Mandela, Henley due lottatori, come mio padre durante la sua malattia...
Ma cosa fa la differenza , da cosa scatta la resilienza che tanto piace a Virginia?
Cosa rende un uomo Invictus, ossia mai battuto?
La risposta è nell'accettazione e nel ringraziamento comunque, a prescindere.

Per non avere paura in primis devo accettare profondamente gli eventi.
Vedere ciò che è senza veli, senza scuse e respirare profondamente e dire dentro di noi ok vi vedo.
Questo è.
L' accettazione e la consapevolezza dell'evento fa sì che io mi senta più al sicuro.
Sì perché prima vedo, mi rendo conto dell'evento prima attuo le strategie per combatterlo.
E non è semplice, credetemi perchè l'ho provato.
Dire sì comunque a quello che è senza autoinganni, senza cadere nel rifiuto, nelle fantasie .
Noi non vediamo a volte, molte volte perché è troppo, ma ci dimentichiamo che la verità rende liberi.
Posso raccontarmela in qualunque momento della vita e attuare mille strategie per costruire la mia vita intorno agli inganni, ma dentro di me la verità la conosco e alla fine diverrò vittima degli inganni che io stessa mi sono costruita.
Quando per me è troppo qualcosa, semplicemente prendo atto che al momento è troppo, mi allontano , ma quel qualcosa lo vedo comunque e ne prendo consapevolezza.
Io infatti non ho alcun potere sugli eventi esterni, che posso essere belli o brutti, sugli altri che possono essere buoni o cattivi, sul destino, sulla morte, sulla malattia, l'unico potere che posso esercitare è su di me, sulla mia anima.
Dalla visione prima di ciò che è e poi dalla consapevolezza o se volete dal vedere la realtà nuda e cruda senza veli e scusanti, scatta la resilienza, perché solo io sono il padrone della mia anima, ossia dipende da me cosa fare di quell'evento, come comportarmi con quella persona, lottare o no contro una malattia,ma finché non li vedo, non li accetto sarò cieco e soccomberò.
Solo se accetto e vedo ho scelta e quindi sono Invictus.
E quindi in primis

Benvenuto a me così come sono
Perché mi devo accettare con i miei limiti e punti di forza
Benvenuta ad ogni persona che incontrerò oggi
Perché la vedrò così come è e non come io vorrei che fosse e quindi imparerò qualcosa di me
Benvenuta a ogni sfida che oggi mi si presenterà
Perché ogni evento va affrontato e visto e prenderò consapevolezza di qualcosa grazie a quell'evento.

Partiamo da qui senza paura con il ringraziamento , ossia dando il benvenuto a ciò che è e saremo i padroni del nostro destino.

Con un respiro magari e facendo attenzione alle reazioni del corpo.

Con amore
Evi


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