Nostalgia by SusyTheButcher
Nostalgia è una parola che deriva dalla fusione di due termini greci (nostos + algos) traducibile con il concetto di “ritorno del dolore”.
È un sentimento complesso e invadente, infiltrante e sotterraneo, che colpisce molto spesso noi donne, più legate al passato e a ciò che è stato, quando invece dovremmo guardare con coraggio e fiducia verso il futuro che ci attende, lasciandoci alle spalle certe zavorre che impediscono di progredire.
La nostalgia può essere provata in molte situazioni di vita, soprattutto nei momenti di passaggio, quando tutte le nostre energie devono essere canalizzate nella trasformazione che sblocca momenti stagnanti o dolorosi.
Il dott. Bach, scelse come rimedio per la nostalgia il fiore del Caprifoglio – HONEYSUCKLE – che nella sua etimologia inglese rende molto bene l'idea di questo struggimento mieloso, il bisogno orale di ricevere un dolce nutrimento dal crogiolarsi nel ricordo.
Egli infatti lo descriveva come indicato “per coloro che vivono molto nel passato e non si aspettano di trovare una felicità simile a quella già vissuta”. La signatura di questo fiore è ulteriormente incisiva: durante la crescita i fiori stessi cambiano colore ma restano in parte della stessa sfumatura di quello vecchio.
È tipico di uno stato Honeysuckle negativo l'essere nel presente col corpo ma restare nel passato con la mente e le emozioni, così da vivere una scissione interiore che provoca un blocco evolutivo. Inoltre, avviene spesso nella persona nostalgica una sorta di idealizzazione delle situazioni precedenti, che non sempre corrispondono alla realtà (ad es. di una relazione finita si tenderà a ricordarsi solo i momenti belli, anche se sporadici, a scapito di tutto il resto!).
I limiti e le ombre delle esperienze trascorse non vengono presi in considerazione, per cui non possono essere neppure elaborati e metabolizzati (è questo processo che ci permetterebbe di fare nuovi progetti e investire nuove energie).
Quando è opportuno prendere Honeysuckle?
- quando vi ritrovate spesso a parlare di ciò che è stato, identificandovi con quella voi che non c'è più (perché aveva un senso solo in quel contesto, ma non volete accettarlo).
- Dopo la fine di un rapporto, quando, nonostante abbiate lavorato sul lutto della separazione, i ricordi vi costringono ancora a fare i conti con quel che non c'è più. Può anche essere il caso che siate voi che volontariamente passate le giornate col naso per aria a crogiolarvi nei rimpianti, nel film interiore dei momenti trascorsi ecc... (nel caso dei rimorsi invece è più opportuno “Pine”)
- dopo ogni cambiamento: un lavoro, un trasloco, un trasferimento in altro paese...
- nei bambini, quando fanno fatica ad adattarsi a nuove situazioni (svezzamento, scuola, nuovi amici)
Una volta assunto il rimedio, l'energia torna a circolare fluida dal passato al futuro, si apprende la lezione data dell'esperienza con i suoi insegnamenti, ci si lascia guidare dalla vita con tutta la sua bellezza e le sue sorprese, guardando con fiducia davanti a sé.
virginia
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