Quando
una donna si guarda allo specchio
racconta
sempre qualche verità a se stessa
(P. Almodovar)
Nelle ultime settimane la
stampa ci ha dato alcune notizie su un certo cambiamento di tendenza
dell'immaginario estetico: o forse sarebbe meglio dire, ci ha dato la
ratifica ufficiale che la realtà dei corpi femminili è ben diversa
da quella che si prospetta da decenni nella pubblicità e nella moda
(vedi il nuovo calendario Pirelli)
Ma lavorando da anni con le
donne, non mi sento di attribuire tutta la colpa ai falsi modelli
imposti dai media.
Non è solo questione di
magrezza e bellezza.
Ci sono donne magre e belle
che si percepiscono brutte – e non parlo né di disturbi alimentari
né di dismorfofobia – sono donne che incontro in giro, amiche,
conoscenti, anche pazienti, sì, ma che vengono da me per tutt'altri
problematiche.
Non si piacciono, non si
sono mai piaciute, anche se hanno o hanno avuto compagni, mariti,
fidanzati o pure solo estranei che le hanno amate, adulate,
vezzeggiate.
Il proliferare in età
sempre più precoce della chirurgia estetica, ci rende testimonianza
del fenomeno che in alcune aree geografiche raggiunge picchi
allarmanti.
Soprattutto perché si
tratta solo di un primo passo.
Spesso diventa la sola
modalità per riuscire a percepirsi.
Ad un certo punto non se ne
ha mai abbastanza.
I motivi per cui ci si sente
brutte e inadeguate non hanno a che fare con la mera estetica.
Si tratta di un insieme di
fattori che includono le esperienze precoci con i genitori, quelle
adolescenziali, la capacità critica (in eccesso o difetto), il senso
di autoefficacia, la creatività, l'empatia... aspetti che vanno a
creare la propria auto-immagine, ovvero quell'immagine che ognuno ha
di se stesso, a prescindere dai dati oggettivi, che non è solo
individuale ma relazionale, perché entra in gioco ogni volta che
entriamo in contatto con gli altri.
Il lavoro sul concetto di
autostima è complesso e ricco di sfumature, necessita di tempo e
consapevolezza, ma oggi vi voglio semplicemente suggerire una
applicazione del principio secondo cui le emozioni e le azioni
seguono le immagini corrispondenti (ne abbiamo parlato qui).
Vi riporto una piccola
meditazione che ho trovato qualche anno fa in un libretto carino e
adatto a tutte:
Meditazione del
mi-piaccio
(da fare la sera prima di
dormire per un mesetto circa)
Respiro e sento l'aria che
entra ed esce...
Rilasso il corpo immaginando
di sprofondare nel letto... tutto il corpo è pesante e rilassato...
Poi mi immagino riflessa in
uno specchio a figura intera, può essere quello che uso di solito
oppure la cornice che sento perfetta per me.
Mi osservo scorrendo lo
sguardo dall'alto al basso.
Mi concentro sui miei pregi
e sulle qualità che posseggo.
Le elenco e lentamente le
enumero osservandomi.
Inserisco tutto ciò che
trovo gradevole, e se secondo me non c'è nulla di gradevole, provo a
porre attenzione a ciò che gli altri rilevano di piacevole o bello
in me.
Mi sento orgogliosa delle
mie qualità.
Anche se la mente fa i
capricci e magari si sofferma solo su qualche difetto, non mi perdo
d'animo e cerco di ricordare che nonostante tutti i limiti che io
possa notare, questo è il mio corpo e senza di lui non potrei
muovermi, realizzare azioni e progetti, relazionarmi con le
persone... non potrei vivere.
Almeno per questo lo amo.
Dedico qualche istante a
ripetere mentalmente “io mi piaccio” anche se sento da qualche
parte un'antipatica vocina che protesta.
Posso risponderle che
nessuno è perfetto, che ho tutte le mie qualità (se voglio le
enumero ancora, come rinforzo).
Io mi piaccio.
Liberamente tratto da
“Meditazioni per donne
sempre di corsa”
di Anna Talò (Corbaccio
2011)
Se vi va di continuare a
sperimentare, provate anche questa visualizzazione di un po' di tempo
fa...
buona settimana
virginia
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