giovedì 10 novembre 2011

il danno da morte



Come avvocato purtroppo mi capita spesso di chiedere la liquidazione del danno da morte per i prossimi congiunti di una vittima di un reato , di solito colposo –leggi incidente stradale- ma anche doloso- ho avuto un  caso di omicidio familiare.

Dal punto di vista legale il danno da morte si inquadra nei danni cosiddetti riflessi .
I danni riflessi” vengono definiti come quei danni patiti da persone, diverse dalla vittima dell’illecito, ma legate a questo da particolari rapporti familiari, affettivi o anche economici.
La particolarità di tali figure di danno si ravvisa nel non esaurirsi nella sfera patrimoniale del soggetto leso, bensì nel manifestarsi prevalentemente nella sfera intima e personale dello stesso. Tali fattispecie, pertanto, danno così luogo a notevoli problemi di definizione, classificazione e di applicabilità in concreto. Infatti, è in primo luogo è necessario valutare se ed in quali termini siano configurabili ipotesi risarcitorie relative al danno indiretto appartenenti alla categoria dei c.d. “danni riflessi” che non si esauriscano nell’ambito patrimoniale. Inoltre, è necessario predeterminare in che misura e con riguardo a quali figure sia possibile un cumulo tra pretese risarcitorie iure proprio e iure successionis
La liquidazione  deve tener conto del legame familiare tra la vittima primaria e le vittime secondarie e di tutte le circostanze del caso concreto (tipizzabili in particolare nella sopravvivenza o meno di altri congiunti, nella convivenza o meno di questi ultimi, nella qualità ed intensità della relazione affettiva familiare residua, nella qualità ed intensità della relazione affettiva che caratterizzava il rapporto parentale con la persona perduta).
Quindi c’è un indicazione di massima un’ampia forbice, che sembra idonea, da un lato, a consentire al giudice una maggiore elasticità, dall’altro a non comprimere in non auspicabili automatismi il dovere della motivazione.

La proposta liquidatoria è la seguente:

1. danno non patrimoniale a favore di ciascun genitore per morte di un figlio:
da € 101.937,00 = a € 203.874,00;

2. danno non patrimoniale a favore del figlio per morte di un genitore:
da € 101.937,00 = a € 203.874,00;

3. danno non patrimoniale a favore del coniuge (non-separato) o del convivente sopravvissuto:
da € 101.937,00 = a € 203.874,00;

4. danno non patrimoniale a favore del fratello per morte di un fratello:
da € 20.387,40 = a € 122.324,40”.


Come conduttrice di costellazioni sistemiche e rappresentazioni familiari , mi imbatto spesso in questo “danno” che qui si chiama trauma. Spesso infatti il cliente e la sua famiglia a livello inconscio sono ancora fermi ( irretiti secondo Bert Hellinger fondatore del metodo delle Costellazioni ) a quel tempo.
Il trauma è talmente grande che non è stato superato sebbene siano passati anni e in alcuni casi anche generazioni. Non si riesce a vivere il presente nel qui ed ora anche se apparentemente la famiglia e  i suoi membri hanno continuato la loro vita 
L’intero sistema famiglia si rappresenta e si dispone o è  a terra dinanzi al morto o in maniera da non  guardarlo   o ne è attratto  
Tanto più poi la morte è improvvisa tanto il  sistema ne viene scosso.

Un’amica, l’Avv. De Leo di Milano  mi ha segnalato questa bella iniziativa della DELEOFund Onlus “ Insieme non da soli per affrontare una perdita traumatica”  con il patrocinio della regione Veneto nata per aiutare i familiari che hanno subito un trauma da morte che si possono rivolgere al seguente n. 800168678. Il servizio è gratuito
A Vostra disposizione ci saranno esperti che potranno aiutarvi.
Un pensiero ai due giovanissimi  fratelli DE Leo, nipoti dell’avv. Roberta De Leo  e figli di Diego e Cristina Deleo, che con la loro morte hanno dato vita a questo bellissimo progetto

Con rispetto  verso di loro e amore verso di Voi

Evi 

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