Avevamo lasciato la nostra
protagonista ancora annebbiata dai veli (se hai perso la prima parte
la trovi qui) in balia dei primi dubbi circa l'ambivalenza e
l'incoerenza del suo “uomo ideale”.
Questa è la fase in cui
arrivano da parte sua le prime richieste, i tentativi di ripetere
alcune esperienze che hanno caratterizzato gli albori del rapporto e
che, inspiegabilmente da un certo momento sono sparite. Il predatore
non sembra minimamente disponibile a concedere il bis... finché è
lui che “concede” e decide di intraprendere imprese esaltanti per
sentirsi l'unico va tutto bene, ma quando invece è la partner a
chiedere qualcosa allora le sue reazioni sono quelle di un animale
braccato senza via d'uscita: cominciano le assenze, gli impegni, i
problemi che immancabilmente lo impegnano a non finire, lo stress che
gli impedisce di stare bene... così la richiedente non può fare
altro che dietro-front, pena altrimenti l'accusa di non amarlo per
quello che è, di non capirlo, di pensare solo a se stessa...
E' in questa fase che
possono cominciare a instaurarsi in lei una serie di sintomi, di
malesseri che la avvertono che qualcosa non va... anche se ingoia il
rospo, questo si ripresenta come ansia, crisi di pianto, momenti di
tristezza profonda.
La risposta di questo tipo
di compagno di fronte alla sofferenza di lei può oscillare dalla
negazione, alla derisione, alla svalutazione – come a dire “se
stai così, se sei così non sei alla mia altezza. Io ho bisogno di
una donna positiva che mi faccia stare bene”
E il vortice della poveretta
si fa sempre più stretto e invischiante, soprattutto perché per
vergogna o nella speranza che sia solo un momento di passaggio, vive
tutto questo in solitudine, oppure se lo racconta a qualcuno trova
sempre una scusa per giustificarlo.
Nel caso in cui il predatore
abbia già tessuto la sua tela in maniera perfetta, la vittima è già
abbastanza isolata e poco in grado di avere spunti di autonomia o
svincolo.
Nel caso invece in cui la
donna abbia mantenuto una sua vita relazionale, se ha un lavoro che
la appaga, amicizie che la sostengono, allora l'uomo dovrà porre in
essere manipolazioni più aggressive per limitare la libertà,
denigrando gli amici, facendola sentire un niente come compagna,
oppure sminuendone il ruolo che ricopre, magari confrontandolo con
quello di lui, che apparirà sempre come più importante.
Nei casi più gravi,
potrebbe arrivare anche a farle abbandonare il lavoro (“ci sono io
che penso a te, che motivo hai di farlo?”), in modo da porre in
essere una dipendenza economica da lui che ne sancirebbe il controllo
assoluto.
Non importa se il predatore
sia nella posizione di compagno/marito o in quella di amante: tenderà
sempre a voler controllare la sua vittima. Per lui varrà un peso e
per lei un altro. Lui potrà avere degli spazi propri e lei no. A lui
sarà concesso essere di cattivo umore e pretendere che lei
comprenda, mentre lui al primo accenno di malumore avrà sicuramente
altro da fare.
Il tutto condito con battute
spiacevoli sui difetti di lei, su quel chiletto in più, oppure la
battuta sull'avvenenza di un'altra, giusto per far stare la poveretta
nell'incertezza e nel timore che se non sarà alla sua altezza... il
mondo offrirà di meglio.
Per la sua donna questo è
il peggio che può accadere. Dato che si tratta spesso di una persona
che non crede molto in se stessa, l'essere rifiutata per qualcuna
migliore rappresenta un incubo, quindi farà di tutto per sfuggirlo.
In realtà, (come abbiamo
visto anche qui) anche lui ha un bisogno disperato della sua partner,
purtroppo non come lei desidera, bensì come specchio che gli rimandi
un immagine di sé grandiosa e appagante, che compensi la sua scarsa
autostima che si nutre affondando il prossimo.
L'uomo di questo tipo,
spesso ha avuto un'infanzia in cui ha subito ciò che adesso perpetra
alla sua amata: il ricatto del tipo “se non sei perfetto, non ti
amerò”. Dove perfetto sta per riuscire a soddisfare tutto ciò che
il genitore si aspetta da lui, magari veniva
usato per gratificare uno dei genitori oppure esaltato ma per alcuni
aspetti cui doveva sempre tendere, pena il rifiuto.
A
questo punto, mie care lettrici, non pensate di usare questa scoperta
per cercare di fargli da crocerossine e salvarlo perché vi dico già
che sarebbe tutto inutile: negherebbe qualsiasi verità al riguardo,
ostentando sicurezza e raccontando un'infanzia esemplare, oppure
adducendo amnesie sul suo passato.
Che
fare allora?
Lo
scopriremo lunedì prossimo.
buona settimana
virginia
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