lunedì 11 giugno 2012

Donne dal sapore inconfondibile

pics from littlesnobthing


Una domenica in campagna.

Una coperta a scacchi sotto un acero, davanti a un'aia di quelle di una volta, libri e parole fra amici.

Questo il contesto che mi ha dato spunto per il post di oggi.

Alle cinque, merenda a base di cocomero fresco e un'amica che dice “quest'anguria sa di qualcos'altro, quei sapori come da casolin” e ci spiega come nei negozietti microscopici dei paesini di campagna capiti che i prodotti freschi ed esposti all'atmosfera degli spazi angusti – dove tutto è stipato per ottimizzarli – ci sia una contaminazione di sapori, per cui ad esempio il prosciutto potrebbe prendere un ricordo di sapone e l'anguria un'aria velata del formaggio e via così...

Sul momento noi non ce ne eravamo accorti, ma facendoci attenzione l'abbiamo percepito.

Così la mia mente non ha potuto fare a meno di rielaborare questo concetto in chiave esistenziale e rilevare come a volte capiti anche alle persone di farsi contaminare da soggetti con sapori più forti e decisi dei propri – come processo naturale del convivere o perché ci lasciamo sopraffare o perché cerchiamo di imitarli, pensando che siano migliori o più “gustosi”.

Mi è uscito fuori un ricordo di quando ero piccola e si andava al mare, incontrando bambini di altre regioni che parlavano in maniera diversa e curiosa, mettendo magari un articolo davanti ai nomi o usando espressioni dialettali che subito si inserivano a pieno titolo nel nostro nuovo vocabolario post-vacanziero. Era da una parte un modo per sentirsi più vicini, per essere accettati e integrarsi in un mese fra parentesi, lontano dagli amici di sempre e dall'altro, al ritorno, ci sembrava di essere stati a contatto con persone particolari, ci sentivamo diversi e unici in un contesto dove tutti continuavano ad usare le stesse cadenze e parole, rendendoci un po' speciali e al centro dell'attenzione.

A volte capita anche fra amiche: la vicinanza emotiva e di esperienze fa sentire simili, quando siamo giovani poi si tende anche ad assomigliarsi, a voler quasi essere l'altra e integrarne le qualità che amiamo...

Lo stesso può accadere nella coppia, quando, dopo tanto vivere insieme, si finisce per amare quelle piccole manie dell'altro, che diventano un po' anche nostre, si impara a respirarci nel profondo e assimilare particolari e dettagli.

Questi processi possono essere spontanei e naturali, ma ci sono casi in cui si tratta di vere imposizioni, proprie o altrui.

Quante leggere e tenui angurie hanno dovuto assorbire loro malgrado il sapore tenace di altri mondi, accettando che il loro non andava bene, sforzandosi di diventare addirittura qualcos'altro e rinnegando la loro natura? Non c'è niente di più triste di un'anguria che sa di formaggio... perché essa perde la sua identità, ciò che la caratterizza e la fa essere quella che è, semplicemente, senza artifici.
Dobbiamo imparare che non è possibile essere amati da tutti. Questa è un'ipotesi puramente idealistica, difficilmente attuabile nella società umana. Possiamo essere la prugna più succulenta del mondo, dolce, succosa, matura; ed essere pronti offrirla a un altro, chiunque egli sia. Ma al tempo stesso dobbiamo ricordare che non a tutti piacciono le prugne. Dobbiamo capire che, se siamo la prugna più succosa e matura del mondo e qualcuno che amiamo non apprezza le prugne, possiamo sempre scegliere di diventare una banana. Certo, saremo sempre una banana, ma niente ci impedisce di continuare ad essere la miglior prugna del mondo. Dobbiamo tener presente che, se decidiamo di essere una banana di seconda scelta, corriamo il rischio che la persona amata ci consideri a sua volta di seconda scelta, e che, decisa ad avere solamente il meglio, decida di scartarci piantandoci in asso. Ci resta la possibilità di lottare tutta la vita per diventare la miglior banana – cosa impossibile se siamo una prugna- oppure possiamo continuare a sforzarci di essere la miglior prugna. (Leo Buscaglia - "Love")


quindi, che siate prugne, banane o angurie, non rinunciate mai al vostro sapore unico e inconfondibile, perché è ciò che vi rende autentiche e inimitabili e vi permetterà di liberarvi del cuoco da strapazzo che tenta di cammuffare il vostro gusto e di trovare sul vostro cammino lo chef che lo esalterà, rendendolo straordinario.

Dedico questo post allo chef del mio cuore.

Buona settimana
virginia

2 commenti:

Emma Gori ha detto...

Ricordo ancora con gioia e stupore quello strano sapore di cocomero fresco che accompaganava il pane croccante, per una merenda diversa e gustosa da mangiare in pineta. La nonna Viola, d'estate al mare a Cecina, era solita prendere dalla bancherella del contadino che sempre stazionava all'ombra dei pini immensi, alla ricerca di un pò di soldi,una succosa etta di cocomero fresco da abbinare al pane. Se chiudo gli occhi sento ancora l'odore di resina dei pini, il sapore dolce e fresco inieme del cocomero, la voglia di correre e la gioia che da bambina nutrivo nel cuore. E' come ritornare in un posto conosciuto e magicamente rovarlo ancora uguale, pieno delle stesse emozioni e della stessa vita di allora, anche se nonna Viola non è più con me e di sicuro la pineta di Cecina è cambiata.
La nostra mente, il nostro cuore e la nostra voglia di emozioni buone ci danno tutto questo . Ringrazio la vita di questi doni e me li godo tutti
Emma

donneincontatto ha detto...

Grazie Emma della tua testimonianza, che ci ricorda l'importanza dei nostri sensi per accedere alle piccole gioie quotidiane, nascoste nella nostra memoria. virginia