lunedì 28 luglio 2014

Cosa vedi nello specchio?



Quando una donna si guarda allo specchio
racconta sempre qualche verità a se stessa
(P. Almodovar)

Nelle ultime settimane la stampa ci ha dato alcune notizie su un certo cambiamento di tendenza dell'immaginario estetico: o forse sarebbe meglio dire, ci ha dato la ratifica ufficiale che la realtà dei corpi femminili è ben diversa da quella che si prospetta da decenni nella pubblicità e nella moda (vedi il nuovo calendario Pirelli)
Ma lavorando da anni con le donne, non mi sento di attribuire tutta la colpa ai falsi modelli imposti dai media.
Non è solo questione di magrezza e bellezza.
Ci sono donne magre e belle che si percepiscono brutte – e non parlo né di disturbi alimentari né di dismorfofobia – sono donne che incontro in giro, amiche, conoscenti, anche pazienti, sì, ma che vengono da me per tutt'altri problematiche.
Non si piacciono, non si sono mai piaciute, anche se hanno o hanno avuto compagni, mariti, fidanzati o pure solo estranei che le hanno amate, adulate, vezzeggiate.
Il proliferare in età sempre più precoce della chirurgia estetica, ci rende testimonianza del fenomeno che in alcune aree geografiche raggiunge picchi allarmanti.
Soprattutto perché si tratta solo di un primo passo.
Spesso diventa la sola modalità per riuscire a percepirsi.
Ad un certo punto non se ne ha mai abbastanza.
I motivi per cui ci si sente brutte e inadeguate non hanno a che fare con la mera estetica.
Si tratta di un insieme di fattori che includono le esperienze precoci con i genitori, quelle adolescenziali, la capacità critica (in eccesso o difetto), il senso di autoefficacia, la creatività, l'empatia... aspetti che vanno a creare la propria auto-immagine, ovvero quell'immagine che ognuno ha di se stesso, a prescindere dai dati oggettivi, che non è solo individuale ma relazionale, perché entra in gioco ogni volta che entriamo in contatto con gli altri.

Il lavoro sul concetto di autostima è complesso e ricco di sfumature, necessita di tempo e consapevolezza, ma oggi vi voglio semplicemente suggerire una applicazione del principio secondo cui le emozioni e le azioni seguono le immagini corrispondenti (ne abbiamo parlato qui).
Vi riporto una piccola meditazione che ho trovato qualche anno fa in un libretto carino e adatto a tutte:

Meditazione del mi-piaccio
(da fare la sera prima di dormire per un mesetto circa)

Respiro e sento l'aria che entra ed esce...
Rilasso il corpo immaginando di sprofondare nel letto... tutto il corpo è pesante e rilassato...
Poi mi immagino riflessa in uno specchio a figura intera, può essere quello che uso di solito oppure la cornice che sento perfetta per me.
Mi osservo scorrendo lo sguardo dall'alto al basso.
Mi concentro sui miei pregi e sulle qualità che posseggo.
Le elenco e lentamente le enumero osservandomi.
Inserisco tutto ciò che trovo gradevole, e se secondo me non c'è nulla di gradevole, provo a porre attenzione a ciò che gli altri rilevano di piacevole o bello in me.
Mi sento orgogliosa delle mie qualità.
Anche se la mente fa i capricci e magari si sofferma solo su qualche difetto, non mi perdo d'animo e cerco di ricordare che nonostante tutti i limiti che io possa notare, questo è il mio corpo e senza di lui non potrei muovermi, realizzare azioni e progetti, relazionarmi con le persone... non potrei vivere.
Almeno per questo lo amo.
Dedico qualche istante a ripetere mentalmente “io mi piaccio” anche se sento da qualche parte un'antipatica vocina che protesta.
Posso risponderle che nessuno è perfetto, che ho tutte le mie qualità (se voglio le enumero ancora, come rinforzo).
Io mi piaccio.

Liberamente tratto da
Meditazioni per donne sempre di corsa”
di Anna Talò (Corbaccio 2011)


Se vi va di continuare a sperimentare, provate anche questa visualizzazione di un po' di tempo fa... 

buona settimana
virginia 

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