Voglio
iniziare l'anno con un post del lunedì che è un articolo, ma allo stesso tempo un invito.
La
settimana prossima, lunedi 19 gennaio - alle 20,30 a Valdagno (VI) –
ci sarà la serata di presentazione di un importante progetto cui
abbiamo dato il nome di “Donna Nuova: lo spazio per le donne”.
Si
tratta di uno Sportello Antiviolenza di informazione e sostegno
gratuito (psicologico e legale) per tutte coloro che si trovano a vivere un disagio legato a
tutte le forme di violenza nelle relazioni – fisica, psicologica,
economica.
Durante
la serata terrò una piccola conferenza sulle "Fasi
di vita della donna, tra sfide, risorse e opportunità".
Nello
scrivere il libretto su questo argomento – che sarà venduto
durante la serata e il cui ricavato andrà interamente a finanziare
lo Sportello – mi è venuto in mente di accostare le fasi di
sviluppo psico-biologico femminili (pubertà, maternità e menopausa)
al susseguirsi delle stagioni.
Noi
donne siamo già per natura legate ai ritmi circadiani della natura –
pensiamo alla cadenza del mestruo e anche all'influenza della luna
sui nostri stati d'animo – ma è possibile muovere alcune
riflessioni associando alcune tappe della nostra vita alle stagioni.
Senza
anticipare il contenuto della serata e del libro, voglio parlarvi
oggi di un argomento che non tratteremo lunedì, ovvero della
paradossale necessità di avere dei periodi di brutta stagione, per
potersi risvegliare a nuove primavere.
Quando
qualcuno si rivolge a un professionista come me, è in un momento di
profonda crisi interiore, di dolore e sopraffazione, tristezza o
preoccupazione.
Quando
si soffre siamo in un lutto che coinvolge molte aree della propria
vita, a volte tutta la propria esistenza, avvolgendola in una nuvola
nera che non lascia speranza.
In
questo momento il ruolo dello psicologo non è di aiutare la persona
a cambiare prospettiva o “pensare positivo”: c'è un momento per
rendere onore alla sofferenza, uno per cominciare a poter osservare
quello che è successo e un momento per ripartire, consapevoli e di
nuovo capaci di rischiare.
Ma
all'inizio si può e si deve accogliere il dolore, entrare dentro
l'esperienza e non cercare di scappare o anestetizzarsi con diversivi
– nemmeno quelli pseudo-psicologici – che allontanano più che
avvicinarci a noi stessi.
Solo
attraversando i vissuti dolorosi se ne può uscire.
I
miti e i capolavori letterari ce ne danno una testimonianza senza
tempo: Dante che attraversa l'inferno per raggiungere il paradiso,
Psiche che scende nell'Ade per ricongiungersi al suo Amore, Persefone
che passa mesi negli inferi per poi tornare in superficie dalla madre
Demetra...
Questa
discesa è anche un processo di conoscenza di sé, che permette di
sviluppare la lucidità necessaria per il passo successivo, ovvero
ri-acquisire la possibilità di scegliere.
Anche
quando abbiamo la sensazione che sia ormai tutto perduto, può sempre
verificarsi qualcosa che rovescia completamente la situazione.
Comprendiamo quindi quanto sia importante non lasciarsi sopraffare
dalle circostanze e lottare per noi stessi.
In
particolare, la capacità decisionale sembra essere uno degli
elementi di cui gli altri cercano di privarci. Le persone che,
soprattutto se di sesso femminile, pensano e sanno prendere le
proprie decisioni, fanno sempre paura perché, potenzialmente sono
capaci di grandi rivoluzioni e cambiamenti.
Ma
per essere artefici di importanti trasformazioni, dobbiamo prima
riuscire a risvegliarci.
(A.
Carotenuto – L'anima delle donne, 2001)
Il
risveglio a nuove primavere, non può fare a meno di passare
attraverso l'inverno e con
il progetto Donna Nuova speriamo di veder rinascere sempre più
donne.
Buona
settimana
virginia